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 BACONE FRANCESCO

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MessaggioTitolo: BACONE FRANCESCO   BACONE FRANCESCO EmptyMer Nov 06, 2013 7:50 pm

Filosofo inglese (Londra 1561-11626). Di famiglia nobile ed altolocata, è considerato il padre dell’empirismo filosofico inglese del Settecento, ed il creatore del moderno metodo induttivo. Dopo essersi avviato agli studi presso il Trinity College di Cambridge, si spostò a Parigi per impratichirsi nella carriera diplomatica, ed intraprese quindi gli studi legali. Alla morte del padre, che era il massimo collaboratore della grande regina Elisabetta I, entrò a far parte della Camera dei Comuni, dove si distinse per le sue doti oratorie, ed assunse l’importante incarico di avvocato della corona. Nel contempo sviluppò i suoi interessi nel campo delle scienze e della filosofia: ancora giovane, maturò il primo grandioso programma di riforma enciclopedica della cultura, testimoniato attraverso i suoi scritti, come Temporis partus masculus, ed i due libri sulla Dignità ed il Progresso del Sapere (di cui solo il secondo venne stampato nel 1623). Il Temporis partus masculus è un attacco polemico contro la filosofia classica, platonica e soprattutto aristotelica, considerata futile e verbosa, e contro i nuovi filosofi della natura, come Cardano, Paracelso e Telesio, accusati di mescolare confusamente con il naturale vari elementi magici e soprannaturali. Secondo Bacone era giunto il momento di abbandonare le dispute di scuola e di avviarsi verso una comprensione attiva e pratica della scienza, le cui scoperte (cita la stampa, la bussola e l’artiglieria) vanno ricondotte entro un nuovo metodo di pensiero. Tale progetto e detto metodo cominciano a specificarsi in una serie di scritti relativi al periodo 1600-1610: nell’opera del 1605 su Il progresso del sapere la violenza polemica tende ad attenuarsi e Bacone si impegna nell’esposizione delle proprie idee basata su una mescolanza tra concetti antichi e nuovi, esposizione completata nel De sapientia veterum (1609), in cui viene presentata in forma allegorica una serie di trentadue antichi miti come espressione dell’anticipazione della vera filosofia della natura. Lo scritto più rilevante è comunque il saggio del 1607, Cogitata et visa, in cui Bacone afferma che la scienza deve procedere fondandosi tanto sull’osservazione quanto sul ragionamento, il quale ultimo deve sempre appoggiarsi sulla prima, ed insieme permettere l’allargamento del campo delle esperienze: attraverso una famosa metafora, Bacone paragona gli empirici alle formiche, che si limitano a raccogliere e ad ammucchiare, i razionalisti ai ragni che ricoprono le cose con fragili tele, prodotto del loro cervello, ed infine i veri scienziati alle api, che scelgono i materiali con cura, per poi elaborarli e trasformarli. Del 1608 è poi la Redargutio philosophiarum, in cui viene sottolineata la critica ad Aristotele, ed in cui compare un apprezzamento del naturalismo greco presocratico. Attorno al 1620 la vita e l’opera di Bacone assumono una direzione definitiva: da un lato, con la morte di Elisabetta e con la successione di Giacomo I, Bacone aveva avuto la possibilità di porsi al fianco del nuovo re, e di riceverne titoli (barone di Verulamio, visconte di Sant’Albano) e mezzi per dedicarsi sino in fondo ai propri studi, e per raccogliere intorno a sé diversi discepoli. Successivamente però la crescente corruzione della corte di Giacomo I lo coinvolgerà, facendo leva sull’ambizione e sulla sua innata fragilità morale. Dall’altro lato, nel 1620, Bacone conduce a compimento una parte decisiva del progetto enciclopedico che aveva intanto ripreso: i due libri del Novum Organon, che costituiscono il vero capolavoro di Bacone. Nel suo complesso il progetto mirava alla costruzione di un’enciclopedia delle scienze (Instauratio magna) completata da una parte pratica, la scientia activa, corrispondente alla moderna tecnica applicata. L’intero lavoro avrebbe dovuto articolarsi in sei sezioni:

· una classificazione delle scienze (in parte svolta nei Due libri sulla dignità e sul progresso del sapere, in cui sono distinte le scienze storiche o della memoria, delle arti poetiche o della fantasia, e dalle scienze filosofiche o della ragione);
· la dottrina del metodo scientifico (appunto il Novum Organon);
· una storia naturale e sperimentale (in parte svolta nell’Historia naturalis del 1622);
· una scala dell’intelletto;
· le anticipazioni della seconda filosofia o scienza attiva;
· ed infine la sezione dedicata alla scienza attiva stessa.

L’unica parte completata resta il Novum Organon (titolo polemico nei confronti dell’Organon o logica aristotelica), i cui due libri illustrano i due momenti fondamentali del metodo, quello critico o pars destruens, e quello propositivo o pars construens. La pars destruens consiste essenzialmente nella presa di distanza critica rispetto ai pregiudizi che sono profondamente connaturati alla natura umana. Bacone distingue quattro categorie di tali pregiudizi od idoli (ovvero false immagini): ¨ i pregiudizi radicati in tutti gli uomini, che spingono a credere che le cose siano ordinate secondo la mentalità ed i bisogni della specie (idoli della tribù); ¨ i pregiudizi di carattere individuale, che si costituiscono relativamente all’educazione ed alle abitudini particolari (idoli della spelonca); ¨ i pregiudizi che nascono dai rapporti tra gli uomini, e che sono nascosti nel linguaggio, convenzionale, vago ed impreciso (idoli del foro); ¨ i pregiudizi che nascono dalle dottrine filosofiche, che Bacone considera creatrici di mondi immaginari (idoli del teatro). Sgombrata dai pregiudizi, la visione scientifica può affrontare l’esperienza in quanto tale, e fondare su di essa la sua pars construens. Così Bacone, nel secondo libro, espone le linee del metodo induttivo, che comporta la raccolta delle osservazioni e la loro disposizione entro particolari «tavole», volte ad accertare la presenza del fenomeno, la sua assenza, ed il grado o la comparazione (il modificarsi del fenomeno nei diversi casi). Ciò consente la formulazione delle prime ipotesi da avvalorare con ulteriori interrogativi attraverso l’esperimento. È così che il metodo induttivo tende verso l’essenza reale del fenomeno o la sua struttura elementare, statica e nel contempo dinamica. Questo recupero della teoria dell’essenza pare però la parte più debole e meno moderna del Novum Organon. Negli ultimi anni prima di morire (di polmonite, contratta nel corso di un esperimento), Bacone, ormai escluso dalla corte ed anche infamato, si ritira nelle sue terre per approfondire i suoi studi. Nel 1627 viene pubblicata postuma la New Atlantis (Nuova Atlantide), sorprendente trattazione della futura civiltà della tecnica, dominata da macchine ed invenzioni, che allora sembravano fantastiche, ma che poi sono state in gran parte realizzate, ed organizzata secondo un ideale razionale nato dalla stessa applicazione scientifica. Un vero e proprio testamento spirituale di Bacone, in cui si ritrova sintetizzata l’intera idea della scienza attiva.
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