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Dove la magia è amore universale, umiltà e ascolto...la magia svelata, per il benessere dell'anima.E' come se in un attimo sbocciasse la vita, laddove prima c'erano solo silenzio ed immobilità.
 
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 BENEDETTINI

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MessaggioTitolo: BENEDETTINI   BENEDETTINI EmptyMer Dic 11, 2013 7:59 pm

Monaci professanti la regola redatta in Latino popolare nella prima metà del VI secolo da San Benedetto da Norcia. Tale regola è composta da un prologo, 72 capitoli ed un breve epilogo e si ispira a precedenti regole religiose, in particolare alla regola di San Basilio, senza mai indulgere a forme di ascetismo troppo severo. Essa tende a procurare la gloria di Dio sulla terra attraverso la santificazione del monaco, che si compie attuando la disciplina interna, l’abnegazione e l’obbedienza. Il convento è una famiglia in cui l’abate è il padre, ed i cui membri sono uniti dagli stretti vincoli del rispetto che i giovani devono agli anziani, e dell’affetto che gli anziani concedono ai giovani. Il «cenobio» forma una comunità autonoma ed autosufficiente, i cui membri non possiedono nulla in proprio, sono separati dal mondo attraverso la clausura, ma conservano con esso il legame dell’ospitalità verso tutti. I monaci sono tenuti a cantare in comune le lodi di Dio in date ore del giorno e della notte, sono obbligati alla lettura ed al lavoro manuale (ora et labora), si impegnano con il voto di stabilità a non lasciare mai il monastero, devono obbedire interamente all’abate, eletto da loro stessi e che interpreta per loro le minuziose prescrizioni della regola. L’abate è coadiuvato da altri superiori (priore, cellerario, decani) i quali dipendono da lui, ed insieme dal consiglio degli anziani. L’istituzione del monachismo benedettino risale alla fondazione dell’abbazia di Montecassino da parte di San Benedetto ed alla prima redazione della regola (529). Nonostante la distruzione dell’abbazia (detta l’Arce) da parte dei Longobardi poco dopo la morte del fondatore, la Regola dei Benedetto si propagò rapidamente. San Gregorio Magno inviò missionari in Inghilterra ed in Germania che ne diffusero la conoscenza. Dapprima combinata con la regola di San Colombano o con altre ancora, finì per sostituirle tutte integralmente. Le grandi tappe di questo successo sono rappresentate dal sinodo di Lestines (743) e dal celebre capitolare emanato ad Aquisgrana (817) da san Benedetto d’Aniane che, con la collaborazione di Ludovico il Pio, codificava le norme comuni monastiche per l’intero Impero. L’Ordine dei Benedettini, giunto alla sua massima espansione, svolse nel Medioevo un ruolo importantissimo: le abbazie, spesso molto ricche, furono contemporaneamente centri di vita religiosa e vere potenze politiche. Nel X secolo, con l’avvento del feudalesimo, i monasteri divennero proprietà dei signori, che ne fecero sedi delle corti, vi installarono degli abati laici, mentre i monaci, costretti ad un’esistenza precaria, abbandonavano l’osservanza. Nel contempo i Saraceni, attratti dalle ricchezze delle abbazie, le saccheggiavano e le distruggevano. Così, tra le altre, San Vincenzo al Volturno (881) dove furono uccisi 500 monaci, Montecassino (883), Farfa, e Subiaco. In molte regioni la vita monastica era pressoché spenta. La riforma di Cluny in Borgogna (910) salvò il monachismo dei Benedettini, ma al prezzo di una duplice deviazione dalla regola originale: centralizzazione dell’autorità ed ordinamento sacerdotale della maggior parte dei monaci. Il benefico influsso di Cluny (Ordo cluniacensis) fu immenso, e si estese a tutta la Chiesa. Con la bolla Summi Magistri (1336) papa Benedetto XII distribuì tutti i monasteri in 36 province, ma i torbidi politici e lo scisma d’Occidente impedirono l’attuazione di tale riforma. Nel XVI secolo il concilio di Trento avviò la riforma definitiva dell’Ordine, ordinando la federazione delle abbazie in Congregazioni, che però doveva realizzarsi con estrema lentezza. Ogni Congregazione ha a capo un abate, avente alcune delle attribuzioni dei superiori generali degli attuali Ordini religiosi (Codice Diritto Canonico 408, 501, 510 e 655) e dipende direttamente dalla Sede Apostolica. Leone XIII spinse intensamente le Congregazioni a raggiungere un’intesa fra loro e nacque così (1893) una Congregazione fraterna, presieduta da un abate primate, salva però sempre l’autonomia di ciascuna Congregazione. L’abate primate viene eletto ogni dodici anni da tutti gli abati della Confederazione, risiede a Roma nel Collegio di Sant’Anselmo sull’Aventino, e rappresenta il vincolo di congiunzione tra le varie Congregazioni, che rappresenta presso la Santa Sede per gli affari comuni. Le Congregazioni che costituiscono la Confederazione sono oggi quindici, ovvero: · la cassinese (con le abbazie di Montecassino, San Paolo fuori le Mura, Cava dei Tirreni e Farfa); · d’Inghilterra; · d’Ungheria; · della Svizzera (con l’abbazia di Einsiedeln); · di Baviera; · del Brasile; · di Francia (con l’abbazia di Solesmes); · americano-cassinese; · di Beuron; · americano-elvetica; · della primitiva osservanza (con i monasteri di Santa Scolastica e del Sacro Speco di Subiaco); · d’Austria; · di Sank Ottilien (Santa Ottilia); · del Belgio e · boema. A Roma la Confederazione ha il Collegio teologico internazionale di Sant’Anselmo e la badia di San Girolamo, eretta appositamente dalla Santa Sede affidando ai Benedettini la revisione della Vulgata. Dall’Ordine dei Benedettini. derivano i Camaldolesi, gli Olivetani, i Silvestrini ed i Vallombrosani.
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