Quasi tutti pregano qualche volta, ma sono pochissimi che fanno della preghiera una parte importante della loro vita quotidiana. Per la maggior parte di noi la preghiera è la soluzione di emergenza. Quando le cose vanno bene, ci dimentichiamo di pregare; tendiamo semplicemente a dire che "non abbiamo tempo" di pregare. Ecco perché molti "scoprono" la preghiera in certe situazioni di crisi, come in occasione di un lutto o del fallimento di una relazione. In tali circostanze siamo costretti a pensare più a fondo a ciò che ci sta accadendo.
Nella frenesia della vita giornaliera diventa difficile inserire Dio e la preghiera è vista come una cosa irrilevante nella pressione della vita quotidiana. Naturalmente non deve mai mettere in pericolo i nostri doveri: sarebbe un controsenso tradirli per onorare Dio con la preghiera. Occorre imparare ad organizzare il proprio tempo e liberarsi di tante cose inutili (chiacchiere, letture inutili, televisione, telefonate interminabili, curiosità, storie, stupidità, mondanità, ecc.). Tuttavia, un po' di tempo per la preghiera dobbiamo trovarlo, perché la preghiera interessa un aspetto della nostra realtà che in generale tendiamo a trascurare. Per crescere, le basta poco spazio, preferibilmente un po' di tempo riservato espressamente a questo scopo. Ma, soprattutto, ha bisogno della convinzione che il Dio che esiste e ci ama è interessato e coinvolto in tutti i dettagli e circostanze della nostra vita. La maggior parte della gente concepisce la preghiera come un "chiedere qualcosa a Dio". Ciò è comprensibile, poiché questa è la più semplice e la più naturale forma di preghiera.
Se crediamo che esiste un Dio che può aiutarci, non c'è niente di più naturale del chiedergli di farlo. Gesù ci ha detto di chiedere al Padre celeste "cose buone". "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto" (Matteo 7,7). Il fatto stesso di chiedere è segno che siamo convinti che Dio è in grado di soddisfare la nostra richiesta. Forse è appunto per questo che Dio vuole che chiediamo e subordina il suo dare al nostro chiedere. Il chiedere aiuto a Dio, anche come ultima risorsa in un momento di emergenza, è un implicito atto di fede. Non sempre la nostra volontà e la volontà di Dio coincidono, ma quando la sua volontà e la nostra convergono nella preghiera, la combinazione crea "potenza".
Supponendo che abbiamo veramente bisogno dell'aiuto di Dio, si pone un'altra domanda: ciò che chiedo è un qualcosa che Dio vuole che io abbia?
L'attività più futile al mondo è quella di pregare contro la volontà di Dio. A noi possono sembrare richieste perfettamente legittime, ma Dio che sa tutto, compreso il futuro, può sapere che non sono giuste per noi o comunque non opportune per noi in quel momento. Egli vuole semplicemente che noi chiediamo. Gesù ci ha detto di chiedere. Perciò non esitate a pregare nel momento del bisogno. Se siete in pensiero o preoccupati per qualcosa o qualcuno, confidatelo semplicemente a Dio. Non avete bisogno di parole né di formule speciali per fare ciò. Basta semplicemente dirlo!
Chi si avvicina a Dio deve credere che egli esiste e ricompensa coloro che lo cercano. Il primo passo nella preghiera deve essere la certezza che Dio esiste, che può ascoltarci ed intervenire su ciò che gli diciamo. Siamo disposti a credere in un Dio che ha creato l'universo, ma riteniamo molto più difficile credere che un tale Dio possa interessarsi di insignificanti esseri umani su un piccolo pianeta in un angolo del nostro sistema solare. Perché Dio dovrebbe ascoltare le nostre preghiere? E perché dovrebbe fare qualcosa per esaudirle?
La Bibbia in realtà ci presenta il quadro di un Creatore di immenso potere ed autorità. Di lui dice che "abita in una luce inaccessibile". Dice inoltre che "nessuno ha mai visto Dio". Dice che Dio incute timore, che è santo e totalmente diverso da noi. Dio è eterno: non ha inizio e non ha fine. Dio non cambia mai. Il suo amore e la sua sollecitudine non cambiano mai. Non ci ama un giorno per ignorarci il giorno dopo. E' l'unico in cui possiamo confidare, l'unico che non ci abbandonerà mai. Nessuno ha creato Dio. Egli è sempre esistito. Non cambia mai. Non diventa mai vecchio o debole. La Bibbia parla anche di Dio come nostro "Padre", che ama ed apprezza ogni persona che ha fatto nascere. Dio ci ha creati e Dio si prende cura di noi. Infatti, il Dio che ci ha creati si è preso cura di noi al punto di mandare suo Figlio a morire per i nostri peccati e riportarci a lui.
Per prima cosa la preghiera non è una recita di parole. Qualcuno dice: "Non riesco a trovare il modo di esprimermi", come se Dio stesse a guardare se recitiamo correttamente una formula prescritta. La Bibbia ci dice che Dio penetra i nostri pensieri, per cui non ha alcuna difficoltà a capire ciò che le nostre parole cercano di esprimere. Dio è in grado di "sentire" un desiderio espresso da un sospiro, da un gemito di dolore, e di comprenderne esattamente il significato.
In secondo luogo la preghiera non è un lavoro o un dovere. Dio non cronometra le nostre orazioni per controllare se oggi abbiamo riservato alla preghiera tutto il tempo prescritto.
La preghiera non va intesa come un peso, ma come gioia. E certamente non può essere valutata in base alla sua lunghezza.
Pregare non è anzitutto dire delle cose a Dio, ma fare silenzio davanti a Lui, stare ad ascoltarlo sentendoci guardati da Lui e godendo di stare a lungo in sua compagnia.
Pregare è lodare, benedire, magnificare e ringraziare Dio. Molto spesso la nostra preghiera si esaurisce nel chiedere qualcosa al Signore e ci dimentichiamo che l'aspetto essenziale della preghiera è la lode ed il ringraziamento al Signore per quanto ci ha donato ed ha fatto per noi.
Pregare è aprire il cuore a Dio facendo a Lui le nostre confidenze più intime. E' opportuno mettere al corrente Dio di ciò che ci succede, non per informarlo, dal momento che Egli già conosce tutto di noi, ma perché questo esercizio è utile a noi stessi perché ci rende più riflessivi e responsabili di fronte alle vicende della nostra esistenza ed alle scelte che facciamo ogni giorno.
Pregare è consultarsi con Dio, cioè sforzarsi di entrare nel modo di pensare e di vedere le cose come le pensa e le vede Lui.
Pregare è aderire alla volontà di Dio. Si deve pregare per suscitare in noi l'amore per Dio ed amare Dio significa fare ciò che Egli desidera. Non dobbiamo con la preghiera pretendere di far cambiare idea a Dio, o di tirarlo dalla nostra parte per imporgli il nostro punto di vista, ma, al contrario, la preghiera deve spingere noi dalla parte di Dio.