Filippo è un bimbetto molto dispettoso: si diverte a prendere in giro i suoi compagni e a spingerli quando giocano facendoli cadere, così tutti lo evitano e lui è rimasto solo.
"Chi se ne importa? Non ho certo bisogno di loro io!" pensava Filippo.
Ma è quasi Natale: le vetrine sono adornate di fili luccicanti e palline colorate, il negozio di dolciumi espone panettoni, caramelle e cioccolatini da appendere sugli alberi di Natale e il negozio di giocattoli mostra tutte le ultime novità… che bello il Natale!
Sarà per quell’atmosfera di festa, sarà che le persone in questo periodo sono più attente al prossimo, ma anche i mendicanti per strada raccolgono qualche monetina in più. Non si sa bene il motivo, ma in questo periodo la gente riesce ad accorgersi della loro presenza e riesce a non passargli accanto con il volto indifferente, il passo affrettato e il cuore chiuso.
Si sa in questo periodo tutti si sentono più buoni ...tutti tranne Filippo.
E’ la notte di Natale e Filippo dorme nel suo lettino.
Ma qualcosa di speciale sta per accadere….
Un forte rumore sveglia il bambino che aprendo gli occhi si trova davanti BABBO NATALE!
"Cosa mi hai portato?" chiede subito Filippo.
"Prima di darti il mio dono rispondi a questa domanda: sei stato bravo quest’anno?"
"Certo!" risponde pronto Filippo.
"Ne sei davvero sicuro?" chiede ancora Babbo Natale.
"Ti ho già detto di sì sei sordo forse?" risponde di rimando Filippo.
"No non sono sordo, ma questa sera prima di darti il tuo regalo voglio portarti a fare un giro …un giro nel passato!"
Così dicendo Babbo Natale prese la mano di Filippo e si trovarono nel cortile della scuola. Era il giorno della partita di calcio e Simone segnò il goal della vittoria. A Filippo non piaceva perdere, così fece annullare il goal ripetendo che era fallo, che era fuorigioco e siccome il bambino che faceva l’arbitro era un suo compagno di classe, annullò il goal di Simone perché aveva una gran paura di Filippo!
Ma Babbo Natale fece di più. Fece immedesimare Filippo in Simone e gli fece provare la delusione che provò il suo amichetto in quel momento. Non tanto per il goal, ma perché lì a guardarlo c’era il suo papà e lui voleva mettercela davvero tutta per non deluderlo. Voleva vincere la partita per rendere il suo papà fiero di lui, non per se stesso.
Filippo rimase molto colpito da questo e la durezza del suo cuore cominciava a tremolare.
Poi si trovarono per le vie del centro, era il giorno in cui Filippo incontrò Giuditta. Si era messa l’apparecchio ai denti e lui la prese in giro. Anche qui Babbo Natale fece provare a Filippo la tristezza di Giuditta, perché per una bimba è comunque importante sentirsi carina e lui l’aveva ferita.
La durezza di cuore di Filippo continuava a tremolare ed i suoi occhi avevano i lucciconi.
Si spostarono ancora e si trovarono a casa di Filippo.
Sua mamma era molto stanca, lavorava di giorno in un ufficio e quando tornava a casa aveva da riordinare, preparare la cena, lavare, stirare e di tempo per riposarsi ne aveva ben poco.
Filippo si vide quando, finito di giocare in cameretta, lasciava tutti i giochi sparsi per la stanza. Andava poi in cucina a bere un bicchiere di latte e non puliva neppure se lo rovesciava per terra. Anche qui intervenne Babbo Natale e fece immedesimare Filippo nella mamma.
Il bimbo provò un’emozione fortissima che lo fece tremare. Sentì il grandissimo amore che sua mamma provava per lui, l’amore che metteva nel riordinare la casa e farlo vivere in una ambiente accogliente e pulito, l’amore che metteva nel lavare e stirare i suoi abitini e farlo andare a scuola sempre in ordine e la tristezza che la mamma provava tutte le volte che il preside della scuola la chiamava a causa del comportamento di suo figlio in classe.
Filippo scoppiò a piangere.
Aprì gli occhi e si accorse di essere nella sua cameretta da solo.
La mamma sentendolo piangere andò da lui e l’abbracciò. Rimasero così a lungo. La mamma era contenta perché da molto tempo Filippo non l’abbracciava più, da quando il suo papà era volato in cielo e lui non aveva nessuno con cui prendersela per questo.
Il mattino successivo Filippo telefonò a Giuditta e le disse che la trovava molto carina.
Poi chiamò Simone, gli chiese scusa e gli disse che voleva essere suo amico.
Ad un certo punto Filippo si accorse di un pacco rimasto sotto il suo albero: il suo regalo lo aveva già aperto! Che fosse quello di Babbo Natale? Aprì il pacchetto e trovò un pupazzo di Babbo Natale che se gli si premeva la schiena faceva l’occhiolino!
Filippo scoppiò a ridere e pensò: la notte di Natale è davvero una notte magica perché addolcisce i cuori e porta un sorriso sul viso della gente e Babbo Natale mi ha insegnato che comunque non è necessario aspettare che sia Natale per accorgersi di avere un cuore capace d'amare!