Termine derivato dalla parola araba hashishiy-ya, uomini dediti all’hashjsh. Designa una setta musulmana dei Sata nota, all’epoca delle Crociate, per la cieca obbedienza che i suoi membri avevano nei confronti del loro imam, il "Vecchio della Montagna", discendente del persiano al-Hasan ibu as Sabbah, dapprima fautore dei Fatimiti in Egitto, poi seguace di Nizar, fratello e rivale del capo dei Fatimiti. Padrona di diverse fortezze in cui addestrava ed organizzava con ferrea disciplina i propri seguaci, questa setta teorizzava l’assassinio come elemento dottrinale fondamentale, e come mezzo per la realizzazione di certi obiettivi politici e religiosi. La setta fu sgominata dal khan mongolo Hulagu (1296) e l’ultimo degli Assassini, Rukn addin, venne condannato a morte. Anche il ramo siriano della setta, che aveva partecipato attivamente alla lotta contro i crociati, fu debellato nel 1273 da Baybars, sultano d’Egitto. In occidente le notizie più particolareggiate di questa setta si sono avute da Marco Polo. Alla condanna per eresia dei Templari contribuì la presunta adorazione della testa di un idolo satanico denominato Baphomet, la cui conoscenza sarebbe stata loro trasmessa dalla setta degli A. Si sarebbe trattato di una simbolica testa caprina inclusa in un pentagramma rovesciato (quindi malefico), contornato dalle sigle ebraiche simboleggianti il sacro ed impronunciabile nome di Yehovah; quell’infame accusa era stata una pura (ma purtroppo efficace) invenzione della Santa Inquisizione.