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 SANTA BARBARA

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MessaggioTitolo: SANTA BARBARA   SANTA BARBARA EmptyDom Dic 04, 2011 12:48 pm

SANTA BARBARA Santa_11


Si celebra il: 4 dicembre

Muore a: Nicomedia nel sec. III d,C.

Patronato: Architetti, Minatori, Moribondi, Fucili e polvere da sparo, Vigili del Fuoco, Artiglieri ed Artificeri

Etimologia: Barbara = straniera, dal greco

Emblema: Palma, Torre

Martirologio Romano: A Nicomedia, commemorazione di santa Barbara, che fu, secondo la tradizione, vergine e martire. Nacque a Nicomedia nel 273. Si distinse per l'impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di «barbara», cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 Barbara si trasferì presso la villa rustica di Scandriglia, oggi in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell'imperatore Massimiano Erculeo. La conversione alla fede cristiana di Barbara provocò l'ira di Dioscoro. La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Durante il processo che iniziò il 2 dicembre 290 Barbara difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Questo le costò dolorose torture. Il 4 dicembre, infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.

La celebreazione liturgica o il culto: Esistono molte redazioni in greco e traduzioni latine della passione di Barbara; si tratta, però, di narrazioni leggendarie, il cui valore storico è molto scarso, anche perché vi si riscontrano non poche divergenze. In alcune passiones, infatti, il suo martirio è posto sotto l’impero di Massimino il Trace (235 – 38) o di Massimiano (286 – 305), in altre, invece, sotto quello di Massimino Daia (308 –13). Né maggiore concordanza esiste sul luogo di origine, poiché si parla di Antiochia, di Nicomedia e, infine, di una località denominata “Heliopolis”, distante 12 miglia da Euchaita, città della Paflagonia. Nelle traduzioni latine, la questione si complica maggiormente, perché per alcune di esse Barbara sarebbe vissuta nella Toscana, e, infatti, nel Martirologio di Adone si legge: “In Tuscia natale sanctae Barbarae virginis et martyris sub Maximiano imperatore”. Ci si trova, quindi, di fronte al caso di una martire il cui culto fino all’antichità fu assai diffuso, tanto in Oriente quanto in Occidente; invece, per quanto riguarda le notizie biografiche, si possiedono scarsissimi elementi: il nome, l’origine orientale, con ogni verisimiglianza l’Egitto, e il martirio. La leggenda, poi, ha arricchito con particolari fantastici, a volte anche irreali, la vita della martire: si tratta di particolari che hanno avuto un influsso sia sul culto come sull’iconografia.
Il padre di Barbara, Dioscuro, fece costruire una torre per rinchiudervi la bellissima figlia richiesta in sposa da moltissimi pretendenti. Ella, però, non aveva intenzione di sposarsi, ma di consacrarsi a Dio. Prima di entrare nella torre, non essendo ancora battezzata e volendo ricevere il sacramento della rigenerazione, si recò in una piscina d’acqua vicino alla torre e vi si immerse tre volte dicendo: “Battezzasi Barbara nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Per ordine del padre, la torre avrebbe dovuto avere due finestre, ma Barbara ne volle tre in onore della S.ma Trinità. Il padre, pagano, venuto a conoscenza della professione cristiana della figlia, decise di ucciderla, ma ella, passando miracolosamente fra le pareti della torre, riuscì a fuggire. Nuovamente catturata, il padre la condusse davanti al magistrato, affinché fosse tormentata e uccisa crudelmente. Il prefetto Marciano cercò di convincere Barbara a recedere dal suo proposito; poi, visti inutili i tentativi, ordinò di tormentarla avvolgendole tutto il corpo in panni rozzi e ruvidi, tanto da farla sanguinare in ogni parte. Durante la notte, continua il racconto seguendo uno schema comune alle leggende agiografiche, Barbara ebbe una visione e fu completamente risanata. Il giorno seguente il prefetto la sottomise a nuove e più crudeli torture: sulle sue carni nuovamente dilaniate fece porre piastre di ferro rovente. Una certa Giuliana, presente al supplizio, avendo manifestato sentimenti cristiani, venne associata al martirio: le fiamme, accese ai loro fianchi per tormentarle, si spensero quasi subito. Barbara, portata ignuda per la città, ritornò miracolosamente vestita e sana, nonostante l’ordine di flagellazione. Finalmente, il prefetto la condannò al taglio della testa; fu il padre stesso che eseguì la sentenza. Subito dopo un fuoco discese dal cielo e bruciò completamente il crudele padre, di cui non rimasero nemmeno le ceneri.
L’imperatore Giustino, nel sec. VI, avrebbe trasferito le reliquie della martire dall’Egitto a Costantinopoli; qualche secolo più tardi i veneziani le trasferirono nella loro città e di qui furono recate nella chiesa di S. Giovanni Evangelista a Torcello (1009). Con molta probabilità, invece, i resti di Barbara sono sepolti nella Cattedrale di Rieti. Il culto della martire fu assai diffuso in Italia, probabilmente importato durante il periodo dell’occupazione bizantina nel sec. VI, e si sviluppò poi durante le Crociate. Se ne trovano tracce in Toscana, in Umbria, nella Sabina. A Roma, poi, secondo la testimonianza di Giovanni Diacono (Vita, IV,89), s. Gregorio Magno, quando ancora era monaco, amava recarsi a pregare nell’oratorio di S. Barbara. Il testo, però, ha valore solo per il IX sec.; comunque, è certo che in questo secolo erano stati costruiti oratori in onore di B., dei quali fa testimonianza il Liber Pontificalis (ed. L. Duchesne, II, pp. 50, 116) nelle biografie di Stefano IV (816-17) e Leone IV (847-55). Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa (allusione a quella del padre, secondo la leggenda); in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel loro lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori; oggi è venerata anche come protettrice dei vigili del fuoco. Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è denominato “Santa Barbara”. La festa di Barbara è celebrata il 4 dicembre e Santa Barbara è venerata come santa e martire dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

Località di cui è patrona Santa Barbara:

Liguria: Cengio (SV);
Lombardia: Parrocchia di S. Barbaba nella città di S. Donato Milanese (MI); Pradalunga (BG);
Veneto: Pieve di Limana (BL), Agordo (BL);
Toscana: Montecatini Terme (PT), Rio Marina (LI), San Carlo (LI), Roccastrada (GR);
Marche: Barbara (AN);
Lazio: Barbarano Romano (VT), Colleferro (RM), Fontana Liri (FR), Nettuno (RM), Norma (LT), Rieti (RI), Scandriglia (RI);
Campania: Corleto Monforte (SA);Salento; Copersito di Torchiara (SA);
Calabria: Amaroni (CZ),Davoli (CZ), Filadelfia (VV), Motta San Giovanni (RC), Piane Crati (CS), Marzi (CS);
Puglia: Miggiano (LE); venerata a Ginosa nella Cappella Rupestre dedicata a Santa barbara.
Sicilia: Francavilla di Sicilia (ME), Paternò (CT), Sommatino (CL), Tremestieri Etneo (CT);
Sardegna:Aidomaggiore (OR), Capoterra (CA), Furtei (CA), Gonnosfanadiga (CA), Olzai (NU), Senorbì (CA), Sinnai (CA), Villacidro (VS), Nureci (OR), Genoni (OR), Ulassai (OG).

Preghiere a Santa Barbara

Preghiera dei Vigili del Fuoco

Iddio che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti la fiamma del sacrificio.
Fa più ardente della fiamma il sangue che ci score nelle vene,
vermiglio come un canto di Vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città
ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile verso di te saliamo,
ci sorregga la tua mano piagata.
Quando l’incendio irresistibile avvampa,
bruci il male che s’annida nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.
Signore, siamo i portatori della Tua Croce
e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio è non vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli,
nel furore delle acque,
nell’inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio.
Per Santa Barbara martire. Così sia.

Preghiera a Santa Barbara (tipica di Bufera – Sicilia)

Santa Barbaredda,
affacciata a la finestredda
carmàti 'sta timpesta;
mannàtila unni 'un cc'è suli,
unni 'un cc'è luna,
unni 'un cc'è nissuna criatura.

Preghiera Siciliana a Santa Barbara durante i temporali

Santa Barbara ntu munti stava,
di lampi e di trona nun si scantava,
si scantava dill'ira di Diu,
Santa Barbara amuri miu.

Preghiera (recitata nella zona di Casale Monferrato)

Santa Barbara e san Simun,
prutegimi da la losna e dal trun,
dal fò e da la fiamae dla mort subitanea.

Novena:

Iconografia di Santa Barbara: Il racconto della vita di Santa Barbara è ricco di elementi (quali la torre, la spada, la corona, la palma e la pisside con un’ostia, che significa il Viatico nell’ora della morte...) che servirono di ispirazione agli artisti dei vari secoli che vollero celebrare Santa Barbara. In genere, comunque, la Santa è raffigurata vicino ad una torre, con in una mano un ramoscello di palma e nell’altra una spada.


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