"La natura inferiore nell'uomo è talmente ostinata e coriacea che ogni vittoria che egli riporta su di essa è una vera prodezza. Tuttavia, anziché vantarsi di quella prodezza, egli deve rimanere modesto. E per rimanere modesto, deve pensare che il merito non è suo ma del Signore, che gli ha dato il potere di dominare i suoi cattivi istinti. Perciò, ogni volta che riportate una vittoria su voi stessi, dite: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va il merito». Altrimenti rischiate di cadere nelle trappole dell'orgoglio, e si sa in quali vertiginose cadute sono stati trascinati tanti orgogliosi.
E quando ricevete dei complimenti per aver agito bene o per aver fatto un buon lavoro, dite ancora: «Non a me, Signore, ma al Tuo Nome va la gloria». Poiché facendo il vostro elogio, può accadere che involontariamente – o talvolta volontariamente! – gli altri vi tendano dei tranelli: rischierete di prendere le loro parole troppo seriamente, vi crederete già arrivati in cima, il che è pericoloso per il vostro sviluppo interiore poiché avete sempre dei progressi da fare.
Non è per la nostra gloria, ma per la gloria di Dio che dobbiamo sempre lavorare, poiché in quella impersonalità ci avviciniamo al nostro Sé superiore. La vera gloria dell'essere umano è la gloria di Dio."
Omraam Mikhaël Aïvanhov