DolceLuna Team
Messaggi : 27214 Data d'iscrizione : 14.06.11 Età : 59 Località : Emilia - Romagna
| Titolo: LE CASE... Dom Lug 17, 2011 2:16 pm | |
| Allora un muratore si fece avanti e disse: Parlaci delle Case. Egli rispose, dicendo: Prima di costruire dentro le mura cittadine, immaginate una dimora nel deserto. Poiché come voi rincasate al crepuscolo, così fa il vagabondo che è in voi, sempre lontano e solitario. La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni. La vostra casa non sogna? e sognando non lascia la città per un boschetto o per la cima d'un colle? Vorrei raccogliere in mano tutte le vostre case e spargerle sui prati e le foreste come un seminatore. Vorrei che le strade fossero valli, e i vostri viali verdi sentieri, perché possiate cercarvi l'un l'altro tra le vigne, e incontrarvi con gli abiti odorosi della fragranza della terra. Ma queste cose non possono ancora avvenire. Nella loro paura, i vostri antenati vi riunirono troppo vicini gli uni agli altri. E quella paura durerà ancora un po' a lungo. Ancora un po' le mura cittadine separeranno dai campi i vostri focolari. E ditemi, gente di Orphalese, che cosa c'è in queste case? Che cosa proteggete con porte sprangate? Avete pace, la calma passione che rivela la forza? Avete ricordi, le arcate luminose che abbracciano la sommità della mente? Avete la bellezza, che guida il cuore dagli oggetti di legno e di pietra alla montagna sacra? Ditemi, avete questo nelle vostre case? O avete solo gli agi, e la brama degli agi, quella cosa furtiva ch'entra in casa come visitatrice, e poi diventa ospite, e infine padrona? Ahi! ché diventa tiranna, e con gancio e staffile trasforma in marionette le vostre più grandi aspirazioni. Benché abbia mani di seta, il suo cuore è di ferro. Vi addormenta cullandovi, solo per starvi accanto al letto e farsi gioco della nobile carne. Deride i sani sensi, e li pone tra i cardi come fragili vasi. In verità, la brama degli agi uccide la passione dell'anima, e segue sogghignando il suo funerale. Ma voi, figli dello spazio, voi irrequieti nel riposo, non sarete intrappolati e domati. La vostra casa non sarà un'àncora ma un albero di nave. Non sarà la lucida pellicola che ricopre la piaga, ma la palpebra che protegge l'occhio. Non piegherete le ali per passare attraverso le porte, non chinerete la testa per non urtare il soffitto, non tratterrete il fiato per paura che i muri si crepino e cadano. Voi non abiterete dentro tombe costruite dai morti per i vivi. E a dispetto della sua magnificenza, la vostra casa non custodirà il vostro segreto né riparerà la vostra ansia. Perché quello che in voi è sconfinato dimora nel palazzo del cielo la cui porta è la nebbia mattutina, e le finestre i canti e il silenzio della notte.
(IL PROFETA - GIBRAN) | |
|