"Il diritto di esprimersi liberamente è di sicuro un’acquisizione essenziale per i cittadini dei paesi democratici. Ma fino a che punto si può esercitare questo diritto? Il titolo di “pensatore” o di “artista”, che certe persone si sono attribuite, le autorizza forse a seminare il turbamento attorno a sé? Costoro reputano legittimo esporre i propri pensieri, i propri sentimenti e bisogni, anche i più scabrosi, senza preoccuparsi degli effetti che questo può avere su alcuni esseri più deboli e più influenzabili. Ebbene, no: occorre mettere in guardia tutti quelli che con le loro parole, i loro scritti e le loro creazioni esercitano un'influenza nella società. Hanno la fortuna di essere liberi, ma la libertà non è di per sé un obiettivo, ed essi hanno il dovere di riflettere sugli effetti che le loro opere produrranno sugli altri. Anche se sono innocenti agli occhi della giustizia umana, la giustizia divina, invece, li condanna severamente.
Ciascuno deve servirsi dei propri doni per illuminare gli esseri, risvegliare in loro l’amore, la fede, la speranza e il desiderio di migliorarsi. Coloro che non sono coscienti delle proprie responsabilità, non solo saranno puniti, ma in una prossima incarnazione saranno privati di quei doni."
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)