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 IL SALE...DELLA VITA

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MessaggioTitolo: IL SALE...DELLA VITA   IL SALE...DELLA VITA EmptyMar Gen 26, 2016 2:10 pm

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Il sale si trova nelle cavità della Terra e nelle distese degli oceani, nelle lacrime, nel sangue e nel sudore. Per i popoli antichi era un insostituibile componente dei sacrifici, per gli alchimisti è uno dei tre grandi archetipi della Natura, per gli esoterici e gli occultisti è il simbolo della purificazione; il suo nome però è legato alla conoscenza dell’essenza delle cose.
Gli Alchimisti, come Paracelso, avevano intuito che in Natura esistono due forze opposte e complementari, in parallelo con i quattro Elementi: il primo è Sulphur, lo zolfo, affine al Fuoco, dunque simbolo di tutto ciò che è calorico, centrifugo e solare; il secondo è Sal, il sale, connesso invece alla Terra, simbolo di tutto quanto è freddo, centripeto, solido, introverso e lunare. Tra Sulphur e Sal c’è Mercur, il mercurio, metalloide liquido e solido insieme, pertanto androginico secondo gli Alchimisti, anche perché rappresentante degli altri due Elementi costitutivi della materia: l’Aria e l’Acqua. Lo zolfo ed il sale per gli Alchimisti erano due tendenze essenziali della vita che, se spinte all’eccesso, producevano e producono effetti deleteri. Il primo infatti disperde e brucia la vita stessa, il secondo la pietrifica; non a caso, il sale da cucina buttato tra le fiamme, viene brutalmente respinto dal fuoco: il sale fino crepita mentre il sale grosso scoppia. Nel ‘700, sull’onda del simbolismo alchemico, sale e zolfo ricompaiono nel rituale massonico, precisamente nell’Iniziazione dell’Apprendista; nel primo ‘900 invece, Rudolf Steiner utilizzò la sapienza alchemica per applicarla al concetto di malattia: nell’infiammazione (cioè tutte quelle malattie che finiscono in “-ite”) vide il manifestarsi di Sulphur, mentre nelle sclerosi ed in ogni forma patologica di indurimento delle strutture vitali (cioè tutte quelle malattie che hanno desinenza “-osi”) vide il manifestarsi di Sal.


SAGGEZZA, ALLEANZA, OSPITALITA’


Oggi non se ne fa più un uso capillare, ma un tempo il sale era considerato l’oro bianco, non solo perchè veniva usato come moneta di scambio (da cui il nome di “salario” dato dai Romani alla paga dei soldati) ma soprattutto per il fatto che era un elemento insostituibile per la conservazione dei formaggi, delle carni (non a caso la parola salame viene da “salare”) e del pesce, che anticamente era il cibo dei poveri, soprattutto presso i popoli del Mediterraneo. Visto questo largo impiego, il sale fu oggetto di monopolio presso i Romani, che costruirono una strada – la Salaria, ancora esistente – per portarlo dalle foci del Tevere fino ai territori dei Sabini e dei Piceni e di lì fino all’odierna Porto d’Ascoli. Da allora il monopolio del sale è durato secoli, almeno in Italia, dove è finito nel 1974 (infatti io mi ricordo che da piccola, quando mia nonna mi mandava a comprare il sale andavo dal tabaccaio). Il sale era soprattutto indispensabile nei sacrifici. Si legge infatti nel Libro del Levitico (2,13): “con il sale salerai ogni offerta dei tuoi doni e non farai mancare dal tuo dono il sale, alleanza del tuo Dio. In tutte le tue offerte presenterai il sale” per la sua durezza e con divisibilità, già ai tempi di Mosè, il sale era sinonimo di concordia e di amicizia, era un elemento che siglava un patto duraturo, inviolabile, incorruttibile, quale era l’alleanza fra Uomo e Dio. Si legge ancora nella Bibbia, nel Libro delle Cronache (2 Cronache 13,5): “Non sapevi forse che il Signore, Dio d’Israele, ha concesso il regno a Davive su Israele per sempre, a lui e ai suoi figli con un’allenza di sale?” Anche a Roma, il sale mescolato a farro macinato, veniva usato nelle cerimonie: il trito si chiamava “mola salsa” e veniva cosparso sulla testa della vittima prima di immolarla. Tanto era sacro il sale per gli Ebrei, che il profeta Eliseo, discepolo di Elia, fece con esso un miracolo: gli abitanti di Gerico si lamentavano dell’acqua cattiva e della terra sterile. Allora Eliseo fece portare del sale, si recò alla sorgente e ve lo versò dicendo: “Rendo sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità” (Libro dei Re, 2 Re 2,19-22) Dalla liturgia giudaica tante cose sono passate a quella cristiana: il pane, il vino ed anche il sale. Secondo l’antico rito romano della Chiesa, seguito fino al 1969, si metteva un pizzico di sale in bocca al catecumeno prima che ricevesse il Battesimo e se ne scioglieva un po’ nell’Acqua Santa. Oggi il rito è mutato: il sacerdote tocca il naso, la bocca, gli orecchi e gli occhi del bambino, pregando che “si aprano” per accogliere la Parola, come il gesto fatto dal Cristo quando guarì il sordomuto dicendo “effatà!” (apriti!) Grazie all’antico uso, nacque nel Medioevo il concetto di sal sapientiae, “sale di sapienza”, anche se già gli antichi Romani consideravano il sale come sinonimo di arguzia, astuzia, spirito faceto: il ben noto “sale in zucca”. Dai Greci agli Ebrei fino agli Arabi, la notizia di incorruttibilità legata al sale si trasmessa con il passare dei secoli anche nell’ambito dei rapporti sociali, dove ha assunto, assieme al pane, il valore di “duratura condivisione”; così, dall’Italia del Sud alla lontana Russia, si offre pane e sale agli abitanti di una casa nuova, in segno di buon vicinato (in Inghilterra si portava solo il sale). Non si conosce l’origine di queste usanze, ma certo è che nella Grecia ellenistica già il sacerdote delfico Plutarco soleva dire che si è vecchi amici quando si è mangiato assieme un moggio di sale. In quanto sostanza sacra, il sale era inviso agli spiriti del male, nemico di malocchio e stregoneria. Nel Giappone scintoista si buttava sul palcoscenico dei teatri prima di ogni rappresentazione o si gettava sulla soglia di casa dopo l’uscita di una persona sgradita. Nello Shintoismo la raccolta del sale era un vero rituale e tale era il potere catartico  ed esorcistico che si attribuiva all’ “oro bianco” che lo si poneva in sacchetti all’ingresso delle case, sul bordo dei pozzi, agli angoli dei terreni su cui si praticava la lotta o si era officiata una cerimonia funebre.


SE NE E’ SPARSO PIU’ PER SCONGIURARE CHE PER CONDIRE


Non è andata diversamente in Occidente. In Francia fino al 1408 si cospargevano di sale i neonati sino al giorno del Battesimo, mentre a Margherita di Savoia, celebre “città del sale” che si trova in Puglia, gli operai delle saline, portavano in tasca granelli di sale ed un pezzo di rete da pescatore per respingere il malocchio. Nei Paesi Baschi si dice invece che il canto del gallo annunci il passaggio di uno stregone e per allontanare il pericolo si raccomanda di gettare un pizzico di sale nel fuoco. Sui Pirenei, le coppie andavano a sposarsi, portando in chiesa un pizzico di sale dentro la tasca sinistra, per evitare l’impotenza. La divinazione con il sale si chiama “ALOMANZIA” ed ha lasciato il segno negli esorcismi, come si legge in un’antica preghiera babilonese:

“O Sale, creatura dei luoghi palustri,
il Dio Entil ti destinò agli Dei.
Senza di te, Re, Dei, padroni e principi
non fiutano incenso;
sono prigioniero di un incantesimo,
febbricitante per stregoneria.
O Sale, spezza l’incanto,
spezza la malia,
toglimi il sortilegio!”


L’Occidente non ignora certo questa realtà magico-rituale. Anche secondo il Rito Cattolico Romano, il sale veniva purificato negli esorcismi con questa formula:

“Io ti esorcizzo,
creatura chiamata Sale,
per il Dio vivente,
per il vero Dio,
per il Dio Santo,
che per l’intervento del profeta Eliseo
ti ha fatto gettare nell’acqua per purificarla.
Sii un sale esorcizzato per la salvezza dei credenti
sii una causa di salvezza per l’anima ed il corpo
di coloro che ti prenderanno.
Che spariscano, ovunque tu sia sparso,
i fantasmi e i malefici prodotti dagli artifici del Diavolo;
che sparisca così ogni spirito immondo, per ordine di Colui
che deve venire a giudicare i vivi e i morti,
come il mondo col fuoco.”


Il sale è presente soprattutto nella superstizione: presagisce disgrazia rovesciare una saliera. In tal caso bisogna raccogliere il sale con la punta di un coltello e gettarlo dietro la spalla destra, recitando mentalmente l’invocazione:

“Satanasso, ecco la tua parte,
sii maledetto e vattene”


In altri casi, per scongiurare le sciagure, si gettano tre pizzichi di sale al di sopra della spalla sinistra perché lì, secondo la tradizione, si radunano gli spiriti cattivi. Tutto ciò fa pensare che in passato si sia consumato più sale per scongiurare che per condire. Mai quanto ne consuma oggi la civiltà post-industrializzata, che lo adopera nella fabbricazione di saponi e fertilizzanti chimici e per scongelare il ghiaccio sulle strade, durante l’Inverno.



LA LEGGENDA DEL SALE INZIA A SODOMA



La contrapposizione tra zolfo e sale ritorna sorprendentemente nel capitolo 19 della Genesi, dove si parla della distruzione di Sodoma. Il nipote di Abramo, Lot, che abita con la moglie e le due figlie nella città corrotta, viene avvertito da due Angeli dell’immediata punizione voluta da Dio. “Fuggi e non guardare indietro” gli dissero. Ma mentre su Sodoma piovono fuoco e zolfo, la moglie di Lot non riesce a resistere, così si volta, diventando un blocco di sale. Viene punita perché pecca di sfiducia verso il nuovo destino promesso da Dio. Il potere distruttore del sale ritorna anche nel mito greco. Per non partire per la guerra di Troia, Ulisse calca in testa il pileo (il berretto dei pazzi, presso l’antica Grecia) e si finge folle: aggioga insieme un cavallo ed un bue all’aratro e sparge sale fra i solchi, secondo un’antica pratica utilizzata per rendere sterili i terreni. Ma Palamede, astuto quanto il Re di Itaca, depone dinanzi all’aratro il neonato Telemaco, figlio di Ulisse, che, a quel punto è costretto a fermarsi, venendo così smascherato….e da qui nasce anche il famoso motto popolare “fare lo scemo per non andare in guerra” quando qualcuno finge di non capire, perché non gli fa comodo. Il mito diventa talora storia ed infatti nel 146 a.C. il console romano Scipione Emiliano distrusse definitivamente Cartagine e vi fa spargere il sale, per cancellare anche la memoria ed evitare che sul suo territorio cresca perfino un filo d’erba, secondo un’usanza appresa dai sacerdoti egizi, che facevano spargere il sale sulle regioni devastare dalle guerre e dalle epidemie, per scacciarne i demoni. La stessa usanza compare nella Bibbia, allorchè si dice che il Re di Babilonia, Abimelek, occupa la città di Sichem, la rade al suolo e vi semina il sale (Genesi, 9,45)

LE MILLE VIRTU’ DEL SALE

Il sale comune, in Chimica, si chiama Cloruro di Sodio, in quanto è composto da Cloro e Sodio. In natura è presente sotto la forma di minerale di salgemma, in molti giacimenti; è diffuso in soluzione nell’acqua dei mari ed è reperibile come “effiorescenza del terreno” nei deserti, nelle steppe e sulle sponde dei laghi salati, sorti in depressioni naturali come il Mar Morto in Israele ed il Lago Searles in California. Il sale marino si ottiene per evaporazione dell’acqua e successiva depurazione. Il salgemma, invece, viene estratto, purificato per fusione, macinato e setacciato. Il Cloruro di Sodio è poi un elemento essenziale della vita, tanto che il suo eccesso o la sua carenza sono dannosi per l’organismo. Sul piano fisiologico protegge in corpo dall’eccessiva perdita di acqua (con la sudorazione); è un potente battericida (come dimenticare, fra i rimedi della nonna, il gargarismo di acqua e sale contro il mal di gola o l’impacco di acqua e sale contro brufoli e paterecci). E’ nemico invece dell’ipertensione. Nell’Antico Egitto, secondo il Papiro Ebers (risalente al 1600 a.C.) il sale veniva usato assieme al miele per disinfettare le ferite. Secoli dopo, il padre della medicina greca, Ippocrate, confermò l’uso egizio, ma prescrisse il sale anche contro le malattie della pelle, mentre in epoca romana, Dioscoride fece del sale un emetico ed un lassativo. In seguito, l’alchimista Paracelso sosterrà che l’essere umano non può vivere senza sale e raccomanderà i semicupi in acqua salata contro il prurito e molte malattie cutanee. Alcuni decenni orsono, la scienza ha poi confermato che i bagni nelle acque salate del Mar Morto sono benefici per chi soffre di psoriasi, dermatiti atipiche, eczemi cronici o di artrite. Diverso invece l’uso che si fa del Cloruro di Sodio in Omeopatia. Il Natrum muriaticum – nome dato al sale - è un rimedio di base. Infatti la medicina omeopatica lo utilizza, in forma diluita e dinamizzata, come potente rimineralizzante nell’infanzia ed antidepressivo nell’adulto, contro la cefalea, gli eczemi, la secchezza delle mucose e per abbassare la pressione (contrariamente alla medicina tradizionale, che fa del sale il nemico numero uno della pressione).


SI DICE CHE…


- Il corpo umano di un adulto contiene 250 gr di sale;
- L’uomo consuma 4-5 gr di sale al giorno, un cavallo ed un vitello cinque volte di più, una mucca addirittura 90 gr di sale al giorno;
- Furono i celti a scoprire come conservare la carne di maiale attraverso la salatura;
- I Romani salavano le verdure per far perdere loro l’acqua ed i succhi amari;
- Oggi si usa il sale per togliere la ruggine sugli indumenti e sui tessuti in genere;
- Oggi si usa il sale anche per conservare freschi i fiori appena colti;
- Chi prende il sale in prestito deve restituirlo, a scanso di cattiva sorte.
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