Scritto apocrifo dell’Antico Testamento, redatto in ebraico od in aramaico e poi tradotto in greco ed in latino. Comprende le ultime volontà (testamento) di Mosè per il suo successore Giosuè. Il suo inizio recita: "Il centoventicinquesimo anno di Mosè, che è pure l’anno duemilaconquecento dopo la creazione, Mosè chiamò Giosuè, destinato ad essere il suo successore, e gli disse: "Sii forte, e prometti di fare tutto ciò che ti è stato comandato, al fine di essere irreprensibile agli occhi di Dio. Ecco ciò che dice il Signore del globo terracqueo". Perché egli ha creato il globo terrestre per il popolo. Ma non gli è piaciuto rendere manifesto questo fine della creazione sin dall’inizio, affinché le nazioni trovino in ciò la loro condanna condannandosi a vicenda. Per questo egli mi ha predestinato, scelto e preparato sin dalle origini del globo terrestre, per far di me il mediatore della sua alleanza".