«Quante persone si aggrappano disperatamente alla loro esistenza terrena! Ignorano che la vita non finirà con ciò che si è stabilito di chiamare “morte”, tanto che alcuni, per prolungare la propria vita, sono capaci di commettere dei crimini. Lo spiritualista ha tutta un'altra concezione delle cose. Ama la vita e ne scopre ogni giorno il significato e la bellezza, ma allo stesso tempo quella vita, con le limitazioni, le costrizioni e le sofferenze che impone, gli pare a volte un fardello. Come non aspirare all’altra vita, che egli intuisce essere più reale dell'esistenza terrena? Tuttavia, sapendo anche di essere sceso sulla terra per fare un lavoro, per riparare ai propri errori del passato e perfezionarsi, egli accetta pensando che quando avrà terminato quel lavoro, andrà a vivere libero nello spazio.
Ecco la verità che gli spiritualisti conoscono, e per questa ragione, anche se sanno che la vera vita è altrove, sono convinti di avere qualcosa da fare sulla terra. Finché non hanno terminato il lavoro per il quale sono venuti, tutto il resto li lascia indifferenti; essi non si chiedono se preferiscano vivere o morire: vogliono semplicemente terminare il proprio lavoro. Ma non appena questo è terminato, se ne vanno nella pace e nella gioia.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)