Santo, filosofo e teologo (Lauingen, Svevia, 1193-Colonia, 1280). Noto anche come Alberto Teutonico o di Colonia, nacque da una famiglia di militari e studiò all’università di Padova; fu in questa città che entrò nell’ordine domenicano (1223). Conclusi gli studi a Colonia (1128), fu insegnante di teologia ad Heidelberg, a Friburgo, a Ratisbona, a Strasburgo ed a Colonia. Nominato Magister Theologiae, fu docente alla Sorbona di Parigi (1245), città in cui era uso tenere conferenze all’aperto, in una pubblica piazza che porta ancora oggi il suo nome, la Place Maubert, poiché non v’era aula capace di contenere le folle enormi che prendevano letteralmente d’assalto le sue lezioni. Fu qui che iniziò la sua grande enciclopedia scientifica, alla quale continuò a lavorare per tutta la vita e che fu la vera Summa delle scienze naturali del Medioevo. Nominato direttore dello studio generale domenicano a Colonia (1248-54), ebbe come allievo Tommaso d’Aquino, che fu il suo discepolo prediletto. Eletto provinciale della vasta provincia germanica (1254-57) difese, davanti alla curia papale di Anagni, gli ordini mendicanti contro Guglielmo di Sant’Amore (1256). Eletto da Alessandro VI vescovo di Ratisbona (1260), rinunciò alla carica (1261) e si trasferì in Italia. Nominato da Urbano IV legato in Germania per predicarvi la crociata (1263), alla morte del pontefice /1264) riprese l’insegnamento a Würzburg (1264-67), aStrasburgo (1267-70) ed a Colonia (1271). Intervenne al Concilio di Lione (1274) ed a Parigi difese (1276-77) le posizioni aristoteliche sue e di Tommaso d’Aquino, contro il vescovo Etienne Templier. Nominato santo e Dottore della Chiesa da Pio XI (1931), e Patrono delle scienze naturali da Pio XII (1951). La sua attività letteraria fu tra le più vaste del Medioevo, e toccò tutte le scienze sacre e profane dell’epoca. Tra le opere filosofiche ricordiamo. Opere di filosofia razionale o logica, fra cui il De praedicamentis ed In Catedorias Aristotelis; opere di filosofia reale, fisica, matematica e scienze naturali (23 in tutto) fra cui In quatros libros de caelo et mundo, De mineralibus, De unitate intellectus contra averroistas, scritto per invito del papa, De morte et vita, De animalibus libri viginti sex, De vegetalibus et plantis libri septem, Super geometriam Euclidis; sette opere di metafisica, tra cui Metaphysicorum libri tredecim; opere di teologia, fra cui undici di esegesi, tredici di teologia sistematica, sette di parenetica e 53 omelie sui Vangeli delle domeniche di un anno intero. In campo filosofico, il suo maggior merito fu quello d’aver fornito a Tommaso d’Aquino le indicazioni fondamentali ed il materiale filosofico che poi quest'ultimo magistralmente elaborò. Attraverso una produzione vastissima, comprendente i commentari alle maggiori opere di Aristotele, scritti contro gli averroisti, scritti scientifici, scritti teologici e commenti all’Antico ed al Nuovo Testamento, A. operò una sintesi tra il pensiero di Aristotele e la scolastica, rifiutando la tradizione ebraica ed araba, ed accettando invece le interpretazioni agostiniane e neoplatoniche. Difensore del razionalismo filosofico, che egli volle sempre tenere separato dalla teologia e dalle verità di fede, fu nello stesso tempo precursore dell’indirizzo empiristico, nell’ambito della conoscenza particolare e dello studio della scienza della natura. Tra i concetti di derivazione aristotelica, assunti poi da Tommaso d’Aquino, vi sono anche l’impossibilità della prova ontologica dell’esistenza di Dio, l’indisponibilità della creazione del mondo nel tempo, l’individualità dell’intelletto agente e la distinzione rigorosa tra creatore e creatura. Per queste tesi razionalistiche egli fu contrastato dagli stessi confratelli dell’ordine domenicano cui apparteneva.