Monte di 2033 metri della penisola calcidica dello Agion Oroz, sul Mar Egeo, che costituisce una repubblica monastica autonoma (336 kmq e 1713 abitanti, capol. Karyai), sotto sovranità greca. Dall’intero territorio sono escluse le donne e gli animali domestici di sesso femminile. A partire dal X secolo, quando sant’Atanasio vi fondò il primo monastero, è un centro artistico e religioso. Soprattutto i principi di Valacchia ed i monaci greci contribuirono a costruire i primi monasteri, che per lo più presentano un tipo di pianta cruciforme piuttosto complessa, detta appunto athonita. Fino ad oggi sono rimasti 21 monasteri, nei quali si trovano, oltre alla chiesa ed alle cappelle, diverse biblioteche e tesori ricchi di icone ed arredi sacri, testimonianze di un florido periodo dell’arte bizantina. L’importanza artistica del monte Athos è dovuta al fatto che artisti greci, slavi e georgiani potevano scambiarsi le proprie esperienze in un luogo in cui fu sempre vivo il ricordo dell’arte bizantina. I più importanti ed interessanti conventi sono: Vatopedi, del X-XI secolo, con la pianta athonita a triconco, decorata da mosaici dello stesso periodo; il Monastero degli Amalfitani, che risale allo stesso periodo; Protato, con pianta basilicale a tre navate ed affreschi del XIV secolo; Lavra, con pianta a croce greca del X-XI secolo e con una biblioteca ricca di codici bizantini; Ghiliandari, quasi interamente ricostruito un secolo dopo. Gli influssi bizantini giunsero al monte Athos attraverso Salonicco, che fu un importante centro culturale ed artistico, luogo d’incontro dell’arte orientale ed occidentale. L’arte di Costantinopoli fu quindi la componente essenziale dei dipinti e dei mosaici di quei monasteri, in un momento in cui l’arte greca aveva perso tutto il suo prestigio. I mosaici più antichi sono quelli di Vatopedi, raffiguranti la dehsiz e l’annunciazione, ideati in una tipica atmosfera monacale, densa di misticismo, con le figure rigidamente frontali tese a colori scuri. Gli affreschi più importanti sorsero quando nel XIV secolo quei monasteri divennero centro dell’esicaismo, una corrente ideologica che invitava alla solitudine ed all’allontanamento dal mondo corrotto, e che in arte portò ad un’ulteriore smaterializzazione delle figure, ad un ancor più accentuato linearismo ed a dei volti rigidi e severi. Tra i dipinti di questa scuola si devono forse annoverare quelli del convento di Protato, che sarebbero da attribuire all’allora celebre Emanuele Panselinos. Nel XVI secolo artisti cretesi lasciarono numerosi affreschi nelle chiese del monte Athos, ma le loro opere risentono della freddezza e dell’accademismo dell’ultimo periodo dell’arte bizantina, che ridusse le forme ad un totale astrattismo ed a un puro gioco calligrafico.