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Dove la magia è amore universale, umiltà e ascolto...la magia svelata, per il benessere dell'anima.E' come se in un attimo sbocciasse la vita, laddove prima c'erano solo silenzio ed immobilità.
 
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 PENSIERO DEL GIORNO

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MessaggioTitolo: PENSIERO DEL GIORNO   PENSIERO DEL GIORNO EmptySab Feb 16, 2013 2:31 am

Ideale - non abbandonarlo a causa di qualche persona sgradevole

"Voi avete un ideale, ma nel vostro ambiente ci sono persone che non vi piacciono e che, secondo voi, vi impediscono di realizzare quell’ideale, e perciò siete tentati di tornare alle vostre consuete occupazioni. Ebbene, si tratta di una pessima reazione. Se avete un ideale, non abbandonatelo a causa di persone che non vi piacciono! Nessuno è perfetto e occorre sopportarsi a vicenda. Pensare che gli altri non debbano fare degli sforzi per sopportarvi significa dar prova di grande orgoglio. Provate a pensare ogni giorno che ci sono persone che vi sopportano, e scoprirete così l’umiltà.
L’umiltà è una virtù, ma prima di tutto è saggezza, è un modo di comprendere; l'umiltà sa come collocare le cose. Sì, la vera umiltà è saggezza poiché ha una visione chiara, mentre l’orgoglio offusca la vista. Chiedetevi dunque come gli altri vi vedono e vi percepiscono – forse anche in voi c’è qualcosa che li disturba e fa loro del male – e poi continuate a lavorare."

(Omraam Mikhaël Aïvanhov)
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MessaggioTitolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO   PENSIERO DEL GIORNO EmptySab Feb 16, 2013 2:35 am

Il dizionario definisce in questo modo l'Umiltà: "sentimento e conseguente comportamento improntato alla consapevolezza dei propri limiti e al distacco da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessivi di sé". Oltre alla semplice definizione a me piace pensare all'Umiltà come una persona, per cui mi piace andare alla sua essenza e mi viene spontaneo dire che l'Umiltà è la consapevolezza che c'è sempre qualcuno davanti a noi. Un esempio evidente di Umiltà è stato dato dalla vita e dall'Ordine fondato da San Francesco.
Il sogno di San Francesco, da giovane, era quello di diventare cavaliere. Si era procurato il cavallo e tutto il materiale di guerra per seguire un nobile che andava in Puglia. Alla vigilia della partenza, saputo che un nobile di Assisi non poteva partecipare alla spedizione perché gli mancavano i fondi per procurarsi il necessario, Francesco non esitò un istante: si spogliò della sua armatura e la donò al nobile. La notte stessa, in sogno, gli apparve in visione una persona che lo guidò in un palazzo pieno di armi, cavalieri, lance e scudi rilucenti e gli disse che tutte quelle cose appartenevano a lui e ai suoi cavalieri. Francesco interpretò la visione come un messaggio augurale e continuò il viaggio. La notte successiva risentì la voce che gli diceva: "Francesco, chi ti può essere utile di più, il Signore o il Servo?" "Il Signore?" Egli rispose. "Perché dunque lasci il signore per il Servo, il principe per il vassallo?" Francesco allora umilmente disse: "Signore che vuoi che io faccia?". "Torna alla tua terra e là ti sarà rivelato tutto ciò che dovrai fare".
La vita di S. Francesco è piena di questi esempi e l'Umiltà è il fondamento dell'Ordine da lui fondato.
Le sue parole risuonano in questo modo: "Miei fratelli! Dio mi ha chiamato a seguire la voce dell'umiltà e mi ha mostrato la via della semplicità. Io non voglio sentire parlare di una regola qualunque. Il Signore mi ha detto che egli voleva che io fossi un pazzo nel mondo; e Dio non ha voluto condurci in nessun altra via che non fosse questa".
Anche tra le regole stesse dell'Ordine leggiamo: "Che i frati vadano come pellegrini e forestieri in questo mondo servendo il Signore in povertà ed umiltà, a chiedere l'elemosina con confidenza e non debbano averne vergogna".
L'Umiltà è collocarsi al giusto gradino fra Dio e gli uomini, riconoscere i propri limiti e le proprie potenzialità e, in funzione di questi, mettersi a disposizione completa degli altri lasciandosi attraversare, come canali consapevoli, dall'Amore Divino.
Si può notare un nesso che lega l'Umiltà con la Legge di Evoluzione, i cui principi sono: principio di limitazione e principio di manifestazione periodica e ciclica.
Infatti, spesso essere umili significa avere la consapevolezza di non essere soli comprendendo che nel cammino evolutivo troveremo sempre qualcuno davanti a noi.
"La vita è, ed essendo evolve".
Ogni forma di vita è sottoposta ad un processo evolutivo, che è composto da due fasi, che sono: l'involuzione e l'evoluzione.
All'inizio della creazione si avviò un processo involutivo durante il quale si realizzò l'organizzazione degli elementi. Ad un certo punto gli elementi furono pronti per aggregarsi in modo più coordinato e nacque il Regno Minerale ed ebbe così inizio la fase evolutiva che proseguì dando vita ai regni: Vegetale, Animale, Umano, delle Anime, ecc.
Ogni Regno manifesta gradi di conoscenza superiore rispetto ai Regni precedenti e inferiore rispetto ai regni successivi.
Tutte le forme esistenti passano attraverso il processo evolutivo, l'Anima stessa segue questa Legge, essa ne rappresenta la forza più interiore e soggettiva.
L'uomo rappresenta il passaggio fra un ciclo che finisce ed un altro che inizia e, nello stesso tempo, rappresenta il punto di mezzo e la chiave di volta di tutto il processo evolutivo.
L'uomo dovrebbe prendere consapevolezza della propria posizione e della sua funzione, riconoscendo la guida dei Regni Superiori nei suoi confronti ed assumendosi la responsabilità di accompagnare ad evolvere i Regni sottostanti, primo tra tutti quello Animale.
Il percorso che ciascuno compie può essere assimilato metaforicamente alla progressione che porta verso le cime più alte delle montagne: chi è avanti, per poter procedere, deve sostenere chi lo segue, e ricevere il sostegno di chi prima di lui ha compiuto gli stessi passi.
La consapevolezza di essere un punto all'interno di un processo molto più ampio consente di ridimensionare il proprio egocentrismo e, allo stesso tempo, permette di chiedere quel sostegno di cui tutti abbiamo bisogno per procedere sul Sentiero.
Entrando in contatto pieno con la nostra Anima sentiamo il suono dell'alto, dell'infinito che ci chiama a compiere passi verso l'evoluzione, verso Casa.
L'Umiltà dovrebbe portare ciascuno a formulare pensieri di comprensione e fratellanza, sentendoci simili ad una particella all'interno di un organismo più grande. È importante, quindi, che l'umiltà venga praticata con costanza e che poggi sull'accettazione di sé, nella gioia che alcuni ci "possano garantire lo sviluppo futuro perché hanno conseguito più" di noi.
Per entrare in contatto con il Sé superiore e vivere la piena accettazione dei propri limiti, occorre che la personalità con i suoi automatismi quotidiani sia messa a tacere in modo tale che l'Anima si possa esprimere e possa portare avanti le prove che deve compiere.
L'Umiltà ci mette in contatto anche con la nostra fragilità, nel senso di tenere tra le mani le nostre parti più piccole e mostrarle senza nasconderle, permettendo agli altri di osservarle e di utilizzarle.
Quando la personalità non è un pieno strumento al servizio dell'Anima, spesso ci si imbatte in pensieri di superiorità, di orgoglio e di arroganza che coprono, in realtà, l'incapacità di tenere la propria fragilità tra le mani, di occuparsene consapevolmente, utilizzandola.
Imparare ad osservare ed ad evolvere significa essere consapevoli del proprio livello evolutivo ed accettarlo con umiltà. Anche nelle scuole elleniche era uso comune che gli allievi novizi non parlassero se non dopo un lungo periodo di silenzio in cui coltivare l'attitudine ad ascoltare.
Questo concetto è espresso splendidamente dal mantram "Sia fatta la Tua volontà e non la mia": questa frase ricorda l'Insegnamento che il Cristo è venuto a portare a tutti gli uomini affinché comprendessero la Legge di Vibrazione collegata alla Legge di Evoluzione.
Il rimettersi alla volontà di chi ci Guida è connesso all'accettare l'Insegnamento, senza avere la presunzione di sapere, nell'attesa di conoscere, affidandosi.
"La vera umiltà si basa sul vero, sulla visione e sull'urgenza del tempo", quindi, si basa sulla capacità di collegarci all'Assoluto, vedendo chiaramente in noi stessi ed attraverso la Luce dell'Anima, rispondendo consapevolmente al Servizio che viene visto necessario in un dato momento, osservando se stessi nella realtà della manifestazione dei propri limiti e talenti, senza orgoglio spirituale, quanto con Amore.
"Una delle prime lezioni per l'allievo è quel distacco interiore che gli consente di immergersi nella coscienza del suo simile e così conoscere ed accettare il modo migliore di aiutarlo e stimolarlo a rinnovare lo sforzo da sé. Gli occorre anche quella vera umiltà che lo costringe a dare quanto possiede in servizio impersonale, per poi dimenticarlo" (Il Discepolato nella Nuova Era, 417).
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MessaggioTitolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO   PENSIERO DEL GIORNO EmptySab Feb 16, 2013 2:46 am

Attenzione poi a non confondere l'Umiltà con la timidezza o peggio ancora con la paura...e qua mi viene in aiuto il mio caro e buon Osho Smile Egli sosteneva che l'Umiltà non è nè timidezza nè nascondersi per la paura e per evitare confusioni, vi trascrivo esattamente le sue parole, tratte dall'opera "Satyam Shivam Sundaram"
"l’inconsapevolezza umana è tale che nessuno riesce a fare distinzioni tra le proprie azioni e il modo in cui interagisce con la realtà; la differenza, altrimenti, sarebbe così chiara che persino fare questa domanda non avrebbe senso.
Prima di tutto devi considerare più attentamente la parola ‘umile’. Tutte le religioni le hanno dato una connotazione sbagliata: per umile intendono solo l’opposto di egoista. Non è così. Persino l’esatto opposto dell’ego sarà ancora ego, solo nascosto dietro una facciata. Questo si vede ogni tanto nella cosiddetta persona umile: pensa di essere più umile di chiunque altro… e quello è l’ego. L’umiltà non conosce questo tipo di linguaggio. Per avidità, – a causa di una tremenda avidità di entrare in paradiso e godersi tutti i suoi piaceri, – un uomo è capace di reprimere il suo ego e diventare umile. Prima che possa dirti cos’è la vera umiltà, devi comprendere quella falsa. Se non comprendi la falsa umiltà, è impossibile definire quella vera. In realtà, quando comprendi quella falsa, la vera umiltà sorge spontaneamente nella tua visione. La falsa umiltà è solo ego represso, che finge di essere umile ma desidera comunque essere superiore. La vera umiltà non ha nulla a che fare con l’ego: è assenza dell’ego. Non vuole essere superiore a nessuno. È pura e semplice comprensione del fatto che nessuno è superiore, e nessuno è inferiore; le persone sono solo se stesse, uniche in modo incomparabile. Non puoi paragonarle e trovarle superiori o inferiori. Quindi la persona veramente umile è molto difficile da comprendere, perché non sarà umile nel modo in cui lo intendi tu. Hai conosciuto centinaia di persone umili, ma erano tutti egoisti, e tu non sei in grado di riconoscere il loro ego represso. La vera umiltà è semplicemente assenza dell’ego. Vuol dire abbandonare interamente la personalità – tutte le ‘decorazioni’ accumulate intorno a te – ed essere simile a un bambino che non sa chi è, che non sa nulla del mondo. Ha occhi che vedono con chiarezza; può vedere il verde degli alberi con più lucidità di come lo vedi tu. I tuoi occhi sono pieni di quella polvere che chiami conoscenza, sapere. Per quale motivo hai accumulato questa polvere che ti sta rendendo cieco? Perché il sapere dà enorme energia al tuo ego. Tu sai, e gli altri no. La persona umile non sa nulla. Ha percorso il cerchio completo fino a tornare all’innocenza dell’infanzia. È colmo di meraviglia. Vede misteri dappertutto.
Raccoglie sassi e conchiglie sulla spiaggia e se ne rallegra come se avesse trovato diamanti e smeraldi e rubini. I bambini hanno una enorme chiarezza. In quella chiarezza, in quella trasparenza, in quella prospettiva il mondo appare come un miracolo. La persona umile ritorna a questa esistenza miracolosa. Noi la diamo per scontata, ma non siamo in grado di capire come dallo stesso terreno nascano il fiore di loto, e la rosa, e milioni di altri fiori.
La terra non ha colori; e allora da dove arrivano tutti quei colori meravigliosi? La terra è rozza; da dove vengono le rose vellutate? La terra non è verde; da dove arrivano tutti gli alberi verdi? La persona umile è come se fosse di nuovo un bambino. Non ha pretese, ma solo gratitudine, gratitudine per ogni cosa; è persino grata per cose di cui tu non puoi nemmeno immaginare si possa essere grati. Una persona umile vive una vita di gratitudine senza condizioni; non è solo grata a dio, ma anche agli esseri umani, agli alberi, alle stelle, a tutto.
Essere timidi è un’altra espressione dell’ego, anche se è stato trasformato quasi in un ornamento. Una persona timida, specie una donna in Oriente, viene considerata particolarmente aggraziata proprio perché è timida; ma queste donne sono timide solo perché la cosa viene molto apprezzata. In Occidente piano piano questa timidezza sta scomparendo nelle donne, perché non viene più considerata di qualche valore. È solo il segnale di una tradizione di schiavitù. La donna moderna in Occidente se ne è liberata perché era anche una catena, un legame, che deve essere spezzata se la donna vuole essere libera. Quali sono i momenti in cui inizi a sentirti timido? Sono i momenti in cui qualcuno ti loda, i momenti in cui qualcuno ti dice: ‘Sei così bella!’ – e sai che non è vero, che non ci sono in giro così tante persone belle. Ma quasi tutti incontrano qualche idiota che dirà loro: ‘Sei così bella!’
E proprio allora sorge la timidezza perché sai che non è vero, ma soddisfa talmente il tuo ego! Puoi provare, puoi dire a un donna molto brutta, o a un uomo brutto: ‘Mio dio! Il mondo non ha mai visto qualcuno come te. Sei così bella che persino Cleopatra non è niente al tuo confronto’. Persino la donna più brutta non sarà capace di negarlo. Anzi ti dirà: ‘Sei la sola persona che dimostra di avere buon gusto…’ La persona priva di ego non si sente mai timida. Se dici qualcosa di falso su di lei, lei stessa lo confuterà. Vuole mostrarsi in tutta la sua autenticità. E l’ultima cosa: ‘nascondersi per paura’. Sono tutte diverse espressioni dell’ego: una falsa umiltà, l’essere timidi – sapendo perfettamente che ciò che viene detto non è vero – e la terza, il nascondersi per paura. Tranne l’ego, non c’è elemento in te che possa provare paura, perché l’ego è l’unica cosa falsa e destinata a morire.
Il tuo corpo non scomparirà – semplicemente si dissolverà nei suoi elementi di base – né morirà la consapevolezza. Continuerà il suo viaggio verso livelli e forme più alti di espressione, o si dissolverà infine nella consapevolezza universale. Ma quella non è morte. È diventare più grandi, più vasti… infiniti ed eterni. Non è una perdita. L’unica cosa che morirà, ed è morta tutte le volte in cui sei morto – il corpo torna ai suoi elementi materiali, la consapevolezza va nella consapevolezza universale o in una nuova forma di consapevolezza – l’unica cosa che muore più e più volte è l’ego. Ecco perché l’ego è la causa fondamentale di tutta la paura che c’è in te. Un uomo privo di ego è anche privo di paure. Per quanto ti riguarda si tratta solo di una distinzione intellettuale. Non così per me: è la mia esperienza. Il giorno in cui il mio ego è scomparso, ho scoperto un tipo completamente diverso di umiltà. Ho scoperto che non c’è nessun motivo per essere timidi, e non mi sono mai nascosto per paura. Questa può diventare anche la tua esperienza: a meno che non diventi un’esperienza, la sola comprensione intellettuale non serve. La meditazione è un aiuto a liberarti dall’ego, e allora tutte e tre queste cose scompariranno. Ma se ti trovi in uno stato di inconsapevolezza, sarà molto difficile distinguere tra l’umiltà autentica e quella finta. Un uomo mi ha detto: ‘Non solo non so cosa mi porterà il domani, ma non sono ancora del tutto sicuro di ciò che mi è successo ieri’. Viviamo tutti come sonnambuli, camminiamo nel sonno. La nostra consapevolezza è un fenomeno così superficiale, e la nostra inconsapevolezza è profondissima…
Le nostre azioni nascono tutte dall’inconscio; le nostre decisioni nascono dalla mente cosciente. Ecco perché azioni e decisioni non vanno mai di pari passo.
Dici qualcosa ma poi fai qualcos’altro, perché dentro di te sei completamente diviso. Chi agisce è la parte inconscia, mentre la mente cosciente è così piccola che riesce solo a produrre parole. Per quanto riguarda l’azione e lo stile di vita, essi provengono dall’inconscio. È vastissimo – la tua eredità di milioni di anni di evoluzione umana – e straordinariamente potente.
Ricorda che se sei in balia dell’inconscio, non c’è alcuna possibilità di vedere le cose esattamente come sono. Tranne che con la meditazione, non c’è altro modo di portar luce nell’oscurità inconscia del tuo essere. Man mano che la meditazione progredisce, cresce la consapevolezza, e diminuisce l’inconsapevolezza. Al livello più alto la consapevolezza è totale e l’inconsapevolezza è completamente scomparsa. Quello è il momento in cui le tue parole, la tua vita e il tuo essere hanno lo stesso significato, sono in sintonia: non c’è frattura, divisione o antagonismo. Sarà bene che non ti limiti a una curiosità intellettuale riguardo alle distinzioni tra le cose. Vai più in profondità nella tua meditazione, e poi la risposta nascerà dentro di te. Solo una risposta che è tua, può renderti veramente saggio."
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