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 LA FAVOLA DI BABBO NATALE di NONNA PATTY

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LA FAVOLA DI BABBO NATALE di NONNA PATTY Empty
MessaggioTitolo: LA FAVOLA DI BABBO NATALE di NONNA PATTY   LA FAVOLA DI BABBO NATALE di NONNA PATTY EmptySab Dic 17, 2011 8:54 am

Cari bambini, oggi vi voglio raccontare la favola di Babbo Natale, il mio Babbo Natale che si chiama Arturo.
Dovete sapere che da bambina la mia nonna Anna mi raccontava sempre delle bellissime fiabe per farmi addormentare e fra queste c’era quella di Babbo Natale Arturo, un Babbo pasticcione che non si ricordava dove doveva portare i doni e quasi sempre sbagliava la destinazione dei pacchi.
A me piaceva un sacco questa storia e chiedevo alla nonna di raccontarmela quasi tutte le sere e lei con tanta pazienza si sedeva sul mio lettino e cominciava…...
Nel paese di Freddolandia, in Lapponia, viveva un Babbo Natale di nome Arturo che dal mese di gennaio fino a dicembre era sempre indaffarato a preparare i pacchi regalo per tutti i bambini del mondo; aveva un’enorme stanza con file di scaffali che riempiva giornalmente con i doni che preparava e che catalogava per nazione, città, paese, via e in ordine alfabetico.
Aveva un bel gruppo di folletti che lo aiutavano e disponevano i pacchetti negli scaffali stando molto attenti a non sbagliare il posto perché, come vi avevo già detto prima, Babbo Arturo era molto pasticcione e distratto e spesso sbagliava fila o addirittura scaffale.
I folletti gli dicevano sempre: “Babbo Arturo, lascia fare a noi, tu sei già tanto indaffarato a preparare i doni che poi ti confondi o non ti ricordi come vanno archiviati i pacchi e poi ci ritroviamo, come tutti gli anni, a doverti rincorrere per non farti sbagliare, come nel lontano 1962, ti ricordi?”
Babbo Arturo pensò a quel lontano ricordo e poi disse: “Certo che me lo ricordo! Avevo un carico di doni da portare in Italia, a Milano, in Via Barrili dove c’erano 195 bambini che mi aspettavano con ansia e, per la premura di riuscire a consegnare tutto, ho chiesto alla renna Adelina di correre più forte e sul più bello siamo inciampati su un tetto e … tutti i regali mi caddero dalla slitta, povero me, come farò a rimettere tutto a posto mi dissi, e fu così che andai a memoria e quella volta consegnai 195 pacchi a 195 bambini sbagliati! Un bel pasticcio veramente! Mi accorsi dell’errore solo all’ultimo pacco quando, ad attendermi c’era una bimba di nome Patrizia che si aspettava da me una bicicletta rossa e ricevette invece una bambola di pezza! La piccola rimase stupita e mi chiese il perché dell’errore. Io ero desolato e triste, non sapevo cosa risponderle così mi sedetti su una poltrona e lei mi venne sulle ginocchia, mi diede il bicchiere di latte che mi aveva preparato e mi abbracciò, sembrava aver capito cosa avevo combinato e mi disse che avrebbe sistemato lei tutto quanto il giorno dopo.”
Babbo Arturo si fermò un attimo a pensare e i folletti gli chiesero di continuare il racconto; lui continuò ricordando loro che Patrizia gli promise di andare a trovare tutti i bambini della sua via per fare lo scambio dei regali. E così infatti fece e fece tornare il sorriso a tutti i piccini. “E’ stato un anno memorabile! Peccato che io sia rimasto lo stesso distratto e pasticcione di allora!” concluse Arturo.
I folletti lo consolarono e gli risposero in coro: “Non è vero, per qualche anno sei stato bravissimo e non hai fatto errori, adesso invece, se non ci fossimo noi …… sarebbe davvero un disastro perché sei diventato anziano e molto smemorato”.
Il vecchio Babbo Natale pensò che i folletti avevano ragione e lui doveva trovarsi un sostituto, era ora di andare in pensione e di lasciare posto a un babbo natale più giovane, ma dove poteva trovarlo? Arturo pensò e ripensò, ci voleva una persona capace, volenterosa, amante dei bambini e soprattutto che imparasse in fretta perché eravamo già nel mese di ottobre e a Natale mancava poco.
Arturo alla fine trovò la soluzione; prese la slitta con la renna Adelina e si precipitò a Milano, da Patrizia e quando la trovò le chiese: “Vorresti prendere il mio posto? Te la sentiresti di fare il mio lavoro anche se dovrai stare lontana da casa tua per sempre?”.
Patrizia, che oramai aveva trent’anni, rispose: “E’ un grande onore per me, è il lavoro più bello del mondo, puoi accontentare tutti i bambini e renderli felici, sarà molto faticoso ma voglio proprio tentare, grazie per la tua fiducia, non ti deluderò!”
Arturo e Patrizia salirono sulla slitta e tornarono a Freddolandia dove furono accolti festosamente dai folletti che furono subito pronti a dare aiuto a Patrizia che, da brava donnina di casa, aveva il dono innato per sistemare e archiviare ogni cosa al posto giusto. “Magnifico” disse Babbo Arturo “ho riposto la mia fiducia nella persona adatta e dopo quest’ultima consegna ti lascerò volentieri il mio posto di lavoro!”
La notte di Natale Babbo Arturo, prima della consegna dei regali, regalò a Patrizia una bellissima divisa rossa con una mantella di pelliccia bianca, la fece accomodare sulla slitta e le disse: “Ora tocca a te Babbo Patty, io ti farò da aiutante per questa notte e poi tornerò a casa mia finalmente a riposarmi”.
Patrizia e Arturo riuscirono a consegnare tutti i regali prima dell’alba. Quando tornarono a Freddolandia furono accolti da un grande applauso dei folletti, felici perché non c’era stato nemmeno un errore.
Babbo Arturo salutò i suoi cari amici, la sua renna Adelina e Babbo Patty, poi disse con un nodo in gola: “Voglio bene a tutti voi e vi auguro di continuare il vostro lavoro sempre con la stessa precisione e mi farebbe piacere se qualche volta veniste a trovarmi”. I folletti lo circondarono e lo abbracciarono a lungo, poi fu la volta di Adelina che gli porse la sua zampa anteriore in segno di saluto e per ultimo ci fu il saluto al nuovo Babbo Natale. Patty lo abbracciò e gli promise che ogni mese sarebbe andata a trovarlo e che ogni Natale sarebbe passata anche da casa sua con un dono speciale per un Babbo “speciale”.
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