Denominazione del mito secondo il quale l’uomo sarebbe precipitato da una perfezione originaria in uno stato di peccato e di sofferenza per non aver saputo praticare il bene (vedi alla lettera A la parola "Apocatastasi"). Nella Genesi, il primo libro sacro agli Ebrei, è evidenziata l’idea della caduta dell’essere umano come conseguenza della perduta amicizia con Dio (Genesi 2, 16-17; I 24). La riconciliazione avverrà per opera del messia che, con la Sua opera, redimerà l’umanità intera. Secondo il Martinetti (nel suo libro "Scritti di metafisica e di filosofia della religione") "la concezione di una caduta dell’anima, che si trova nel corpo come in un carcere in cui è caduta da uno stato primitivo ed originale di purezza e di beatitudine, ha origini mitiche e popolari. Essa passò dagli Orfici ai Pitagorici e ad Empedocle ed attraverso loro a Platone, nel quale tale concezione è ancora poeticamente velata di forme mitiche. Del resto il suo carattere pratico e religioso appare anche in quanto non viene approfondito sia sulle origini che sulle ragioni della caduta. L’occhio è volto più verso l’avvenire che verso il passato, per cui essa è oggetto di speculazione solo in quanto dopo la morte vi è la possibilità per l’anima di far ritorno alla beatitudine originaria. Ma è nel cristianesimo che, sotto l’influenza di elementi orientali, essa si afferma e si è svolta". Il Graves invece (nel suo libro "I miti ebraici") così descrive la caduta di Lucifero: "Nel terzo giorno della creazione, il primo arcangelo di Dio, un cherubino di nome Lucifero, figlio dell’alba (Helen ben Shahar), si mise a camminare nell’Eden carico di luccicanti gioielli. Il suo corpo splendeva di cornaline, topazi, smeraldi, diamanti, berilli, onici, diaspri, zaffiri e carbonchi, tutti incastrati nell’oro puro. Per un certo tempo Lucifero, nominato da Dio guardiano di tutte le nazioni, si comportò con discrezione. Ben presto però l’orgoglio gli fece perdere la testa. "Io voglio ascendere sopra le nubi e le stelle", disse, "e farmi incoronare sul monte Saphon, il monte dell’assemblea, e diventare così uguale a Dio". Dio, accortosi dell’ambizione di Lucifero, lo precipitò dall’Eden sulla terra, e dalla terra nello Sheol. Lucifero, nel cadere, lampeggiava come una saetta, ma fu ridotto in cenere. Ora il suo spirito vaga incessantemente e ciecamente nella profonda tenebra del pozzo senza fondo".