Il pensiero di oggi va a tutti coloro che in questi anni di cartomanzia (ormai 40) ho incrociato nel mio cammino che si sono messi addosso il cappotto della sofferenza e della tristezza per amore. E' vero una storia che finisce lascia l'amaro in bocca ed il buio nel cuore, ma bisogna reagire, se no il buio e l'amaro restano solo a noi ed a chi magari ci ha procurato la ferita arrivano la gioia, la felicità e la vita. Ma ci rendiamo conto che dire "soffro per amore" è la più grande contraddizione che esista? L'amore quello vero, spesso è magari frutto di sacrifici e compromessi, di rinunce e cambiamenti di idee e modi di vedere le cose, ma non porta sofferenza...se no non è amore vero, ma innamoramento. Ripeto, soffrire per amore capita alla fine della storia ed è normalissimo che sia così, ma non bisogna che questa sofferenza diventi un marchio e soprattutto non dobbiamo riversarla sul prossimo, come spesso mi succede di vedere e fare così altre vittime della sofferenza per amore. Quindi se il dolore è normale va accettato, ma bisogna anche fare alcune cose che allontanano questo dolore e ci riportano a sorridere. Le persone, di solito, hanno due modi di gestire il dolore....due modi diametralmente opposti tra loro:
- crogiolarsi proprio nella sofferenza
- fuggire dal dolore.
Nel primo caso le persone non fanno nulla per superare il dolore, anzi lo vivono esasperatamente ed esageratamente, andando anche ad aumentarlo con i ricordi ed i pensieri rivolti alla persona amata, che ha cambiato strada. Si tuffano proprio in una vasca di sofferenza. Sono le persone che si lamentano ancora dopo mesi e mesi dalla fine della storia d'amore, parlano di quanto soffrono, di quanto stavano bene durante la storia e di quanto stiano ancora male. Sono le persone che dopo aver finito di decantare la loro sofferenza ci stanno ancora dentro senza far nulla, se non attaccare chi si avvicina loro, perchè deve pagare le colpe del precedente.
Nel secondo caso le persone fanno finta di nulla, fanno finta di fregarsene di ciò che è successo, fanno finta di essere superiori...facendo male a se stessi, perschè si stanno autoprendendo in giro...stanno mentendo a se stessi.
Queste reazioni sono entrambe sbagliate e vediamo perchè. Il dolore, anche se morale, è pur sempre un dolore fisico, per cui immaginiamo la fine di una storia come una ferita. Crogiolarsi nel dolore vuol dire tenere la ferita sempre aperta, farla sanguinare, vuol dire tenerla aperta, guardarla e magari metterci spesso il dito dentro proprio per avitare che si chiuda. Fuggire dal dolore, invece, vuol dire dimenticarsi della ferita, senza curarla, senza disinfettarla lasciando che continui però a fare male.
La strategia giusta è come sempre la via di mezzo tra queste due reazioni. Infatti il dolore per guarire deve prima decantare, va quindi vissuto, ma non per mesi e mesi, ossia non va dimenticato, ma neppure ricordato per mesi e mesi. Si deve prendere coscienza della ferita, disinfettarla e darle il normale tempo di decorso di guarigione.
Vogliamo fare un esercizio per smetterla di crogiolarsi nel dolore? proviamo...anche se, anticipo e sottolineo che, se il dolore dura da troppo tempo, questo esercizio non serve, ma è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Iniziamo l'esercizio:
Una volta al giorno, prenditi un momento tutto per te, magari se ti è possibile, fallo sempre alla stessa ora e fa in modo che nessuno ti disturbi. Chiudi gli occhi ed immagina di essere in un corridoio e di dover abbellire quel corridoio con dei quadri...i quadri sono i tuoi ricordi. Prendi un quadro, ossia un ricordo della tua relazione, guardalo a lungo in tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi. Se prevalgono i ricordi negativi, prova a trovare i positivi, cioè mettigli una cornice positiva, di modo che in ogni ricordo ci sia del buono. Ora appendi il quadro e lascialo lì. Procedi nel corridoio e prendi un secondo ricordo e fai esattamente come per il primo fino a quando sarà incorniciato e pronto per essere appeso...procedi ancora e così via e fallo per due settimane, tutti i giorni. In questo modo si accorciano i tempi di sofferenza e si accelera il processo di guarigione.
Detto questo, ti dico...capisco che la tua relazione sia finita, che l'amore della tua vita (quale vita poi se se ne è volato via) sia finito, ma ora è tempo di farti questa domanda: per quanto tempo ancora vuoi essere il vampiro di te stesso?