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 BUDDHA (DAL VEDICO)

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MessaggioTitolo: BUDDHA (DAL VEDICO)   BUDDHA (DAL VEDICO) EmptyLun Feb 03, 2014 8:56 pm

Nome derivato dal vedico avente il significato di svegliato, illuminato; è l'appellativo dato al Buddha storico, Gautama Siddharta, della stirpe principesca degli Sakya, il fondatore del Buddhismo e successivamente ad altre personalità od entità in cui il Buddha, l'archetipo supremo, si realizza, sia in epoche diverse nel mondo terreno, sia nella sfera soprasensibile. Per quanto concerne la vita terrena del Buddha storico, risulta monto difficile distinguere la verità dalle numerose leggende agiografiche posteriori. Sembra sia nato intorno al 563 a.C. in un boschetto presso il villaggio di Lumbini, vicino alla città di Kapilavastu, ai confini tra l'India ed il Nepal. Suo padre, Suddhodana, era tributario del re di Kosala; il Buddha perse la madre Maya sette giorni dopo la nascita, e fu allevato dalla zia e rigidamente tenuto lontano dalla vista di ogni dolore terreno per ordine dello stesso padre, avvertito da una profezia sul futuro del figlio. Sposò giovanissimo la cugina Yasodhara da cui ebbe un figlio. Ben presto i suoi pensieri si rivolsero alla caducità della vita terrena, simboleggiata secondo la leggenda dai quattro successivi incontri che egli ebbe con un vecchio, un malato, un cadavere in decomposizione ed un asceta. A ventinove anni abbandonò nottetempo il palazzo avito e si fece asceta pellegrino, per cercare la via della redenzione. Si pose al seguito di Arada Kalama e di Udraka Ramaputra, ma con scarsi risultati. Anche la via della penitenza severa e della mortificazione assoluta della carne non lo aiutò affatto. Dopo sette anni di inesausto pellegrinare, in seguito a lunga meditazione condotta sotto un albero di pipal, raggiunse la Bodhi, l'illuminazione, ovvero la liberazione dal dolore terreno ed il totale annullamento dell'essere. Nel sermone di Benares ne fa partecipi i seguaci, diventando così un maestro, una guida, ed indicando ai suoi discepoli le quattro nobili verità fondamentali: l'esistenza del dolore nella vita umana; l'origine del dolore, dovuto all'attaccamento alla vita, alla sete (trsna) che determina le rinascite successive; il superamento del dolore ottenuto con il superamento della sete nella completa mancanza di desiderio; la via che conduce al superamento del dolore, il nobile ottuplice sentiero, ossia retto vedere, retto pensare, retto vigilare, retto concentrarsi. Nei successivi quarant'anni di attività, Gautama Siddharta percorse tutta la valle orientale del Gange, convertendo insieme ai suoi discepoli, tra cui il prediletto Ananda, gruppi sempre più numerosi. Sorsero monasteri, venne convertito anche il re Bimbisara del Magadha, ed alla comunità furono elargite imponenti donazioni. Intorno al 480 a.C. il Buddha si ammalò gravemente, pare per ingestione di cibi guasti, e morì nel villaggio di Kusinagara, rivolgendo ancora in punto di morte parole di incoraggiamento ai discepoli. Della predicazione del Buddha non è rimasto alcun documento diretto: il Canone redatto in pali è molto più tardo, e certo cosparso di numerose interpolazioni, avvenute attraverso la trasmissione della tradizione orale. Anche in campo figurativo l'iconografia del Buddha è molto tarda. Compare in epoca Kusana nel Gandhara ed a Mathura, mentre fino ad allora la figura divina era stata rappresentata da oggetti simbolici (trono, turbante, ecc.). Ben presto però, oltre ad innegabili elementi ellenistici-romani, vennero accolte nell'iconografia buddhista molte convenzioni simboliche dell'induismo. Il Buddha venne allora rappresentato con particolari caratteristiche corporee (ciuffo di capelli e protuberanza cranica, usnisa, rilievi carnosi tra le sopracciglia, urna, orecchie dal lobo allungato) ed in prefissato atteggiamenti di tipo yoga delle mani e dei piedi (mudra). Queste intendono simboleggiare specifiche qualità (atteggiamento del dono, danamudra, di chiamare a testimone la terra, bhumisparsamudra, gesto della protezione, abbamudra), mentre vengono rappresentati sia gli episodi delle supposte vite anteriori del Buddha (jataka), sia episodi leggendari della vita di Gautama (avadana), riportati dai testi canonici. Con l'evoluzione della dottrina buddhista e la sua diffusione in diversissimi territori asiatici, verranno assorbite ed elaborate in una vasta opera di sincretismo molte teorie religiose preesistenti, specie nelle correnti Mahayana e Vajrayana, ed il Pantheon buddhista si dilaterà enormemente. Ai sette Buddha del passato (Vipasyin, Sikhin, Visyabhiy, Krakasunda, Kanakamuni, Kasyap) che hanno prceduto nelle passate ere cosmiche (Kalpa) la nascita del Buddha storico, ed a quello del futuro (Maitreya), che saranno destinati ad aumentare grandemente di numero fino a superare la ventina, si aggiungeranno infinite varietà di manifestazioni del Buddha considerato entità prima, archetipo poi, come la Pentade Suprema (Amitabha, Amoghasiddi, Aksobhya, Ratnasambhava, Vairocana). A ciascuno di questi Buddha vengono attribuiti oggetti (ampolla, fulmine, gemma, ruota), animali (pavone, cavallo, elefante, drago), atteggiamenti e colori particolari, atti a rendere più agevole il riconoscimento, strettamente collegati ad una complessa elaborazione dottrinaria. Mentre per la corrente Mahayana tali Buddha compaiono per lo più circondati da un numeroso seguito e rappresentati come regnanti nei loro paradisi, le cosiddette terre pure, nel Vajrayana, o Veicolo tantrico, compaiono nuovi attributi corporei (numerose braccia, molte teste, più occhi, ipostasi che illustrano uno degli aspetti della divinità principale), e spesso il Buddha compare al centro del Mandala, diagramma magico e mistico, a figure disposte in zone concentriche, simboleggianti le forze cosmiche e spirituali dell'universo.
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