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 SHRI SAI STACHARITA. LA STORIA DI SAI BABA SHIRDA di DAHBOLKAR HEMADPANT

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MessaggioTitolo: SHRI SAI STACHARITA. LA STORIA DI SAI BABA SHIRDA di DAHBOLKAR HEMADPANT   SHRI SAI STACHARITA. LA STORIA DI SAI BABA SHIRDA di DAHBOLKAR HEMADPANT EmptyVen Ago 05, 2011 10:12 am

Trama: Su questo libro esiste una 'particolare' profezia: letto in 7 giorni viene esaudito il desiderio più ambito. Sara vero? Una cosa è certa: è un libro denso di avvenimenti accaduti nella vita si Sai Baba di Shirdi, molti dei quali anticipano e confermano il legame tra lui e Sai Baba di Puttaparthi. Una raccolta di singolari episodi accaduri durante la vita di Sai Baba di Shirdi, la prima incarnazione di Sri Sathya Sai Baba.
Coloro che si avvicineranno aquesta lettura con rispetto ne trarranno un gran beneficio
Tratto dal primo capitolo...
Dopo aver descritto in breve, i vari metodi devozionali, l’autore procede narrando la seguente storia.
Correva il 1910 e un mattino mi recai a Shirdi per ricevere il Darshan di Sai Baba. Fui alquanto stupito nell’assistere al seguente fenomeno. Dopo essersi lavato la faccia e la bocca, Sai Baba si preparò a macinare del grano. Dispose un sacco sul pavimento e quindi vi depose un mulino a mano. Prese del grano, si rimboccò le maniche e incominciò a macinare. Io pensai: ”Che necessità ha Sai Baba di macinare grano, quando non possiede nulla e non conserva nulla, dato che vive di elemosina?”.
Molti la pensavano come me, ma nessuno aveva il coraggio di chiedere a Baba cosa stesse facendo. Molta gente era accorsa e quattro donne, allontanato Baba, cantando i suoi Lila si misero a macinare in vece sua. All’inizio Baba ne fu risentito ma poi, constatando l’amore e la devozione delle donne, ne fu compiaciuto e cominciò a sorridere.
Mentre macinavano le donne cominciarono a pensare che Egli non aveva casa, non possedeva nulla, non aveva bambini, nessuno a cui accudire, viveva di elemosina e pertanto non aveva bisogno della farina. Essendo lui così caritatevole, forse l’avrebbe distribuita a loro. Così pensando e continuando a cantare, finirono di macinare e, riposto il mulino, divisero la farina in quattro parti uguali. Baba, che fino a quel momento era rimasto calmo, s’infuriò e si rivolse loro dicendo: “Siete diventate pazze? Ho forse chiesto a voi in prestito del grano? Per favore, adesso fate quanto vi dico. Prendete la farina e spargetela lungo i bordi che delimitano il villaggio”.
Ascoltando ciò, le donne si vergognarono del loro operato e fecero quanto era stato loro chiesto. Io chiesi allora agli abitanti di Shirdi perché Baba si fosse comportato in quel modo e quelli mi risposero che un’epidemia di colera aveva colpito il villaggio e questo era il rimedio di Baba. Non era il grano ad essere stato macinato, ma il colera stesso. Era stato polverizzato e posto ai confini del villaggio. L’epidemia scomparve e la gente visse serena.
Fui felice dell’accaduto, però incominciai a chiedermi quale rapporto esistesse tra la farina e il colera. Il fatto però mi parve inesplicabile. Il mio cuore era invaso dalla gioia e sentivo che dovevo registrare questi Lila compiuti da Sai; nacque quindi l’idea di scrivere la vita di Baba: il Satcharita, e, come sappiamo, con la Sua grazia e la sua benedizione, il lavoro è stato portato a termine con successo.

Significato filosofico della macinazione
Oltre al significato attribuito alla macinazione dagli abitanti di Shirdi, noi pensiamo che ne esista uno filosofico.
Sai Baba visse a Shirdi per circa 60 anni e durante tutti questi anni, quasi ogni giorno si dedicò alla macinazione, non soltanto del grano. Egli macinava i peccati, le afflizioni fisiche e mentali e le disgrazie dei proprio innumerevoli devoti. Le due pietre del Suo mulino, erano il Karma e la Bhakti (devozione), il livello più basso e quello più elevato.
Il braccio che faceva muovere il mulino, era Jnana (la conoscenza). Era ferma convinzione di Baba che, la Conoscenza o Realizzazione del Sé non fosse possibile senza aver prima macinato tutti i nostri impulsi, i nostri desideri, i nostri peccati, i nostri tre “guna”: Sativa, Raja e Tama, ed il nostro Ego, così difficile da eliminare.
Questo processo ci riporta alla mente un caso simile, quando Kabir, vedendo una donna che stava macinando, disse al proprio Guru: “Piango, poiché immagino di essere macinata da questa ruota dell’umana esistenza”.
Rispose il Guru: “Non temere, afferrati alla maniglia di questo mulino, che rappresenta la Conoscenza e non allontanarti da essa, rivolgiti sempre al Centro, e sarai certa di salvarti”.

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