«Iniziando i pasti con una preghiera, noi ringraziamo il Signore che ci ha donato il cibo. Ma non è tutto; le nostre preghiere contribuiscono anche a influenzare favorevolmente il cibo in modo da aiutare il nostro organismo ad assimilarlo.
Prima di giungere sulla nostra tavola, gli alimenti sono passati per luoghi di ogni genere. Sono stati manipolati, impacchettati, trasportati… In qualche modo ci sono dunque estranei ed è bene prendere alcune precauzioni prima di lasciarli entrare in noi. Quali sono queste precauzioni? Prendete un frutto, per esempio, tenetelo in mano con rispetto, guardatelo, parlategli gentilmente col pensiero, ringraziatelo per la vita che sta per darvi: in quel frutto qualcosa si trasformerà, esso sarà molto più ben disposto verso di voi, e non appena lo metterete in bocca, comincerà a lavorare per voi. Affinché il cibo si apra a voi, il segreto è addomesticarlo, trasmettergli calore; e il calore è l’amore. Perciò vi consiglio di non mangiare alimenti che non amate, perché questi si comporteranno come nemici nel vostro organismo. E se, per una ragione o per l’altra, siete costretti a mangiarne, sforzatevi di guardarli con un po' di simpatia.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)