«L'estate è posta sotto l'influsso dell'Arcangelo Uriel, il Cui Nome significa "Dio è la mia Luce". In estate tutta la natura è in fuoco, e il 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, dopo il solstizio d'estate, è tradizione accendere dei fuochi e celebrare con canti e danze la vittoria del calore e della luce. Uriel non è menzionato nella tradizione cristiana e la Chiesa non ha incoraggiato questo modo di celebrare la festa di san Giovanni, perché le riunioni di uomini e donne che cantano, danzano e bevono intorno a un fuoco per tutta la notte, finiscono spesso in eccessi.
Il solstizio d'estate, che si situa nel momento in cui il Sole entra nella costellazione del Cancro, dove Venere è in esaltazione, in verità non è la festa del fuoco spirituale, ma del fuoco fisico, terrestre. Uriel è l'Arcangelo di Malhut, la sfera della terra: il fuoco su cui Egli regna non è solo quello che fa maturare il grano e i frutti, ma è anche il fuoco interno del pianeta che alimenta tutta una materia in fusione dove si elaborano i metalli, i minerali, e che è stato anche assimilato all'inferno. In certe tradizioni, l'estate è simbolizzata da un drago che sputa fiamme. Il drago è appunto quell'animale mitico che, vivendo sotto terra, esce in superficie unicamente per bruciare, divorare e distruggere. Tuttavia, esso è anche il guardiano di tutti i tesori nascosti, ossia le pietre e i metalli preziosi, frutti della terra. Anche qui numerose tradizioni celebrano l'eroe che è stato capace di sconfiggere il drago per impadronirsi dei suoi tesori. Ecco dei racconti sui quali il discepolo deve meditare: se l'estate libera le forze sotterranee, ciò non significa che ci si debba lasciar divorare dal drago.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)