DolceLuna Team
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| Titolo: Re: Cara befana 2019... Sab Gen 05, 2019 11:42 pm | |
| Cara Bambolina, sicuramente tu non sei tra le persone cattive, anche se un pezzettino di carbone te lo lascio, perché ti sei fermata nel tuo percorso di vita! Il mio regalo per te è una frase di Eraclito: “Nulla è permanente, tranne il cambiamento” e ti faccio questo dono, perché vorrei che tu imparassi ad accettare i cambiamenti, che grazie al Cielo sei riuscita a portare nella tua vita, ma soprattutto che imparassi a cambiare. Spesso si presentano situazioni nella vita in cui non sappiamo come agire e optiamo per accettare quello che ci succede oppure, al contrario, evitarlo o persino negarlo. Tuttavia, cosa ci apporta maggiore beneficio? La risposta sarebbe accettare quello che si presenta. Dobbiamo imparare ad accettare qualsiasi situazione in cui la vita o i rapporti ci sorprendono. Se proviamo a resistervi o a negare, i pensieri diventeranno sempre più forti nella nostra testa, acquisendo maggiore rilevanza. Accettare è sinonimo di affrontare ed il contrario di evitare Affrontare una situazione vuol dire cercare soluzioni, imparare a vivere con la situazione nel miglior modo possibile ed essere felice con esso. Quando parliamo di accettare, “evitare” non viene mai contemplata come soluzione, poiché l’evasione ci allontana dalla realtà, guardando verso un’altra direzione, senza affrontare né risolvere quello che ci corrisponde. Accettare, inoltre, è il primo passo per raggiungere in seguito un cambiamento. E qui arriva la differenza tra accettazione e rassegnazione…Accettare vuol dire trovare l’equilibrio per essere felici con quello che ci tocca vivere, vuol dire trovare la formula per risolvere, migliorare, adattarsi, rispettare e vedere il lato positivo della situazione. Vuol dire comprendere le cose per come sono. La rassegnazione, invece, consiste nel vivere una situazione fastidiosa, perché non resta alto rimedio, rendendo il più accettabile possibile la sofferenza e sopportando quello che tocca vivere. La risposta è accettare sempre. È conveniente non confondere l’accettazione con la rassegnazione, come già spiegato, poiché rassegnarsi sarebbe assumere la situazione con la passività della sofferenza, mentre accettare presuppone essere parte attiva della situazione, ovvero prendere decisioni che possono condurre al cambiamento. Come già ti ho detto, accettare è sempre il primo passo per adattarsi nel modo migliore alla situazione presentatasi. Grazie ad esso, ti sentirai meglio con te stessa e con la situazioni che la vita ti pone davanti, imparerai a convivere con essa senza sofferenza, senza lasciarti sopraffare, trovando le forze, gli strumenti, gli atteggiamenti positivi ed il rispetto per le altre persone implicate. Tuttavia, è possibile che, frutto del superamento e della scoperta personale, giunga il momento di stabilire la propria vita, il proprio modo di vivere, i rapporti interpersonali (di coppia, lavorativi, ecc…). Si tratta del momento del cambiamento: a partire dall’accettazione, con la soddisfazione di esserci riusciti, si arriva a plasmare la propria esistenza. Ad esempio, quando un rapporto di coppia va male, a causa dell’incompatibilità di entrambi i membri, il primo passo è accettare l’altra persona così come è; in questo modo, scompariranno i rimproveri, la mancanza di rispetto ed il tentativo di cambiare il partner. Quando accettiamo, ci rendiamo conto della realtà e rispettiamo di più e meglio le differenze, affrontandole con tranquillità. Giunti a questo punto di accettazione, sorge il successivo apprendimento: la decisione di cambiare. Quando accettiamo la situazione, non combattiamo contro la stessa per cambiarla, ma decidiamo di cambiare personalmente, pianificando la nostra vita. Quando evitiamo, invece, non affrontiamo la situazione ed il problema, quindi, persiste, anche se nascosto. Quando decidiamo di cambiare è perché, una volta accettata la situazione, decidiamo che non vogliamo vivere in quel modo e, senza la pretesa di modificare il contesto né le persone, cambiamo la traiettoria della nostra proiezione di vita. Quindi il mio primo regalo per te è IMPARARE AD ACCETTARE I CAMBIAMENTI
Il secondo regalo che ho messo nella tua calza è l’ACCETTAZIONE DEI TUOI LIMITI, convincendoti che non sei sbagliata e che non devi per forza essere sempre la “migliore”. Ricorda che le persone più simpatiche sono “gli ultimi”. Accettare i propri limiti non è sicuramente uno degli slogan più diffusi attualmente; nella società dell’On Demand, tutto deve essere tagliato su misura, anzi possiamo avere tutto senza rinunciare a niente. Forse lo stesso concetto di limite viene sempre inteso in senso negativo, ma esso presenta diversi lati. Anzi può fungere da guida verso tutto ciò che ci più facilmente ci può rendere felici! L’incontro con l’altro è il primo limite con cui dobbiamo imparare a confrontarci. Lo sanno bene i bambini che vengono al mondo senza conoscere nient’altro che la loro volontà. Ben presto sapranno che per avere cibo dovranno chiedere, che per avere attenzioni dovranno aspettare e che per ottenere certi giochi dovranno condividere. Eppure è proprio nel riconoscere il limite che è l’altro che si scopre il sé individuale: quanto siamo pazienti, quanto irruenti, quanto socievoli, ecc. Tanto più viene accettata la presenza di un altro e dei suoi desideri, tanto più i nostri limiti diventano evidenti, ma solo se accettati possono essere davvero superati. Conoscendo qualcuno approfondiamo il limite della nostra volontà, cioè fino a dove possiamo spingerci, cosa poter richiedere all’altro in modo da essere entrambi soddisfatti e soprattutto senza cadere in una relazione sbilanciata. Questo ti sarà utile per la convivenza che dovrai affrontare, condividendo la stanza, ora che dovrai andare all’ Università, se non ricordo male (l’età è ormai avanzatissima…perdonami) Tracciare un limite, insomma, non è l’accettazione di una sconfitta, bensì è stabilire il proprio territorio, comprendere dove sono situati i propri punti di forza. Il confine immaginario di chi siamo e cosa sappiamo fare, non significa costruire delle barriere, considerare le proprie sfide con consapevolezza. L’autoefficacia, cioè la percezione delle proprie capacità nello svolgimento di un compito, è associata alla sperimentazione del limite. Sapere che ci stiamo cimentando in compiti o attività fuori dai nostri limiti ci permetterà di bilanciare un insuccesso senza ricadute eccessive sulla propria autoefficacia. Una bassa autoefficacia non è solo un indicatore di performance, ma ne diventa predittore e soprattutto avrà delle ricadute sull’autostima generale.
Il terzo regalo che metto nella tua calza è l’ACCETTAZIONE DEI PROPRI ERRORI, perché può essere complicato ammettere di aver fatto degli errori, soprattutto se abbiamo ricevuto un'educazione così rigorosa che ci porta a confondere il concetto di "precisione" con l'idea che "non bisogna sbagliare". Tuttavia, un conto è commettere un errore, un altro fallire: il fallimento dipende dall'incapacità di impiegare i propri sforzi in maniera consapevole, mentre un errore può scaturire in modo inconsapevole. Fortunatamente, è possibile adottare alcune misure e mettere in pratica determinate tecniche per imparare ad accettare i propri errori e trarre il meglio da loro. • Concediti la possibilità di sbagliare. Molte sono le ragioni per cui dovresti tollerare una simile eventualità. Gli sbagli sono inevitabili e fanno parte della natura umana. Costituiscono anche una fonte di preziosi insegnamenti e arricchiscono la vita. Possono insegnarti a sperimentare cose nuove e allargare i tuoi orizzonti. Per esempio, supponiamo che tu abbia deciso di imparare a cucinare. Quando cominci, dì a te stessa: "Per me è un'esperienza nuova e probabilmente commetterò degli errori. Non è un problema. Fanno parte del processo di apprendimento” A volte, la paura di sbagliare – nota come perfezionismo, ma io dico falso perfezionismo – può impedirti di provare cose nuove o portare a termine i progetti che hai stabilito perché temi così tanto di fare un passo falso che non riesci ad agire. Non permettere più che accada. • Riconosci la forza dell’abitudine. Talvolta, gli errori non capitano nel tentativo di fare qualcosa, ma perché non ci si impegna abbastanza. Non è possibile dare il meglio di sé in tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni. I gesti quotidiani, come guidare per andare al lavoro o fare la prima colazione, possono diventare abitudini piuttosto radicate, alle quali a un certo punto non badiamo più. In effetti, non sono così dannose perché ci danno la possibilità di concentrarci su cose che richiedono un'attenzione maggiore. Tuttavia, la forza dell'abitudine può indurci a sbagliare. Riconosci che è parte della natura umana avere energie e attenzioni limitate. • Distingui tra un errore manifesto e un errore di omissione. Gli sbagli non sono sempre frutto delle nostre azioni. A volte, si possono commettere anche per inazione. In genere, in giurisprudenza (sai anche io in gioventù ho studiato all’Università) si distingue tra errore manifesto (compiere qualcosa che non doveva essere fatto) ed errore di omissione (non agire quando si sarebbe dovuto). Tra i due il primo viene considerato più grave. Di solito, gli errori di omissione sono più comuni rispetto a quelli manifesti. È importante riconoscere questi due tipi di errori, perché si può imparare da entrambi. Alcune persone cercano di evitare gli errori manifesti astenendosi il più possibile dall'assumersi impegni e responsabilità, ma un simile comportamento non impedisce loro di commettere errori di omissione né è così utile per imparare a vivere e crescere. • Distingui tra un errore e una decisione sbagliata. È importante conoscere la differenza tra gli errori e le decisioni sbagliate. I primi costituiscono semplici malintesi, come leggere male una mappa e prendere l'uscita sbagliata. Le seconde attengono maggiormente all'intenzione dell'individuo che le prende, come scegliere un percorso suggestivo per recarsi a un incontro, costringendo anche altre persone a fare ritardo. Gli errori sono comprensibili ed è possibile correggerli più facilmente. D'altronde, le decisioni sbagliate vanno accettate quanto gli errori, ma conviene prestare loro maggiore attenzione. • Concentrati anche sui tuoi punti di forza. È importante non demoralizzarsi quando si sbaglia. Quindi, bisogna trovare un equilibrio tra l'autocritica e l'entusiasmo per i propri successi. Potresti complimentarti con te stessa per qualcosa in cui sei brava o stai migliorando. Non ha senso cercare di perfezionarsi, se non si riesce ad apprezzare il risultato dei propri sforzi. • Vedi gli errori come un'opportunità. Il cervello mette in moto dei meccanismi che ci permettono di sapere quando stiamo commettendo uno sbaglio: quindi, è il cervello stesso a segnalarcelo. Questo può essere utile mentre apprendiamo qualcosa. Gli errori possono indurci a prestare maggiore attenzione a quanto stiamo facendo, spronandoci a dare del nostro meglio. • Riformula le tue decisioni sotto forma di esperimenti. In parte il problema di non concedersi la possibilità di sbagliare dipende dal fatto che ci si sente sempre costretti a prendere la decisione migliore. Quindi, invece di importi obiettivi poco realistici, prova a considerare le tue decisioni come degli esperimenti. Un esperimento può avere esiti buoni o negativi. Impara dagli errori. Gli errori possono permetterti di imparare, ma solo se ti assicuri di correggerli. Per ritornare all’esempio della cucina, che ti ho fatto prima…se usi un ingrediente sbagliato, chiedi a tua madre o a qualcuno con più competenza il modo corretto di utilizzarlo, così non lo dimenticherai. Tieni un diario in cui registrare errori e successi. Può essere utile annotare quando, dove e come commetti un errore. In questo modo acquisirai una maggiore consapevolezza dei tuoi schemi mentali, che probabilmente non riesci a notare a caldo. Porta sempre in tasca un piccolo taccuino e, ogni volta che ti capita di sbagliare, prendi un appunto. Esamina in seguito quello che hai scritto, quando hai il tempo, e valuta in quale altro modo avresti potuto comportarti. Per esempio, se stai provando una nuova ricetta senza ottenere risultati soddisfacenti, prendi nota dei passaggi in cui probabilmente stai sbagliando. In serata rifletti e vedi se riesci a preparare il piatto in modo diverso. Dovresti anche tenere traccia dei tuoi successi. Se riesci a registrare i progressi che raggiungi nel corso del tempo e congratularti con te stesso per la tua bravura, sarai più motivato a imparare, nonostante gli errori commessi. Non ti sarà di alcuna utilità avere una visione completamente negativa. Concentrati su obiettivi che ti inducono a migliorare anziché su quelli che ti costringono a eccellere. Questi ultimi ti impongono aspettative poco realistiche, soprattutto agli inizi. Se stabilisci un obiettivo che ti obbliga a primeggiare, dovrai alzare la posta in gioco e ripetere a te stessa che devi vincere per essere brava. Al contrario, gli obiettivi che ti spingono a migliorare si concentrano sui progressi, ma non ti impongono di arrivare a un livello di competenze troppo alto per sentirti bene con te stessa. Aspirerai solo a migliorare, non a essere perfetta. Impegnati con tutta la tua volontà. Il tempo non è l'unico ingrediente necessario per imparare dai propri errori. Ti sarà di grande giovamento anche andare avanti avendo in mente uno scopo ben preciso. Perciò, è importante individuare gli sbagli e le ragioni che portano a commetterli. Acquisendo tale consapevolezza, potrai stabilire un piano per mettere in pratica e migliorare le tue competenze. Chiedi aiuto. Non imbarazzarti quando chiedi una mano in qualcosa di cui sei poco esperta. Mettendo da parte il tuo ego e imparando da chi ha più esperienza di te, potrai migliorare, soprattutto se ti trovi in un'impasse e non sai come andare avanti. Renditi conto che conoscere i motivi di un errore non equivale a trovare delle scuse. Ci è stato insegnato che non dobbiamo giustificarci quando sbagliamo, ma individuare le ragioni che stanno dietro un errore non vuol dire, appunto, giustificarsi. Se un piatto non riesce bene, è opportuno ammettere di aver calcolato male qualcosa: magari non hai seguito scrupolosamente la ricetta o hai messo il sale al posto dello zucchero. Questa è una ragione, non una scusa. Analizzando i motivi che ti hanno portato a sbagliare, potrai migliorare in futuro, perché capirai che cosa è andato storto. Credi in te stessa e nelle tue capacità. Quello che ti auguro, Bambolina, è di sbagliare per crescere!!! Un abbraccio di Luce immenso con affetto sincero La Befana | |
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