DolceLuna Team
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| Titolo: PENSIERO DEL GIORNO: LA SOLITUDINE MINACCIA CHI SA VEDERE NEGLI ALTRI SOLO DIFETTI E NON IL PRINCIPIO DIVINO CHE IN LORO E' RACCHIUSO Mar Nov 08, 2016 8:50 am | |
| A cosa serve sottolineare sempre i difetti degli altri? Forse che per questo li vediamo migliorare? No. Allora cercate piuttosto di concentrarvi sul Principio divino, immortale ed eterno che vive anche in loro, e di avere per quel Principio divino sentimenti sacri; è così che aiuterete gli esseri umani, e allo stesso tempo farete un buon lavoro su voi stessi. Invece, occupandovi continuamente dei loro difetti vi fate del male, poiché vi nutrite di sporcizie, e spesso, anziché aiutarli, addirittura impedite loro di evolvere. Quante persone si sentono sole senza capire perché! Non si accorgono che criticando gli altri, sottolineandone le debolezze e le lacune, non fanno che scavare il fossato che le separa da loro. Ma quando, attraverso la propria anima e il proprio spirito, sapranno entrare in relazione con tutte le anime e con tutti gli spiriti sulla terra, quando ciò che di migliore hanno in loro incontrerà quel che di migliore esiste negli altri, non si sentiranno mai più sole.
Omraam Mikhaël Aïvanhov | |
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Acquamarina Moderatore
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| Titolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO: LA SOLITUDINE MINACCIA CHI SA VEDERE NEGLI ALTRI SOLO DIFETTI E NON IL PRINCIPIO DIVINO CHE IN LORO E' RACCHIUSO Mar Nov 08, 2016 3:08 pm | |
| Per dirla alla Ligabue... Quante vite non capisci e quindi non sopporti perché ti sembra non capiscan te. Quanti generi di pesci e che correnti forti perché 'sto mare sia come vuoi te. | |
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DolceLuna Team
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| Titolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO: LA SOLITUDINE MINACCIA CHI SA VEDERE NEGLI ALTRI SOLO DIFETTI E NON IL PRINCIPIO DIVINO CHE IN LORO E' RACCHIUSO Mar Nov 08, 2016 6:05 pm | |
| Eh già acquolina mia siamo noi a dover essere flessibili come un ramo di salice o fluidi come il corso di un fiume, solo così eviteremo la solitudine e la sofferenza. Non si possono cambiare le persone ed infondo non è neanche giusto volerle come piacerebbe a noi. Per eliminare la malsana abitudine di criticare gli altri dobbiamo innanzitutto capire perché lo facciamo. Ecco una serie di motivi che ci spingono alla critica:
Criticare qualcuno, simpaticamente o con cattiveria, è una evasione dal proprio Io; la mente ha bisogno di tenersi sempre occupata, di avere interessi frivoli e passeggeri e a volte le critiche sono il modo migliore per evadere dai problemi, per ignorare i propri difetti, per sfuggire dal confronto con noi stessi.
Critichiamo gli altri perché non abbiamo niente di meglio da fare; questo è l’aspetto più triste perché vuol dire che la nostra vita è vuota, che non abbiamo interessi migliori a cui dedicarci ed occupiamo il nostro tempo in un’attività semplice e comoda che è la critica. Le persone intorno a noi diventano il centro delle nostre attenzioni, siamo pronti a trovare un difetto in tutti pur di fare qualcosa che riempia gli spazi vuoti della nostra giornata.
Semplicemente per abitudine; siamo stati “addestrati” alla critica fin dalla nascita: genitori, insegnanti, vicini, colleghi, amici, parenti, tutte le persone che ci circondano ci hanno involontariamente mostrato che bisogna sempre discutere e giudicare i comportamenti altrui. La critica, quindi, diventa quasi un atto automatico, un comportamento abitudinario che abbiamo imparato da bambini.
Perché abbiamo bisogno di accrescere la nostra autostima e per farlo tentiamo inconsciamente di sminuire l’immagine degli altri facendoli sentire inferiori a noi. La critica è data da una condizione di insoddisfazione, insicurezza ed infelicità; vedere qualcuno che, al contrario di noi, si è realizzato ed ha una vita felice, ci fa impazzire, così avvertiamo la necessità di porre gli altri ad un livello inferiore per sentirci meglio noi. Le persone felici e realizzate difficilmente criticano gli altri, se dicono qualcosa è solo per incoraggiarli.
Critichiamo gli altri perché non accettiamo le loro diversità, non accettiamo che qualcuno non la pensi come noi o si comporti in modo diverso da come ci comporteremmo noi in determinate situazioni, insomma pretendiamo che gli altri seguano le nostre stesse regole e si uniformino al nostro pensiero. La critica dimostra, quindi, anche un certo livello di intolleranza nei confronti di chi riteniamo diverso da noi.
Per smettere di criticare gli altri, innanzitutto dobbiamo prendere consapevolezza del momento preciso in cui stiamo criticando qualcuno o del momento in cui stiamo per farlo. Questa presa di coscienza è utile perché ci aiuta a capire quante volte durante il corso di una giornata ci dedichiamo a questa attività superflua e quanto tempo, dunque, stiamo sottraendo ad attività decisamente più utili e produttive.
1. Osservare noi stessi. Nel momento in cui stiamo criticando qualcuno, cominciamo ad osservarci più da vicino e a vedere quanto siamo presi dalla situazione. Proviamo a riflettere sul fatto che nello stesso momento in cui stiamo attaccando qualcuno, avremmo potuto fare qualcosa di meglio per noi stessi. Fermiamoci e diciamoci: “aspetta un attimo, ma perché sto sprecando il mio tempo attaccando questa persona, invece di fare qualcosa per migliorare la mia vita?” . Piuttosto che passare il tempo a criticare gli altri, potremmo cominciare ad impiegare lo stesso tempo e la stessa energia per trovare in loro degli aspetti positivi e qualcosa da cui imparare.
2. Pensare alle conseguenze. Una semplice critica, anche se detta in modo scherzoso, può ferire e scoraggiare seriamente una persona. Non sempre ci rendiamo conto che quando critichiamo qualcuno, stiamo urtando la sua sensibilità e molto spesso questi attacchi personali generano del rancore, che può durare anche per anni. Può capitare, infatti, di scoprire che una persona alla quale avevamo mosso una critica, dopo diversi anni si senta ancora ferita dalle nostre parole poco gentili nei suoi confronti, anche se noi con il tempo le avevamo dimenticate. Prima di attaccare qualcuno, quindi, pensiamo alle conseguenze negative che la nostra critica può portare, immaginiamo sempre di avere un pugnale con cui stiamo per infliggere una coltellata e pensiamo al danno che le nostre parole stanno causando.
3. Ignorare gli altri quando criticano qualcuno. Se ci troviamo in una discussione in cui si sta parlando male o attaccando qualcuno, possiamo semplicemente rifiutarci di partecipare o cercare di cambiare argomento, proponendo qualcosa di più interessante. Ci sono cose migliori su cui confrontarsi ed argomenti decisamente più importanti da affrontare e da cui imparare qualcosa di utile alla nostra crescita.
4. Pensare prima di parlare. Prima di attaccare qualcuno soffermiamoci a pensare su ciò che stiamo per dire. Mio papà mi diceva sempre: "Se di qualcuno non puoi parlare bene, non parlarne proprio, soprattutto se non è presente"....quindi se le nostre parole non sono di incoraggiamento, è meglio tacere e restare neutrali oppure cercare dei modi più gentili per esprimere il nostro giudizio. Ad una persona suscettibile ad esempio, invece di dire” sei troppo permaloso!” potremmo dire “secondo me dovresti provare a prendere le cose con un po’ più di leggerezza”. Avremo detto la stessa cosa, ma con parole diverse e, inoltre, invece di attaccarla invano, le avremo fornito un’opzione utile da prendere in considerazione.
5. Mettersi nei panni degli altri. Vi ricordate il detto pellerossa, che vi ripeto da sempre “Non giudicare un uomo prima di aver camminato per un miglio nei suoi mocassini”...ecco!!! dunque, nel momento in cui stiamo per attaccare qualcuno, cerchiamo di metterci completamente nella sua condizione, possiamo farlo? No, perché non abbiamo vissuto al suo posto e non possiamo sapere i motivi che sono dietro alle sue scelte ed ai suoi comportamenti. Dunque, piuttosto che muovergli una critica, possiamo chiedere le ragioni della sua condotta; invece di dire “ti sei comportato malissimo” possiamo chiedere “cosa ti ha spinto a comportarti così?” ed ascoltare a mente aperta, senza giudicare, le sue motivazioni.
6. Guardarsi dentro. La critica può essere utile solo quando ci spinge a guardarci dentro e ad analizzare i nostri limiti e le nostre mancanze. Prima di evidenziare un difetto negli altri, cerchiamo di vedere se lo stesso difetto appartiene anche a noi; allo stesso modo, prima di condannare qualcuno, ammettiamo di aver commesso anche noi degli errori in passato e che, quindi, non abbiamo alcun diritto di accusare gli altri per qualcosa che anche noi abbiamo fatto.
7. Siamo più tolleranti. Fortunatamente siamo tutti diversi, nessuno è meglio o peggio di qualcun altro. Ognuno di noi ha delle regole di vita e dei valori definiti, in base ai quali costruisce la propria esistenza ed è assolutamente normale non essere d’accordo con le scelte e le opinioni di tutti. Non è giusto né saggio, però, tentare di imporre agli altri le nostre regole, le nostre convinzioni, le nostre preferenze personali. Prima di criticare, dunque, pensiamo al famoso “vivi e lascia vivere”, quindi: vivi come vuoi, secondo le tue regole, ma lascia anche agli altri la possibilità di vivere la propria vita senza interferire.
Smettere di criticare gli altri, rispettare le loro scelte e accettare le diversità che inevitabilmente si incontrano nelle persone, è un gesto che dimostra estrema intelligenza e libertà. Proviamo per qualche giorno a non criticare o giudicare nessuno, ci sentiremo più leggeri ed avremo di sicuro anche più tempo da dedicare a noi stessi. Se ci fermiamo a riflettere su ogni singolo punto indicato sopra, anche solo uno dei 7, non necessariamente su tutti, ci rendiamo conto che ci sono mille motivi per cui le critiche si dimostrano completamente inutili, anzi in molti casi addirittura dannose:
Le critiche ci danneggiano sia psicologicamente che fisicamente, infatti nel momento in cui siamo intenti a criticare qualcuno, in noi si fanno strada dei sentimenti negativi, che aumentano la tensione emotiva e creano stress sia a livello fisico che mentale. Queste emozioni negative che possono essere rabbia, invidia o rancore non solo danneggiano la nostra serenità emotiva, ma si riflettono inconsciamente anche a livello fisico. Ciò accade perché la critica in un certo senso è una forma di attacco, ed inconsciamente il nostro corpo si prepara all’attacco che stiamo mettendo in atto: la tensione dei muscoli aumenta, il viso si contrae e tutto il corpo si irrigidisce. Perciò, quando critichiamo qualcuno, stiamo innanzitutto facendo del male a noi stessi.
Le critiche sono totalmente inutili non solo perché ostacolano la crescita come essere umano, ma soprattutto perché non migliorano in alcun modo la nostra vita, non ci fanno guadagnare soldi ( a meno che non siamo dei critici televisivi o giornalisti e lo facciamo per lavoro) e non portano con sé alcun tipo di cambiamento o miglioramento del nostro stato personale. Quindi perché fare qualcosa (di negativo,oltretutto) se non ci porta da nessuna parte?
Criticare gli altri è un enorme spreco di tempo ed energia, un’attività che ci tiene bloccati in un vicolo cieco, che porta la nostra mente lontano da ciò a cui davvero dovremmo pensare. Quando ci fermiamo ad analizzare nei minimi dettagli gli errori o i difetti degli altri, non stiamo facendo altro che sprecare tempo prezioso, che potrebbe essere invece utilizzato per osservare ed analizzare noi stessi, per capire e migliorare i nostri difetti, piuttosto che quelli altrui.
Criticare qualcuno è come infierirgli una coltellata. Molto spesso le critiche feriscono l’orgoglio di una persona e la inducono a mettersi sulla difensiva, a giustificarsi per ciò che ha fatto, a sentirsi inferiore, a chiudersi in sé stessa e a covare del risentimento nei nostri confronti. Piuttosto che criticare, dovremmo invece imparare ad esaltare i lati positivi delle persone che ci stanno accanto, senza tentare di sminuirle in alcun modo.
La critica è un atto superficiale. Quando giudichiamo le scelte o i comportamenti di una persona, il nostro giudizio si basa soltanto sulla semplice apparenza perché non possiamo conoscere a fondo il suo vissuto, i suoi sentimenti, la sua condizione, gli eventi, le circostanze e i motivi che lo spingono a parlare o ad agire in un certo modo. E’ facile dire “io non lo avrei mai fatto” se non ci siamo mai trovati nella stessa identica situazione. | |
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saloua
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| Titolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO: LA SOLITUDINE MINACCIA CHI SA VEDERE NEGLI ALTRI SOLO DIFETTI E NON IL PRINCIPIO DIVINO CHE IN LORO E' RACCHIUSO Mar Nov 08, 2016 8:00 pm | |
| Grazie Dolcissima del pensiero condivido il tutto..
che sia una brutta abitudine e un malessere non c'è dubbio e anche cattiveria il peggio che spesso si trasmette dia genitore ai figli penso che è li che se assorbe un può tutto dove trova radici in una mentalità limitata e cultura chiusa e molto stretta.. ecco questo che mi piacerebbe cambiare non tanto la persona ma il modo di pensare e di conseguenza agire. Un abbraccio. | |
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DolceLuna Team
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| Titolo: Re: PENSIERO DEL GIORNO: LA SOLITUDINE MINACCIA CHI SA VEDERE NEGLI ALTRI SOLO DIFETTI E NON IL PRINCIPIO DIVINO CHE IN LORO E' RACCHIUSO Mar Nov 08, 2016 8:55 pm | |
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