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 SAN BIAGIO DI SEBASTE

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MessaggioTitolo: SAN BIAGIO DI SEBASTE   SAN BIAGIO DI SEBASTE EmptyDom Feb 03, 2013 8:32 pm

SAN BIAGIO DI SEBASTE Sanbia10

Si celebra il: 3 febbraio

Muore a: Sebaste, Armenia, il 3 Febbraio 316

Patronato: Malattie della gola

Etimologia: Biagio = bleso, balbuziente, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Candela, Palma, Pettine per lana

Martirologio Romano: Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due candele incrociate. San Biagio, vescovo e martire, che in quanto cristiano subì a Sivas nell’antica Armenia il martirio sotto l’imperatore Licinio.
La celebrazione liturgica o il culto: Poco si conosce della vita di San Biagio, di cui oggi si festeggia la memoria liturgica. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa.
Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”.
Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica.
È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo. Chi usa, come a Milano, festeggiare in famiglia mangiando i resti dei panettoni avanzati appositamente a Natale, e chi prepara dei dolci tipici con forme particolari, che ricordano il santo, benedetti dal parroco e distribuiti poi ai fedeli. A Lanzara, una frazione della provincia di Salerno, per esempio, è tradizione mangiare la famosa “polpetta di San Biagio”.
Nella città di Salemi, invece, si narra che nel 1542 il Santo salvò la popolazione da una grave carestia, causata da un’invasione di cavallette che distrusse i raccolti nelle campagne, intercedendo ed esaudendo le preghiere del popolo che invocava il suo aiuto (san Biagio, infatti, oltre che essere protettore dei “mali della gola” è anche protettore delle messi); da quel giorno a Salemi, ogni anno il 3 di febbraio, si festeggia il Santo preparando i cosiddetti “cavadduzzi”, letteralmente “cavallette”, per ricordare il miracolo, e i “caddureddi” (la cui forma rappresenta la “gola”), che sono dei piccoli pani preparati con acqua e farina, benedetti dal parroco e distribuiti poi ai fedeli. Dal 2008 inoltre, sempre a Salemi, viene organizzata, con la collaborazione di tutte le scuole e associazioni della città, una spettacolare rappresentazione del “miracolo delle cavallette” che si conclude con l’arrivo alla chiesa del Santo per deporre i doni e farsi benedire le “gole”.
A Cannara, invece, un comune della provincia di Perugia, i festeggiamenti del Santo sono occasione per sfidarsi in antichi giochi di abilità popolani come, ad esempio, il simpatico gioco, attestato già nel XVI secolo, del “Ruzzolone”, ossia, far rotolare più a lungo possibile delle forme di formaggio per le vie del centro storico, o la famosa corsa dei sacchi e molti altri giochi ancora, per concludersi con la solenne processione con la statua del Santo accompagnati dalla banda musicale del posto.
A Fiuggi, invece, la sera prima, si bruciano nella piazza del paese davanti al municipio le “stuzze”, delle grandi cataste di legna a forma piramidale, in ricordo del miracolo avvenuto nel 1298 che vide San Biagio far apparire delle finte fiamme nella città, tanto da indurre le truppe nemiche, che attendevano fuori le mura pronte ad attaccare, a ripiegare pensando d’esser state precedute dagli alleati. Le reliquie di San Biagio sono custodite nella Basilica di Maratea, città di cui è santo protettore: vi arrivarono nel 723 all’interno di un’urna marmorea con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma, viaggio poi interrotto a Maratea, unica città della Basilicata che si affaccia sul Mar Tirreno, a causa di una bufera. Si racconta che la le pareti della Basilica, e più avanti anche la statua a lui eretta nel 1963 in cima alla Basilica, stillarono una specie di liquido giallastro che i fedeli raccolsero e usarono per curare i malati. Papa Pio IV nel 1563, allora vescovo, riconobbe tale liquido come “manna celeste”. Non a caso a Maratea il Santo assume una valenza particolare e viene festeggiato per ben 2 volte l’anno; il 3 febbraio, come di consueto e il giorno dell’anniversario della traslazione delle reliquie, dove i festeggiamenti durano 8 giorni, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese.
Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un'urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò il viaggio a Maratea, dove i fedeli accolsero l'urna contenente le reliquie – il "sacro torace" e altre parti del corpo –, e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio. La cappella con le reliquie fu poi posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d'Asburgo, con lettera reale datata 23 dicembre 1629: da allora è nota popolarmente col nome di Regia Cappella.
Un gran numero di località vantano di possedere un frammento del corpo del santo. Ciò è dovuto, oltre all'antica usanza di sezionare i corpi dei santi e distribuirne le parti per soddisfare le richieste dei fedeli, alla pratica della simonia, una delle cui forme consisteva nel vendere reliquie false, o reliquie di santi omonimi, ma meno conosciuti.
A Carosino, un paesino in provincia di Taranto, è custodita una delle reliquie: un pezzo della lingua, conservato in un'ampolla incastonata in una croce d'oro massiccio.
Ad Avetrana (Taranto) è custodito in un ostensorio d'argento e d'oro un frammento della gola di san Biagio, sul quale si legge l'iscrizione "GUTTURRE SANCTI BLASI" ("la gola di san Biagio", in latino barbaro).
A Caramagna Piemonte (Cuneo) è custodita dall'anno 1000 una sua reliquia (un pezzo del cranio), conservata in un busto argenteo; si ha notizia della sua presenza già dall'atto di fondazione dell'antica abbazia di Santa Maria di Caramagna, datato 1028.
Nella parrocchia di San Biagio di Montefiore, frazione del comune di Recanati, in provincia di Macerata,si conserva, in un reliquiario a forma di braccio benedicente con palma del martirio, un osso intero dell'avambraccio.
Nel santuario di Cardito, in provincia di Napoli, è conservato un ossicino del braccio. Sempre in Campania, a Palomonte (in provincia di Salerno), nella chiesa madre della Santa Croce si conserva un'altra reliquia del santo.
A Penne, in Abruzzo, è invece venerato il cranio del santo. Sempre in Abruzzo, nel duomo di San Flaviano a Giulianova, è conservato il braccio di san Biagio, racchiuso in un raffinato reliquiario d'argento, in forma di braccio con mano benedicente e recante una palma, datato 1394 e firmato da Bartolomeo di ser Paolo da Teramo.
Nella parrocchia di Lanzara, frazione del comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, sono conservati due piccoli ossi d'una mano.
Nella cattedrale di Ruvo di Puglia si venera nel giorno di san Biagio un frammento del braccio di questo santo, racchiuso in un reliquiario a forma di braccio benedicente. La reliquia è portata in processione dal vescovo e esposta alla pubblica venerazione dopo la solenne messa pontificale, che si celebra in cattedrale al vespro del 3 febbraio.
Nella chiesa a lui dedicata nella città dalmata di Ragusa (oggi in Croazia), si conserva, secondo la tradizione, il cranio del santo patrono, in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione nella ricorrenza liturgica del santo.
A Ostuni è conservato un frammento d'un osso del martire, venerato e posto sulla gola di ogni fedele che si presenta in pellegrinaggio al santuario di San Biagio, sui colli ostunesi, il 3 di febbraio.
A San Piero Patti (Messina) è custodito, in una teca d'argento nella chiesa di Santa Maria Assunta, un molare di san Biagio. La teca è portata in processione in occasione delle due feste che la cittadina dedica al santo: il 3 febbraio e la prima domenica d'ottobre.
A Mercato Vecchio di Montebelluna, in provincia di Treviso, nella chiesa di San Biagio è custodito un pezzo di veste, e ogni anno, il 3 febbraio, per tutto il giorno vi si benedicono, in onore del santo, pani e arance.
Ad Acquaviva Collecroce, in provincia di Campobasso, nella parrocchia di Santa Maria Ester si conserva una reliquia del santo donata alla comunità verso la metà del Settecento.
A Napoli, nella Sala del Tesoro della basilica di San Domenico Maggiore, si conserva, in un reliquiario a forma di braccio, un frammento d'un dito del martire.
Ad Avellino, nella chiesina dell'Arciconfraternita dell'Immacolata (adiacente alla Cattedrale di Avellino), è conservato un frammento osseo della mano del santo.
A Bindo di Cortenova, in provincia di Lecco, ogni anno si celebra la grande festa di san Biagio. Tra gli usi tradizionali, il bacio delle candele benedette, il falò e i tipici ravioli molto aromatici chiamati in insubre scapinasc.
A Eboli, in provincia di Salerno, nella chiesa di San Nicola si conservano un dito e altre reliquie di san Biagio.
Ad Asti, presso la chiesa di Santa Maria Nuova, nell'altar maggiore si conservano un dente e alcuni altri resti.
A Brescia, nel tesoro della chiesa di San Lorenzo, si conserva il reliquiario di san Biagio, con alcuni denti e un osso ritenuti del santo.
A Caronia si venerano un frammento della mano e uno del braccio, conservati in due preziosi reliquiari.
Gli sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce. Nella Basilica di San Biagio a Maratea, alla destra della Regia Cappella dedicata al santo, vi è la palla di ferro sparata dai cannoni francesi durante l'assedio del dicembre 1806; su questa palla di ferro, inesplosa, sono ben visibili delle impronte che, secondo la tradizione, sarebbero le dita della mano destra di san Biagio. Relativamente alla sola esperienza della cittadina di Fiuggi, si narra che nel 1298 fece apparire delle finte fiamme sul paese, proprio mentre questi era in procinto di essere messo sotto assedio dalle truppe papali. La cittadina, che all'epoca si chiamava Anticoli di Campagna, era feudo dei Colonna che a loro volta erano in guerra con la nobile famiglia romana dei Cajetani. L'intenzione dei Cajetani era quella di attaccare il paese da due lati: dal basso scendendo dal castello di Monte Porciano e dall'alto, alle spalle di Fiuggi dalla parte di Torre Cajetani; in virtù di tale piano divisero le proprie forze. San Biagio avrebbe fatto apparire delle finte fiamme che indussero le truppe nemiche, che oramai si accingevano all'attacco, a pensare di essere state precedute dalle forze alleate. Di conseguenza mossero oltre, ritornando ai loro alloggiamenti. I fedeli il giorno successivo lo elessero patrono della città. A ricordo di ciò persiste tuttora l'antica tradizione paesana di bruciare grandi cataste di legna di forma piramidale, denominate stuzze, a ricordo dell'"apparizione". Tale manifestazione avviene la sera del 2 febbraio di ogni anno nella piazza più alta del paese (p.za Trento e Trieste), dinnanzi al Municipio. A Salemi in provincia di Trapani, san Biagio è compatrono assieme a san Nicola della città dal 1542. Si narra che in quell'anno, sotto il regno di Carlo V, la città di Salemi e le campagne circostanti, venissero invase dalle cavallette che ne distrussero i raccolti procurando, così, fame e carestia; allora i salemitani pregarono san Biagio, protettore delle messi e dei cereali, di liberarli da tale flagello ed il santo esaudì queste loro preghiere. Da allora i salemitani, in ricordo di questo evento, nella ricorrenza della festa del santo, ogni anno il 3 febbraio, preparano dei pani in miniatura: i "cavadduzzi", cioè le cavallette e i "cuddureddi", (impastando farina e acqua) questi ultimi rappresentano la gola di cui san Biagio è protettore. La chiesetta dedicata al santo si trova nel quartiere del Rabbato. Il 3 febbraio "cuddureddi" e "cavadduzzi" vengono benedetti e distribuiti ai fedeli che accorrono da ogni parte della città per pregare il santo e per farsi benedire la gola dal sacerdote con le candele accese ed incrociate. Dal 2008 viene fatta una rievocazione storica del miracolo delle cavallette, che vede dame, nobili e cavalieri, clero e popolani in costume medievale, uscire dal castello, percorrere tutto il centro storico ed arrivare alla chiesa del santo per deporre i doni e benedire le gole. Manifestazione a cui partecipano tutte le associazioni cittadine e le scuole. In Albania, a Durazzo nel monastero di san Biagio (alb: shen Avlash) durante la prima metà del XX secolo secondo migliaia di testimoni vi sarebbe avvenuto il miracolo di una roccia dalla quale sgorgava olio con effetti curativi per i credenti. Tale monastero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli albanesi sia mussulmani che cristiani.

Località di cui è patrono:

I fedeli si rivolgono a san Biagio nella sua qualità di medico, anche per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: è tra i quattordici santi ausiliatori. Durante la sua celebrazione liturgica, in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele; per questo è anche patrono degli specialisti otorinolaringoiatri. È anche protettore dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole. San Biagio è il santo patrono delle diocesi di Cassano allo Ionio e di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
Inoltre è patrono delle moltissime località estere (Dignano d'Istria, Ragusa di Dalmazia-Dubrovnik) e italiane, tra le quali i seguenti comuni :
Acate (RG)
Acquafredda (BS)
Alanno (PE)
Albiano (TN)
Alleghe (BL)
Alonte (VI)
Anguillara Sabazia (RM)
Atena Lucana (SA)
Avetrana (TA)
Bieno (TN)
Bovolone (VR)
Bronte (CT)
Bussi sul Tirino (PE)
Caderzone Terme (TN) compatrono
Calalzo di Cadore (BL)
Caltrano (VI)
Camastra (AG)
Cancellara (PZ)
Cantalupa (TO)
Cantalupo in Sabina (RI)
Canzano (TE)
Cappadocia (AQ)
Caprino Bergamasco (BG)
Caramagna Piemonte (CN)
Cardito (NA)
Caronia (ME)
Carosino (TA)
Casale Litta (VA)
Casaleone (VR)
Casal Velino (SA)
Castelbelforte (MN)
Castel di Casio (BO)
Castel di Sasso (CE)
Castelnuovo Belbo (AT)
Castelraimondo (MC)
Castiglione a Casauria (PE)
Cavriana (MN)
Cento (FE)
Ceresara (MN)
Cessalto (TV)
Chiaravalle Centrale (CZ)
Chiusavecchia (IM)
Cinto Caomaggiore (VE)
Civita (CS)
Codogno (LO)
Colognola ai Colli (VR)
Comiso (RG)
Corchiano (VT)
Corno Giovine (LO)
Corsano (LE)
Cortanze (AT)
Fiuggi (FR)
Fontecchio (AQ)
Forano (RI) compatrono
Giuliano di Roma (FR)
Grantorto (PD) compatrono
Izano (CR)
Lecce nei Marsi (AQ)
Legnaro (PD)
Lestizza (UD)
Maranello (MO)
Marano Equo (RM)
Maratea (PZ)
Marta (VT) compatrono
Militello Rosmarino (ME)
Milzano (BS)
Misano Adriatico (RN)
Mombercelli (AT)
Monguzzo (CO)
Montecatini Val di Cecina (PI)
Montecorice (SA)
Monte Cerignone (PU)
Montefiore di Recanati (MC)
Montegrosso Pian Latte (IM)
Monte San Biagio (LT)
Monte San Pietrangeli (FM)
Monte Vidon Combatte (FM)
Montorso Vicentino (VI)
Muccia (MC)
Mugnano di Napoli (NA)
Musso (CO)
Nanno (TN)
Nonio (VB)
Orbetello (GR)
Orune (NU)
Ostuni (BR) compatrono
Ottati (SA)
Palma Campania (NA)
Palombara Sabina (RM)
Palomonte (SA)
Parrano (TR)
Piandimeleto (PU)
Pieranica (CR)
Pietrasanta (LU) compatrono
Pietrastornina (AV)
Porano (TR)
Rapolla (PZ)
Revello (CN) compatrono
Robecco d'Oglio (CR) compatrono
Rubiera (RE) compatrono
Ruvo di Puglia (BA) compatrono
Sacrofano (RM) copatrono
Sala Bolognese (BO) compatrono
San Biagio della Cima (IM)
San Biagio di Callalta (TV)
San Biagio Platani (AG)
San Biase (CB)
San Marzano sul Sarno (SA)
San Piero Patti (ME) compatrono
Santa Lucia del Mela (ME) compatrono
Sassofeltrio (PU)
Spezzano della Sila (CS)
Suello (LC) compatrono
Sutrio (UD)
Suzzara (MN)
Torano Castello (CS)
Torrile (PR)
Tortora (CS) compatrono
Trovo (PV)
Vacri (CH)
Valdengo (BI)
Valmorea (CO) compatrono
Venaus (TO) compatrono
Vignanello (VT) compatrono
Villasor (CA)
Villeneuve (AO)
Vittorito (AQ)

È anche tra i compatroni delle città di Napoli e di Avellino.

PREGHIERE A SAN BIAGIO

O Glorioso San Biagio,
che con una breve preghiera restituisti
la perfetta salute ad un bambino,
che per una spina di pesce conficcata nella gola
stava per emanare l’ultimo respiro,
ottieni a noi tutti la grazia di sperimentare l’efficacia
della tua protezione in tutte le sofferenze della gola,
ma più di tutto di mortificare,
con la fede pratica dei precetti della Santa Chiesa,
questo senso che può farmi commettere tanti peccati.
E tu che con il tuo martirio lasciasti alla Chiesa
un’illustre testimonianza della fede,
ottienici di conservare questo dono divino
e di difendere senza rispetto umano,
con le parole e con le opere,
la verità della stessa fede,
tanto combattuta e denigrata ai giorni nostri.
Amen.

O martire invitto San Biagio,
che con lo spargimento del sangue
provaste la fede e l'amore a Gesù Cristo,
mantenete il sacro retaggio inviolato nei nostri cuori
e fate che modelliamo la nostra vita sui divini comandamenti
rivelandoci veri discepoli di Gesù Cristo.
Guardate, o gloriosissimo Patrono,
il popolo dei vostri devoti che V'invoca quale angelo di conforto,
palladio celeste di sicurezza.
Soccorretelo piamente in ogni angustia,
stornate dal suo capo ogni flagello,
ricolmatelo di ogni eletta benedizione e fate che,
sull'esempio vostro, colga la palma riserbata ai perseveranti
nel timore di Dio.
Così sia.

O glorioso San Biagio,
Voi che con breve preghiera
rendeste la perfetta salute
a chi per malanno di gola stava per morire,
concedete a noi tutti
la grazia del Vostro patrocinio.
E Vi preghiamo
di ottenerci dal Signore
la liberazione da tutti i mali della gola
e di saper mortificare questa ad onor Vostro
e per ottenere il bene della vita eterna.
Amen.

NOVENE A SAN BIAGIO

CORONCINA DI SAN BIAGIO

Da recitare per 7 sere

V. Deus in adiutorium meum intende.

R. Domine ad adiuvandum me festina.

V.Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.

R. Sicut erat in principio et nunc et semper et saecula saeculorum. Amen.

I. Dolce pastore e martire,
Biagio di Cristo amante,
Te celebriamo memori
delle tue glorie sante.
Te celebriam devoti,
con la speranza in core,
Biagio, patrono amabile,
accendi in noi l'amore!

Gloria al Padre...

II. Dal tuo bel cor prorompere
fece il Signor la fede,
che dispensasti ai poveri
dalla tua eccelsa sede;
vengono a Te i languenti:
ora, o Patrono santo,
li togli dai pericoli,
asciuga agli egri il pianto!

Gloria al Padre...

III. Se quel fanciullo debole,
spirante, quasi anèlo,
la madre a Te portàvalo,
fors'angelo pel cielo,
Tu lo guarivi subito
con gesto sovrumano;
guarisci, o Padre, il popolo
per Te sempre cristiano!

Gloria al Padre...

IV. Sul monte Argeo le trepide
ore del tuo tormento,
tra fiere mansuetissime
passasti il gran cimento.
O Biagio, Padre tenero,
rendi mansueti i cuori,
fa' che passioni indocili
sian dome nei dolori!

Gloria al Padre...

V. Ma se il tiranno perfido
seppe cruciarti tanto,
Tu con sorriso angelico
soffristi da gran santo;
fa' che i tuoi figli intrepidi,
fidando sul tuo esempio,
le sofferenze orribili
sopportino senza scempio!

Gloria al Padre...

VI. Soffristi, o santo martire,
paziente e rassegnato,
l'ira, il furore, i pettini
di Agricolao sdegnato;
fa' che i tuoi figli vincano,
pazienti nel dolore,
l'ansie, le insidie, i fremiti
del vecchio tentatore!

Gloria al Padre...

VII. Biagio, patrono amabile,
proteggi il nostro suolo,
sii sentinella vigile,
difendici nel duolo.
O Padre tenerissimo,
volgi lo sguardo a noi,
nei gran travagli aiutaci,
Tu che, potendo, vuoi!

Gloria al Padre...

NOVENA A SAN BIAGIO PROTETTORE DI MARATEA

Glorioso San Biagio, scelto dai nostri padri come protettore della terra e della popolazione di Maratea, eccoci dinanzi a te, esempio di coraggiosa testimonianza.
Nel ricordo della tua santità si rafforzi la nostra fede, si ravvivi la nostra speranza, s'infiammi la nostra carità, crescano in noi con le virtù infuse dallo Spirito Santo, le virtù acquisite attraverso il nostro quotidiano impegno nel vivere secondo le indicazioni di Gesù Cristo che invitava i suoi discepoli ad essere perfetti come il Padre suo che è nei cieli.
Gloria al Padre ...

Santo Glorioso gran protettore
accogli i palpiti del nostro cuore
che uniti al canto doniamo a te
prega per tutti, prega per me.

Glorioso San Biagio, tu con un segno straordinario di benevolenza, hai voluto che una parte dei resti del tuo corpo martoriato giungesse fin nella nostra terra, custodito come preziosa reliquia nel santuario a te dedicato. Le tue ossa siano anzitutto un richiamo a imitare le tue virtù, davanti alle tue reliquie noi preghiamo Dio affinché, grazie alla tua intercessione, conceda la pace e l'unità alla sua Chiesa.
Gloria al Padre ...

Sempre il tuo sguardo tu volgi a noi
benchè siam miseri ma figli tuoi
vissuti sempre nella tua fe'
prega per tutti prega per me.

Glorioso San Biagio, il tempio che la pietà dei nostri padri ha eretto per conservare le tue reliquie e perpetuare il tuo ricordo, per la posizione elevata e solitaria, per la bellezza del luogo in cui sorge, sia segno dell'armonia del cosmo e della bellezza divina; sia per la predicazione che vi risuona, richiamo efficace alla conversione; sia invito a vivere nella carità e a incrementare le opere di misericordia; sia per la vita sacramentale che vi si svolge, luogo di consolidamento della fede e di crescita nella grazia, di rifugio e di speranza nell'afflizione; sia sempre segno di Dio e della sua irruzione nella storia.
Gloria al Padre ...

È grave l'ora in cui volgiamo
prega l'Altissimo Ti supplichiamo.
Pien di speranza veniamo a Te
prega per tutti prega per me.

Glorioso San Biagio, gran parte dei tuoi devoti vive lontano da questa città per motivi di lavoro, tra tante difficoltà e tanta nostalgia per Maratea, ti preghiamo volgi lo sguardo alla tua gente vicina e lontana, allevia le nostre sofferenze, allontana il nostro paese dalla guerra, dall'odio e dalla violenza, dona a tutti la luce della verità, il calore della speranza, il conforto dell'amore.
Gloria al Padre ...

Lungi dai popoli tanti flagelli
fa a tutti intendere che siam fratelli
perciò la pace chiediamo a te
prega per tutti prega per me.

PREGHIERA
Glorioso San Biagio, tu sei stato il pastore buono e saggio della tua Chiesa in Armenia e per essa hai speso le tue energie, coronando col martirio un'esistenza consacrata interamente all'amore di Dio e del prossimo, noi ti ringraziamo per aver scelto la nostra città come luogo del tuo riposo. Nel santuario a te dedicato noi conserviamo la parte più importante del tuo corpo benedetto, quel sacro torace che fu la culla del tuo cuore di padre; ed al tuo cuore di padre noi ci rivolgiamo per domandarti perdono della poca illuminata devozione con cui talvolta abbiamo creduto di onorarti, senza seguire, come dovevamo, i tuoi insegna,menti e i tuoi esempi. Ti preghiamo umilmente di intercedere presso Dio perchè ci perdoni le colpe commesse nell'offendere il suo nome, nel rifiutare per presunzione o per ignoranza i comandamenti della Chiesa che regolano la vita cristiana, nel trascurare in modo particolare il comandamento della carità mostrandoci estranei e ostili a coloro che vivono accanto a noi e che sono il nostro prossimo. Purificati da un sincero pentimento e incoraggiati da un fermo proposito di comportarci meglio per l'avvenire, chiediamo a Dio per la tua intercessione di proteggere la nostra città e preservarla da ogni male, di benedire le nostre famiglie e donare loro la pace, di guidare e illuminare i nostri ragazzi e i nostri giovani, di essere medico per i nostri ammalati, di essere vicino ai nostri parenti e amici lontani, tu, nostro santo protettore, presentaci a dio misericordioso e, per meriti del suo Figliolo, con l'intercessione di Maria, madre della Chiesa, imploraci la sua presenza in questa vita e la beatitudine nella vita eterna.
Amen.

SUPPLICA
Martire gloriosissimo, gran Medico e gran Vescovo dolce mio S. Biagio, io giubilo, che la SS. Trinità volle in Voi rappresentare la sua Essenza una nella Natura e Trina nelle Persone coll’unire in Voi tre stati: di Medico. di Vescovo e di Martire. Mi rallegro con Voi che colla soavità delle parole, e con la facilità de' miracoli, convertiste gran numero d’Idolatri. Godo, che il Signore abbia a Voi affidata la tutela della gola fin da quando, nel risanare il giovinetto agonizzante per la spina attraversata alle sue fauci, lo pregaste per tal sorte di afflitti. O santo della cordialità, o Santo della gratitudine, io ringrazio la SS. Trinità, che Vi donò un cuore tanto pietoso e una potenza tanto salutare. Ricordatevi che, non contento di averla fatta da Padre con quelle sette donne, le quali raccolsero il vostro sangue, la faceste per esse anche da Madre co' loro figliuoli.
Voi gittato a morire in un lago, camminaste a pie' asciutto su le acque, su le quali, assiso, predicaste il Vangelo a maggiore trionfo della santa Fede. Deh, miracolosissimo Santo, prevenitemi con la vostra assistenza, soccorretemi sempre, e difendetemi da ogni pericolo. Ricordatevi che, prima di stendere il collo alla scure, pregaste per tutti quelli che si fossero raccomandati a Voi, e Vi fu subito risposto con voce udita da tutti: Io ho esaudita la tua Orazione e ti concedo quanto chiedi; pregate per me; io ricorro alla vostra orazione, e mi raccomando a voi. Liberatemi da ogni male e datemi la perseveranza nel bene. Così sia.

INNO

Salutis aram Blasius
Erexit: aegri accurrite,
Languentiumque Vindici
Votiva dona ponite.

Cuicumque tristis obtinet
Angina fauces gutturis,
Cui semitam meabilem
Obex iniquus perstruit.

Hic pharmacis mortalibus
Curisque spretis advolte.
Potentiore Martyris
Levandus arte et dextera.

Quam fortis ille et strenuus
Suos dolores pertulit ;
Tam mitis et clemens opem
Fert omnium doloribus.

InvicteMartir, servulos
Tuos ab hoste protege,
Infer salutem corpori,
Refer quietem mentibus.

Sit summa laus et gloria
Tibi, superna Trinitas:
Dona, precante Blasio,
Beata nobis gaudia. - Amen


ICONOGRAFIA DI SAN BIAGIO

L’iconografia relativa a San Biagio lo vede in procinto di benedire la gola ad un bambino che stava morendo soffocato per una spina di pesce.
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SAN BIAGIO DI SEBASTE
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