«Perché lasciare l'arte solo agli artisti? Sta a ciascuno di voi diventare poeta, pittore o musicista nella vostra vita. E non domandatevi se sarete riconosciuti come artisti dalle persone che vi sono vicine o dal pubblico. Sarete voi a sapere, a sentire, che il vostro lavoro è lì, in voi: non potrete dubitarne. Direte: «Ma se quelle creazioni rimangono in me, nessuno ne beneficerà». In effetti, all'inizio sarete un artista sconosciuto, autore di capolavori ignoti. Ma nel mondo invisibile vi sono altre creature, vi è tutto un pubblico angelico che verrà a guardare, ad ascoltare. È prima questo pubblico angelico che dovete attirare.
Quindi, per il momento, preoccupatevi solo di fare bene il vostro lavoro e di perseverare. Perché è una legge: nulla di ciò che riusciamo a realizzare interiormente rimane senza effetto, e questo vale in primo luogo per noi stessi. Se con i nostri pensieri, i nostri sentimenti e i nostri desideri, riusciamo a creare in noi il paradiso, saremo noi i primi a viverci. E poi, a poco a poco, tutti gli esseri che si avvicineranno a noi, inizieranno a sentire che lì ci sono costruzioni magnifiche, che c'è un giardino pieno di alberi, di fiori e di uccelli.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)