«Gli esseri umani, per lo più, avvertono confusamente che qualcosa in loro reclama un nutrimento che le attività della vita quotidiana non possono fornire loro. Perciò leggono, oppure vanno al cinema, a teatro, ai concerti o nei musei per trovare quei nutrimenti di cui hanno bisogno. Ma se al contempo non faranno lo sforzo di cercarli anche in se stessi, sulle vette dell'anima e dello spirito, proveranno sempre un'insoddisfazione, un vuoto. Sì, perché anche i più grandi artisti sono limitati nei loro mezzi di espressione, non hanno la possibilità di tradurre esattamente tutto ciò che vedono, odono o percepiscono nei loro momenti di ispirazione.
Anche se i capolavori dell'arte possono darvi molto, non dimenticate mai che nella vostra anima esistono regioni che – se riuscirete a scoprirle – vi daranno molto di più. L'Intelligenza cosmica ha deposto nell'uomo quell'istinto che lo spinge ad andare sempre più lontano, sempre più in alto: è ciò che rende il suo carattere unico tra le specie viventi. Ma solo la pratica spirituale lo rende capace di elevarsi al di sopra di se stesso e di entrare in contatto con le regioni che egli sente confusamente essere la sua vera patria.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)