Poiché l’anno tropico o solare ha una durata di 365,2422 giorni, con il passare dei secoli il calendario giuliano, noto come calendario romano, finì con l’introdurre alcuni giorni in sovrappiù rispetto al corso del Sole, con il risultato di far progressivamente anticipare l’Equinozio di Primavera. Nel 1582 il calendario giuliano venne riformato da papa Gregorio XIII, grazie alla soppressione immediata di 10 giorni, dal 5 ottobre al 14 ottobre compresi e con la deliberazione di considerare non bisestili gli anni dei secoli non divisibili per 400. Così il 1600 è stato bisestile e non il 1700, il 1800 e non il 1900 e così via. Con questo calendario si commette però ancora un piccolo errore, in quanto si immette un giorno in eccesso ogni 3333 anni, giorno che deve essere soppresso. Dopo la riforma gregoriana, non sono mancati tentativi di dare vita a nuovi metodi di computo del tempo. Basti rammentare il calendario rivoluzionario francese di ispirazione anticristiana, rimasto in vigore dal 22 settembre 1793 al 31 dicembre 1805.