Come si può accedere alla Libera Muratoria di propria volontà e con il suo consenso, altrettanto si può lasciarla. Come non esisteva preclusione al momento dell'adesione alla Fratellanza, così non esiste vincolo circa la durata dell'appartenenza ad essa. Resta fermo il diritto alla possibilità di abbandonarla qualora si ritenesse opportuno farlo. Naturalmente la Istituzione si riserva il diritto di chiarire le motivazioni che possono aver originato tale decisone, ma ad ogni uomo dev’essere riservato il diritto di mutare i propri sentimenti. Se ad un certo punto si dovessero modificare i rapporti personali con il Sacro, al punto da negare l’esistenza divina e la fede nelle Sacre Scritture, sarà preciso dovere il dimettersi, dato che l’istituzione non può assolutamente tollerare la presenza di veri atei nei suoi Templi. Se non si potesse più mantenere la lealtà nei confronti dei doveri massonici, si dovrà lasciare immediatamente la Massoneria. Mai si dovrà però abbandonarla a causa di un Fratello che viene considerato indegno, o perché un Fratello non ha offerto il proprio aiuto negli affari, o perché non ci si è integrati nella Loggia. Se lo si facesse per una di queste ragioni, la Fratellanza diverrebbe automaticamente cosciente d’aver commesso un grave errore ammettendoci nelle sue fila. Per lasciare la Massoneria occorre comunque assicurarsi d’aver saldato per intero le capitazioni, e d’aver presentato correttamente le tue dimissioni. Si riceverà poi la conferma delle stesse, che scioglierà ogni impegno nei confronti della Libera Muratoria. Non sarà necessario indicare le ragioni della decisione, in quanto questo è un diritto che la Tradizione massonica non può assolutamente negare. Confermate le dimissioni, si sarà perso definitivamente ogni privilegio massonico, quali il diritto di frequentare o visitare qualsiasi Loggia regolare, così come ogni altro vantaggio assicurato dalla Libera Muratoria.