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 LE LUCI DI NATALE

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MessaggioTitolo: LE LUCI DI NATALE   LE LUCI DI NATALE EmptyMar Dic 16, 2014 1:45 pm

Ogni popolo celebra ogni anno la Luce ed invoca così la pace e l’armonia tra gli uomini. Facciamo un viaggio ideale tra forme e riti diversi ed affascinanti delle “Luci di Natale”.
Anche se attraversate da sanguinosi conflitti nel loro nome, le Religioni tendono al dialogo e gli uomini di “buona volontà” cercano di appellarsi ad un Dio comune, all’Amore Universale, alla Pace ed a una spiritualità condivisa. Riscoprendo le luci degli altri popoli, con i loro riti e le loro ricorrenze, proviamo a superare le barriere che sono state create da retaggi culturali che dividono l’umanità. La Luce e la sua celebrazione è il tema comune che sta dietro alle differenze culturali e religiose…ecco perché ho scelto di partire da qui, per questo nostro cammino spirituale.

La tradizione celtica e germanica precristiana, da cui deriva la tradizione dell’Albero di Natale con il rito dell’addobbo, celebrava YULE, festa del solstizio d’inverno, legata al mondo della Natura: il Sole che attraversa il passaggio più oscuro dell’anno, per riprendere il suo cammino verso la Luce. Il periodo di morte/rinascita del Sole era per i popoli nordici anche il periodo in cui i morti incontravano i vivi. Anche nell’antica Roma si svolgevano, nello stesso periodo, cioè dal 17 al 20 Dicembre e fino al 24 Dicembre, in epoca imperiale, i Saturnali, poiché era Saturno a presidiare le feste del solstizio d’inverno. La festa del passaggio dal buio alla luce, connessa con la rinascita simbolica del Sole venne introdotta dall’Imperatore Aureliano, come festa del Dies natalis invictis Solis il 25 Dicembre. Per timore che il Cristianesimo venisse oscurato dai Pagani e dai loro culti, la Chiesa Cattolica Romana stabilì per il 25 Dicembre il giorno della Nascita di Cristo, provocando così la commistione tra Paganesimo e Cristianesimo, proprio nel Natale. Se, infatti, l’origine del Natale è pagana, la ripresa del cammino verso la luce ci riporta alla Genesi ed alle parole con cui si annuncia l’avvento della Luce Divina.

LA GENESI - Nel capitolo I della Genesi, la Luce di cui si parla non è più quella dei Pianeti, del Sole e della Luna, ma quella originaria ed assoluta del Divino, la prima realtà emanata con l’atto della Creazione (“fiat lux e lux fuit”) slegata dai ritmi cosmici e stagionali. Riemergere alla Luce Divina dopo essere passato per l’oscurità del Caos è l’aspirazione di ogni uomo, che nell’esperienza religiosa, qualunque essa sia, si sente come una scintilla dal fuoco, prova il bisogno di ricongiungersi alla Luce da cui proviene e la religione diventa il mezzo per riconnettersi a quella sacralità. Sempre nella Genesi leggiamo che, prevedendo che gli uomini avrebbero disobbedito, Dio nascose la Luce originaria, riservandola come premio finale per i giusti e la sostituì con la luce del Sole e della Luna. Ad illuminare il mondo abbiamo quindi un solo pallido, illusorio riflesso della Vera Luce, quella Divina, che va ben oltre la nostra immaginazione. Sarà per questo che non c’è grande religione che non preveda una Festa di Luce, per onorarla ed evocarla. E perché ciascuno, attraverso la suggestione del rito, nel contesto di un tempo e di uno spazio sacri, possa rivivere simbolicamente questo ritorno che purifica e rigenera. E’ proprio per questo che tutte le feste religiose della Luce sono feste di Nascita e di Rinascita dall’oscurità al chiarore. In questi momenti dell’anno accade sempre qualcosa di magico, perché almeno per un breve periodo, l’umanità riscopre un contatto con il Divino e con gli altri esseri, quasi ad assaporare la pace e l’armonia del Paradiso perduto.

IL CORANO – La Luce Divina e la scintilla nascosta del cuore dell’uomo sono riportati anche nel Corano, precisamente nella Sura 24 detta appunto Sura della Luce. In questo versetto si legge: “Dio è la Luce dei Cieli e della Terra: la Sua Luce è come una nicchia in un muro in cui si trova la lampada e la lampada è in vetro e il vetro è come una stella brillante. Essa è accesa con l’olio di un albero benedetto, un olivo che non è d’Oriente né d’Occidente e questo olio è accesso e la Sua Luce brilla senza contatto con il fuoco” La lampada di vetro non è altro che il cuore dell’uomo, specchio della Luce Divina, capace di accoglierne ed alimentarne la scintilla. Da evidenziare come l’olivo benedetto sia indicato come fonte di Luce e non appartenga a nessuna parte del Mondo, come a dire che la Luce Divina non appartiene né all’Oriente né all’Occidente, non ha né sede né direzione, brilla ovunque e proviene da qualunque parte.

Vediamo ora, invece, tutte le Feste della Luce, da Occidente ad Oriente, provenienti da tradizioni religiose di ogni tipo. Tutte le Feste della Luce, come il nostro Natale, sono fondate sulla Rinascita e sull’Amore.

HANNUKA’ - IL CALENDARIO A NOVE BRACCI – La festa ebraica della Luce inizia il venticinquesimo giorno del mese di Kislev, tra Novembre e Dicembre e dura 8 giorni, durante i quali non è permesso digiunare né celebrare funerali. Hannukà significa “inaugurazione” e ricorda la consacrazione del secondo Tempio di Gerusalemme, avvenuta nel 165 a.C. dopo la vittoria di Giuda Maccabeo sui Seleicidi, che da tempo opprimevano gli Ebrei. Per riconsacrare il Tempio, dopo la profanazione straniera, serviva molto olio da versare nelle lampade, ma l’ampolla rinvenuta tra le macerie poteva bastare al massimo per un giorno. Fu a questo punto che accadde il miracolo: l’olio durò senza consumarsi per tutti gli 8 giorni necessari al rito e così il Tempio ebbe la sua doverosa consacrazione. Da qui l’usanza di accendere le otto candele dello speciale candelabro, mentre la nona candela, detta “shamash”, è di servizio. La prima sera, all’apparire delle stelle, il capofamiglia accende in silenzio la prima candela, cominciando dal lato destro del candelabro ed aggiungendo ogni sera una nuova candela, cosicchè al termine degli otto giorni, saranno accesi tutti e otto. Il significato è chiaro: per servire Dio, un Ebreo deve fare ogni giorno un po’ di più” Nei tempi antichi, l’Hannukà veniva lasciato presso lo stipite sinistro della porta, oggi invece è posto all’interno davanti alla finestra. Per dire che non basta illuminare se stessi e i familiari, ma bisogna rendere partecipi anche gli altri, non soltanto con le parole, ma con i fatti concreti. La Festa Ebraica della Luce invita gli uomini a non farsi sopraffare da nessun genere di prevaricazione ed a migliorare la propria vita, facendo leva sui propri talenti. Simbolo di luce, l’olio ricompare anche tra gli ingredienti base dei piatti tradizionali di Hannukà, come i “talthes” (tortelli fatti con uova, cipolle, farina e patate, serviti con salsa di mele) Famiglia e comunità si riuniscono per consumare insieme questo pasto festivo, si cantano inni tradizionali e si offrono regali ai bambini.

MOSCHEE ILLUMINATE PER LA NASCITA DI MAOMETTO – Nato in Marocco come “FESTA DEL MIELE”, l’anniversario del Profeta Maometto è festeggiato nel mondo islamico con compostezza. La festa si svolge 71 giorni dopo il capodanno, il dodicesimo giorno del terzo mese lunare, Rabi. Per tale ricorrenza le Moschee vengono illuminate a festa, si tengono sermoni, si cantano litanie, si fanno doni ai bambini e si consumano dolci a base di miele e cibi a base di latte. Fin dal XII secolo in Egitto, la nascita di Maometto era festeggiata insieme a quella di sua figlia Fatma, del genero Alì e del califfo del momento. Sembra, però, che sia sorta in Iraq, per volere di Muzzafar, cognato del sultano Saladino. Era preceduta da un mese di allegria: per strada giravano cantori e giocolieri, mistici, studenti e gente di ogni estrazione sociale che giungeva apposta a Baghdad, dove si svolgevano lunghe processioni con le fiaccole.

COMPLEANNO DI BUDDHA – “CHE IL BUDDHA NASCA O MUOIA, SI ACCENDE UN LOTO” – Tra Aprile e Maggio nell’ottavo mese lunare, ricorre il compleanno del Buddha, celebrato da tutto il mondo buddista come Festa di VESAK, che ricorda la nascita, l’illuminazione e la morte o Nirvana totale, del Buddha. Qualche Paese asiatico dedica, invece, l’8 Dicembre all’illuminazione: è il BODHI DAY o “giorno del risveglio” poiché la parola Buddha in sanscrito vuol dire proprio “risvegliato” VESAK e BODHI DAY sono entrambe feste della Luce, per ricordare al mondo che la forza dell’illuminazione trionfa in ogni essere umano sull’oscurità della Natura. Sono giorni in cui i Templi ed i Cortili sono adornati di lanterne, sospese sulle immagini del Buddha. Di notte, si sfila per le vie, portando in processione candele o lampioncini di carta di molti colori, ma soprattutto a forma di loto. Al termine della sfilata, tutti i partecipanti, davanti al Tempio, sollevano la propria lanterna, dedicandola a persone di famiglia, a defunti o al Mondo intero come augurio di Pace e rinnovano con questo gesto, il loro desiderio di ricevere la Luce e la loro disponibilità ad aiutare gli altri nello stesso intento.

“DIWALI” – I MILLE LUMI DELL’INDIA RELIGIOSA – DIWALI o DIPAWALI è la festa della Luce in India e dura cinque giorni consecutivi, tra Ottobre e Novembre, in corrispondenza del Novilunio di Kartika, ma soprattutto vede accomunati nella celebrazione Induisti e Jainisti. Il nome della festa deriva da “diyas” che significa “fila di lampade a olio” ed in origine, era la Festa degli Antenati, guidati sulla Terra da una fila di luci e poi risospinti nell’Aldilà. Oggi nell’India del Nord, la Festa della Luce è dedicata a Lakshmi, Dea della Fortuna e dei Commerci, mentre nell’India del Sud, la Festa della Luce celebra la vittoria del Dio Krishna sul demone Naraka. La ricorrenza celebra il rinnovarsi della vita, la Luce della Sapienza che trionfa sulle tenebre dell’ignoranza e sul potere distruttivo del Monsoni. Innumerevoli lampade, disposte in fila sui tetti, sui balconi, sulle facciate delle case, evocano la fine dell’oscurità ed incoraggiano la venuta della Dea. Mille luci vengono fatte galleggiare sulle acque dei fiumi sacri con intenti profetici:

- fortuna se, attraversando la corrente, il lume arriva acceso presso la riva opposta;
- guai e miseria se invece si spegne prima di arrivare alla riva opposta.

Le porte delle case sono addobbate con luci e ghirlande di fiori, animaletti di carta e dolcetti. I bambini accendono petardi, mentre gli uomini si dedicano al gioco d’azzardo, perché secondo la leggenda, in quel giorno il Dio Shiva perse a dadi con la moglie Parvati, per cui, se si guadagna a DIWALI si avrà denaro per tutto l’anno.

DALLA CINA ARRIVA LA “FESTA DELLE LANTERNE”- Dedicata all’antico Dio del Cielo, Shang Yang, la festività cinese fa parte delle celebrazioni della Primavera. Coincide con la Luna Piena del primo mese (Febbraio – Marzo) e cade esattamente quindici giorni dopo il Capodanno. La caratteristica più evidente della Festa sono le lanterne in carta di riso, coloratissime e dalle forme più svariate, a forma di fiore, di animale e di persona. Altre riproducono l’animale zodiacale dell’anno, altre ancora riproducono indovinelli o leggende che richiamano alle virtù tradizionali, come obbedienza, devozione e giustizia. Tutte, però, hanno in comune una cosa: lo scheletro in bambù ed uno stoppino imbevuto di cherosene. Una volta accese diventano delle minuscole mongolfiere: grazie alla spinta del calore salgono dritte in cielo, il Regno del Dio Shang Yang e più in alto si spingono maggiori saranno le probabilità di successo e fortuna per chi le ha portate. Per l’occasione si confezionano anche dolci di arrotolati, farciti con pasta di fagioli rossi, arachidi e sesamo.

Fonte: studi personali effettuati su opere di Rudy Stauder
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