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Dove la magia è amore universale, umiltà e ascolto...la magia svelata, per il benessere dell'anima.E' come se in un attimo sbocciasse la vita, laddove prima c'erano solo silenzio ed immobilità.
 
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 Cara Befana 2019

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Acquamarina
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MessaggioTitolo: Cara Befana 2019   Cara Befana 2019 EmptyGio Gen 03, 2019 2:01 pm

Cara Befana, mi ispiro al concorso esoterico poiché dalla perdita di mia mamma mi sembra di aver perso le radici e di fluttuare senza una vera meta attraverso le giornate...con in piú la paura che quel sottile filo che ci tiene in vita possa spezzarsi da un momento all'altro (ogni dolore fisico mi fa pensare subito al peggio Rolling Eyes )
Cosa ci sarà nel sacco quest'anno? Ancora carbone o potrò rimettermi in piedi e tornare a vivere senza paura e con più poesia, come facevo un tempo?
Grazie befana, e copriti bene quando viaggi Smile
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MessaggioTitolo: Re: Cara Befana 2019   Cara Befana 2019 EmptySab Gen 05, 2019 11:27 pm

Cara Acquamarina Smile ,
nella vita spesso si vivono vari momenti di impotenza, che inducono stati di sofferenza e disagio. Quando ci si confronta in particolare con il lutto e la morte, tutto diventa più difficile da affrontare e spesso da superare e capire. Ecco perché è importante sapere cosa ci si deve aspettare quando si viene travolti dalla morte, una cosa più forte di noi, che arriva improvvisamente e che invade i nostri pensieri, ricolmandoli di paura e sofferenza. La morte è la fine dell’esistenza corporea e può arrivare nelle nostre vite attraverso la perdita di persone per noi importanti, attraverso una diagnosi infausta che riguarda noi o altri oppure, più semplicemente, condizionarci con la paura di morire o che altri muoiano. Quando, poi, si verifica la morte di una figura significativa (un genitore, un figlio, un fratello, un amico particolarmente caro), l’assenza fisica crea un’ intensa sensazione di mancanza ed un’acuta sofferenza sia psicologica che fisica, che si può esprimere con la chiusura psichica, accompagnata dal disperato desiderio di non andare più avanti, di non vivere più senza chi era così importante da rappresentare non solo un affetto, ma anche un punto di riferimento e di appoggio. In generale di fronte alla morte dobbiamo confrontarci con qualcosa di troppo grande e sul quale non abbiamo nessun potere e alcuna possibilità di agire. Nei nostri pensieri si affacciano dubbi, incertezze, ansie; le condizioni iniziali subiscono cambiamenti e dobbiamo riorganizzare la nostra vita pieni di timore. Anche il rischio legato alla morte, dovuta a malattia o diagnosi grave, induce alla paura, sia per chi vive la malattia in prima persona, sia per i familiari e gli amici vicini. Anche la sola paura di morire o il solo pensare alla morte, crea una condizione di crisi, di paure, di condizionamenti. Può accadere infatti che una persona ansiosa pensi alla morte con estrema frequenza e che interpreti ogni comportamento o situazione di rischio, come potenzialmente fatale sperimentando altra paura. Eppure non tutti affrontano la morte delle persone care, la malattia o la paura della morte allo stesso modo. La cultura, la religione, possono incidere sul concetto stesso di morte. In alcune culture si crede nella reincarnazione (il rinascere sotto altre forme o persone) oppure nella vita ultraterrena (dopo il trapasso vi è la risurrezione dell’anima); in altre ancora la morte viene considerata come una “festa” a vita nuova. In questo anno imparerai che il lutto legato alla perdita è una reazione normale ed inevitabile, che, però, ha una sua evoluzione divisa in fasi, che culminano con l’accettazione.

La prima fase può essere definita di stordimento e confusione mista a incredulità.
La seconda fase è caratterizzata dalla rabbia e dalla ricerca della persona cara.
La terza fase è quella della disperazione.
Infine, per naturale sopravvivenza, si attraversa l’ultima fase che è quella dell’accettazione della perdita.
Chi ci ha amato, continuerà a farlo nel nostro cuore, sempre se lo rendiamo un “ambiente” ospitale. Quello che rimane dei nostri morti sono le loro immagini, i nostri ricordi. Il nostro mondo interiore è ricco di queste immagini, è come un album fotografico nel quale custodiamo le immagini di chi non c’è più. Ci sono dunque dei ricordi che continuano a vivere nei nostri occhi, e sono vivi come il seme che questi hanno lasciato in noi, anche se noi vediamo solo l’albero o i frutti che questo albero ci darà. Seppellire i morti non è solo una pratica funeraria, ma racchiude in sé il significato di ricordarci che siamo nel regno delle immagini e ricordarli come erano in vita, nei loro momenti di gioia, di piacere e di vita è il regalo più grande che possiamo fare alla loro memoria. Perché è nella memoria che rinnoviamo la promessa di quel seme che ci è stato donato. In questo modo si diventa grandi, ci si libera dalle illusioni e si restituisce alla vita ciò che la vita ci ha dato. Non è questo un discorso religioso e ne moralistico. Ma un discorso legato alla natura delle cose. Perché è nell’intimo della natura che riscopriamo la vera natura del nostro essere. Un tempo l’evento della perdita di qualcuno portava con se una serie di rituali che coinvolgevano le persone più prossime e la comunità a loro vicine. Questo favoriva un graduale processo di accettazione del lutto, riordinava e riformava le coordinate della vita di chi restava. Al giorno d’oggi invece tutto è diventato più difficile. Molti dei rituali di un tempo si sono persi, il tempo che ci diamo da dedicare all’evento in sé si riduce sempre più. Le nostre vite sono spesso piene di cose da fare ed è difficile fermarsi e trovare gli spazi necessari per stare con il proprio dolore. Anzi, a volte, proprio per evitarci questo contatto ci reimmergiamo immediatamente nelle nostre attività di tutti i giorni. The show must go on! Magari, se proviamo a sbottonarci, ad aprire le porte al nostro dolore, ci sentiamo dire che dobbiamo essere forti, che non dobbiamo piangere, che sono cose naturali, che lì dove è andato sta sicuramente meglio. Dentro di noi si accende un insegna luminosa che dice: DEVI ESSERE FORTE, NON FARTI VEDERE PIANGERE.
Invece, no!!! Lascia che la sofferenza esca e si esprima, non reprimerla. Il dolore ha bisogno di essere ascoltato. Appena puoi, ferma tutto e prenditi dei giorni di pausa. La perdita di una persona cara ci riporta in una dimensione di intima fragilità. Ascoltati dunque!!!. Se hai bisogno di parlare con qualcuno, di contattare una figura spirituale, di stare per un po’ in silenzio, fallo. Non ci sono delle vie giuste e altre no, ognuno ha il suo modo di vivere il lutto. La morte è una delle esperienze importanti della vita, al pari della nascita, è degna di essere vissuta. Se la ignoriamo si potrebbero aprire le porte ad uno sconforto anche più grande, come per esempio uno stato depressivo.
Il mio regalo per te è un brano di Jung, tratto dalla sua opera “Ricordi, Sogni,Riflessioni”
“Certamente la morte è anche una spaventosa brutalità, non c’è da illudersi: non è solo brutale come evento fisico, ma anche, è più, come evento psichico. Un essere umano ci è strappato, e ciò che rimane è un gelido silenzio di morte; non vi è più speranza di un rapporto qualsiasi, perché tutti i ponti sono tagliati di colpo. coloro che meriterebbero una vita lunga sono stroncati nel fiore degli anni, e i buoni a nulla raggiungono una florida vecchiezza. Questa è una crudele realtà che non possiamo ignorare . la crudeltà e arbitrarietà della morte possono amareggiare talmente gli uomini da portarli a concludere che non esiste un Dio pietoso , né giustizia , né bontà .
Da un altro punto di vista, tuttavia, la morte appare come un avvenimento gioioso. Sub specie aeternitatis è uno sposalizio, un mysterium coniunctionis. L’anima raggiunge per così dire, la metà che le manca, realizza la sua completezza. Sui sarcofagi Greci l’elemento gioioso era rappresentato da fanciulle danzanti, sulle tombe Etrusche da cene conviviali. Quando il pio cabbalista Rabbi Simon ben Jochai giunse a morte, gli amici dissero che stava celebrando le sue nozze. Ancora oggi in molti paesi c’è l’usanza di avere un picnic sulle tombe nel giorno dei morti. Tali usanze esprimono il sentimento che la morte in effetti sia una festa Gioiosa.”

So che capirai questo dono e troverai in esso le soluzioni che desideri
Un abbraccio di Luce immenso con affetto sincero
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MessaggioTitolo: Re: Cara Befana 2019   Cara Befana 2019 EmptyDom Gen 06, 2019 9:39 pm

Grazie Befana Smile credo di essere ancora nella seconda fase... Non credo nella reincarnazione e sono certa che ci sia ancora vita sotto un'altra forma, credo nello sposalizio Smile credo che non abbiano più dolori e che siano occupati in nuove missioni. È qui che è difficile accettare la mancanza. Ma ho capito che sarebbe più felice di vedermi reagire che vedere che continuo a piangerla.
Befana, vediamo se ce la faccio, dai Smile
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