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 OSTARA: LA FESTA DELLA LUCE DELLA TERRA

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MessaggioTitolo: OSTARA: LA FESTA DELLA LUCE DELLA TERRA   OSTARA: LA FESTA DELLA LUCE DELLA TERRA EmptyMar Mar 20, 2012 3:21 pm

INTRODUZIONE

L'Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale). Astronomicamente l’equinozio di primavera (in gallese “Alban Eiler”, luce della Terra) è il momento in cui il sole si trova al di sopra dell’equatore celeste. L’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il momento in cui la Natura tutta reca un messaggio di rinnovamento e di risveglio, dopo le lunghe notti invernali. Rappresenta quindi, una sorta di capodanno. Ricordiamo anche che nella Roma antica, l’anno aveva inizio proprio nel mese di marzo, dedicato a Marte, padre dei gemelli fondatori della città. E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio, o meglio, nuovo inizio. “Alban Eiler” è il momento della rinascita anche dei nuovi progetti, è il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità,rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme. Non dimentichiamo che le festività avevano sempre una duplice valenza: la prima riferita ai mutamenti ciclici stagionali della terra ai quali corrispondeva un’uguale simbologia, cioè la seconda valenza) per i mutamenti nell’animo dell’umano. L’Equinozio di primavera celebra il ritorno della primavera e della vita, l’ascesa della Dea dagli Inferi. E’ una festa che celebra la fertilità della terra ed ha un particolare valore soprattutto nel paganesimo dell’area mediterranea dove già all’equinozio il ritorno della bella stagione e il rinnovarsi della natura è evidente. I popoli più nordici come i Celti spostavano questa ricorrenza a Beltane, festa della riproduzione del bestiame con una matrice agricola meno marcata rispetto alle feste dell’area mediterranea, dove è l’Equinozio, o quantomeno i rituali che venivano celebrati in prossimità di queste corrispondenze, in realtà ad avere un’importanza maggiore rispetto a Beltane. Da ricordare che gli Equinozi non sono feste celtiche, ma sono festività che appartengono all’area sud europea. L’Equinozio di Primavera segna proprio il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, legato al risveglio della Natura; a ciò si ricollega il tema del matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla Terra o alla luna. Il Dio Sole si accoppia, infatti, con la Giovane Dea Terra.
In questo giorno venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. In questo girono venivano, solitamente irrigati i campi, mentre i Druidi, sfruttando la corrispondenza perfetta tra ore solari e ore notturne, celebravano i loro Riti.
Questo giorno è celebrato in un punto intermedio nel ciclo delle stagioni tra Imbolc ( 2 febbraio) e Beltane (1° maggio). A Yule, si celebra il ritorno della luce o del sole al mondo e per quanto possa sembrare strano, è ad Imbolc che abbiamo celebrato l’arrivo della Primavera. Ora il giorno e la notte sono perfettamente in equilibrio ed uguali in lunghezza e la forza del sole sta crescendo. Nella ruota dell’anno, questo festival è seguito da Beltane, cui segue il solstizio d’estate ( 21 giugno), allorchè il sole raggiungerà il suo zenith per poi tornare ad accorciarsi fino a Yule. La Grande Ruota gira senza sosta...Come Yule, la Signora del Giorno è una delle feste minori della ruota dell’anno, celebrata con meno enfasi rispetto ai Sabbath di Beltane, Lammas, Samhain ed Imbolc. Tuttavia, questo è un giorno molto importante, un giorno in cui dovremmo essere allegri, dato che celebra il calore e la forza guaritrice del sole, il rinverdimento della terra e la nascita di nuova vita in primavera. Come per il raccolto del 21 settembre, questo è il festival dell’ equilibrio – in cui ci riuniamo per celebrare l’equilibrio e l’armonia nell’universo. I colori di Ostara, non a caso, sono tutta la gamma del rosa, blu chiaro e giallo paglierino chiaro, il verde, così come i colori più forti della Primavera, quali il verde dell’erba, il blu dell’uovo di pettirosso, il viola ed il bianco. L’Equinozio è il giorno in cui la Wicca commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e ciò fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere. E’ inoltre la stagione del giovane dio che fa pensare ad Herne il cacciatore, il pettirosso del bosco, l’uomo verde, Cernunno, il signore della natura, Dagda, Attis, Tammuz, il dio cornuto, Mithras, Odino, Thoth, Osiride. Il motivo del sacrificio e della rinascita hanno un significato profondo per i cristiani che commemorano la crocifissione, morte e resurrezione di Cristo con la Pasqua. Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte. La signora del Giorno è (o deve essere) un momento di pulizia e di rinnovamento, un momento per aprire le finestre e lasciare che il vento attraversi la nostra casa (anche quella interiore), ripulendola delle influenze prolungate dell’inverno. E’ inoltre il momento per la pulizia ed il rinnovamento della propria psiche e per portare equilibrio nella propria vita. Le attività della signora del Giorno includono il giardinaggio, la decorazione e la caccia alle uova di Eostre e ai fiori selvatici.
Da un punto di vista del significato esoterico di questo giorno, con l’Equinozio di Primavera, l’Anno Magico mette per la prima volta l’io di fronte al non-io, cioè all’Altro. Il percorso del Sole attraverso lo Zodiaco, che si rispecchia nella successione delle stagioni, è la grande lancetta che va di concerto con la crescita spirituale dell’Iniziato che segue l’Anno Magico. L’Equinozio di Primavera è l’inizio dello Zodiaco, ciò ci indica che anche nella crescita spirituale dell’Iniziato (con Iniziato si intende sempre genericamente chi segue l’Anno Magico, tanto che sia esso in realtà un neofita o un maestro o altro grado qualsiasi) dovremmo assistere ad un nuovo inizio. Così è infatti.
Nello specifico del Festival dell’Equinozio questo aprirsi agli altri passa, se vogliamo, per la porta più facile, perché è quella dell’amore. Si tratta comunque di una porta facile solo all’apparenza perché la necessità di dover accettare e di farsi accettare da un’altra persona è un passo non piccolo.
In ciò si deve leggere una chiara indicazione che il singolo individuo, la persona, per continuare a crescere deve confrontarsi con gli altri e in, modo concreto, come primo passo deve accettare e ricambiare l’amore di un altro essere umano.
L’Asse Equinoziale è fortemente carico di pianeti sessuali (Marte, e Plutone dal lato dell’Ariete, Venere e Proserpina dal lato della Bilancia) che ci indicano che il primo ridimensionamento del Sole-Egoità nei confronti di Saturno-Altri è comunque molto spronato dagli istinti sessuali ed è solo in parte una rinuncia al proprio egoismo e, in soggetti involuti, rischia di non riuscire ad emergere mai dalla sfera dell’egoismo. Ciò spiega la facilità con cui oggi avvengono le separazioni, proprio perché, da entrambe le parti, nessuno è mai veramente uscito da una visione egoistica ed egocentrica e al primo serio problema non sa vedere la cosa da altri punti vista, se non dal suo.
L’Equinozio viene a rappresentare dunque un punto cardinale nell’evoluzione di una persona, da un lato è la rinuncia necessaria e drammatica dell’Io alla propria unicità, dall’altro è l’inizio di ciò che gli antichi chiamavano “Ingresso dell’Albero” (Arbor Intrat), e che oggi molti chiamano “consapevolezza” o, all’orientale, “non-dualità” (Brahman è tutto, e “tu sei quello”, cioè sei Brahman come ogni altro individuo, non c’è separazione).

Simboli: Uova, conigli, farfalle, draghi, fiori e alberi, croci dalle braccia regolari, abiti nuovi
Divinità: Tutti gli dei e le Dee giovani, gli Dei del Sole, le Dee Madri, le Dee dell'amore, Gli Dei della Luna e le Dee : Persefone, Blodeuwedd, Eostre, Afrodite, Athena, Gaia, Cybele, Hera, Isis, Ishtar, Minerva, Venere, Vernunnus, Attis, Mithras, Odino, Thoth, Osiride e Pan
Cibi tradizionali: uova, uova sode, torte di miele, i primi frutti di stagione, biscotti, latte e miele.
Colori: giallo limone, verde e rosa pallido, oro, tutti i pastello
Erbe: Margherite, asperule, violette, ginestra, celidonia, dente di leone, gelsomino, rosa e tanaceto
Spiriti della natura: unicorni, pegaso, coniglietti, serpenti
Incenso: Gelsomino, incenso, mirra, sangue di drago, cannella, noce moscata, aloe, benzoino, muschio, salvia, fragola, loto, violetta.
Cristalli: Ametista, acquamarina, diapro rosso, quarzo rosa e pietra di luna.
Candele: dorate, Gialle, verdi, pesca e colori pastello
Rituali: rinnovo personale, onorare amici e famiglia, meditazione

PURIFICAZIONE E RINNOVAMENTO PROFONDO

E dunque Ostara, l'Equinozio di Primavera, è anche il momento dell'incontro della Dea e del Dio fanciulli e della loro danza. E' infatti per tutti il momento in cui si esce dall'interiorità del lungo inverno e avviene il primo incontro con l'Altro, con l'avventura e la magia della scoperta di ciò che non è noi, con l'innamoramento e la trasformazione. E' il primo incrociarsi degli sguardi, il sorriso che scaturisce, la luce di quello che è già un nuovo mondo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità, per rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.
Se vogliamo celebrare l'Equinozio, possiamo farlo con semplici azioni, ricordando che la Primavera ci porta verso il mondo e l'azione concreta in esso. Possiamo ad esempio, in sintonia con l’energia di Ostara:

- Svuotare i cassetti, eliminando tutto ciò che non serve e che fa ristagnare l’energia nella stanza.
- Camminare nella natura per riconoscere i cambiamenti della Terra mentre si risveglia.
- Circondarsi di fiori per ricordare la nostra appartenenza alla natura.
- Annusare i fiori
- Stendere sulla tavola una tovaglia verde e candele color pastello.
- Piantare dei semi in giardino o nei vasi: prendersi l’impegno di crescere le piantine con amore.
- Aprire le finestre all’aria di primavera.
- Imparare a creare qualcosa con le mani.
- Fare un cerchio di arance che rappresentino il sole, pensando a tutto quello che il sole ci dona.
- Dipingere delle uova con i simboli del sole e della luna o con delle qualità e di seguito mangiarle per incorporare l’energia del simbolo.
- Queste uova sono “semi spirituali” che vengono piantati al nostro interno e che germoglieranno durante l’anno.
- Meditare sull’immagine dei semi.
- Meditare sugli inizi, sull’aria, sull’alba.
- Regalare alla Terra del miele, un cristallo o una monetina.
- Comprare un libro su una materia completamente nuova che ci affascina e leggerlo.
- Fare qualcosa di nuovo, di mai fatto prima …
- Aspettare l’alba davanti ad un piccolo falò con amici.

Un vero cammino spirituale è sempre fonte di accresciuta felicità e l’individuo che accresce la propria consapevolezza attraverso il Festival di Ostara, ottiene due grandi benefici personali:

1. La propria intima soddisfazione.
2. La nascita di maggiore veggenza verso se stesso e gli altri.

Si sviluppa cioè la percezione degli eventi che capiteranno a se stessi e agli altri. Nei confronti degli altri si colgono proprio gli eventi mentre per se stessi si colgono più delle suggestioni che inducono a prendere scelte precise e a scansarne altre.
Siamo nel periodo dell’equilibrio, l’oasi di armonia tra luce e buio, luna e sole, maschile e femminile un periodo ricco di fertilità, di amore e colori, una stagione di creatività e di danza gioiosa. L’Equinozio è il momento dell’incontro della Dea e del Dio fanciulli, della loro danza, è il periodo in cui si esce dal letargo del lungo inverno e avviene il primo incontro con l’Altro, con l’innamoramento e la trasformazione. La primavera è il momento adatto per i sentimenti, viverli, per rinascere con la Natura, fondersi con la Madre Terra, celebrarla, gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.
L’Equinozio di Primavera è il periodo in cui gli elementi – aria, fuoco, acqua e terra – sono nel loro momento più luminoso. L’aria percorsa da venti allegri, la trasformazione arietina del fuoco è evidente ovunque, le piogge primaverili portano acqua alla nuova vita della vegetazione, la terra è più rigogliosa che mai.

Aria

Salute a te, stella dell’Est,
regina dell’aurora, brezza del mattino.
Dal tuo respiro nasce il vento
che soffia gentile fra i rami in fiore
e leggero cosparge la terra di pollini e amore
Tue sono la freschezza, la gioia e l’allegria
la musica, l’incanto, la risata e la poesia
In te riconosciamo i nostri occhi fanciulli,
la nostra leggerezza e la spensieratezza
che ci fa volare e sentire nei cuori
il soffio della primavera che nasce.

Fuoco

Salute a te, stella del Sud,
raggio di sole, fonte di vita, energia e calore.
Dei tuoi raggi si riscalda la terra,
dai tu forma alla vita, colore ai fiori
e doni forza, coraggio e vigore.
In te riconosciamo la passione
che accende i nostri cuori
e dà forma ai nostri sogni e alle nostre visioni
Sei tu fuoco vivo della Creazione
che nutri il nostro desiderio infinito … di essere.

Acqua

Salute a te, stella dell’Ovest,
pioggia leggera, sorgente e fiume.
Dalla tue acque germoglia la vita,
è fertile la terra e umido il bosco
In te che sei intuizione e rigenerazione,
riconosciamo il nostro sentire profondo, le emozioni, i sentimenti, l’abbandono.
E possiamo scivolare nel flusso
lasciandoci amare dalla corrente di vita
che dirige il nostro crescere.

Terra

Salute a te, stella del Nord,
Madre dei monti, degli alberi e degli animali,
sul tuo fertile corpo cresce la vita,
che tu nutri e sostieni e ami.
In te riconosciamo la nostra forza vitale,
la concretezza del passo,
il tocco della mano e l’abbondanza del cuore.
Ci insegni a rinascere e rifiorire
con la forza della terra che sempre si risveglia.

PRATICHE DELLA FESTA DI OSTARA

Comunque sia, nella ruota dell’anno la celebrazione di Ostara é fissata al 21 Marzo, giorno dell’equinozio. I simboli della festività sono, per tutti: il grano (sacro a diverse divinità antiche legate alla primavera), i fiori, il verde chiaro e i colori pastello (simbolo delle gemme e fiori appena nati) le uova (simbolo di rinascita) il coniglio o lepre (simbolo di fertilità per la sua rapidità nel riprodursi), semi e tutto quanto ricordi il fiorire della natura, la fertilità e l’abbondanza. Al di là dei riti e le celebrazioni formali, il modo migliore per festeggiare i Sabbath in genere e Ostara in particolare, è prendersi cura direttamente di piante e animali in modo da entrare in contatto con la fase attraversata dalla natura.
Osservando i cambiamenti agricoli - come la terra che diventa più calda, e la nascita o rifioritura delle piante - si può comprendere quale sia il modo migliore per celebrare più armoniosamente la stagione che giunge. Questo sarà perciò il momento migliore per seminare piante da frutto e da fiore sul vostro balcone o nel vostro giardino e, in analogia, seminare nella vostra vita nuovi progetti piccoli e grandi, lavorativi ma anche solo creativi. La sincronicità e l’aderenza alla Natura attraverso la partecipazione e l’osservazione diretta ha il vantaggio di permettervi di conoscere più profondamente voi stessi, il mondo circostante e le energie della natura rendendovi liberi da dogmi e teorie. Questo metodo di lavoro vi metterà a diretto contatto con la conoscenza, imparerete per esperienza potendo convalidare o confutare quanto troverete scritto sui libri e, allo stesso tempo, sperimenterete personalmente quanto studiate. Oltre ad accedere ad un sapere indipendente e libero riuscirete ad entrare in pieno contatto con voi stessi, a conoscervi. In questo modo scoprirete quali sono le vostre potenzialità e come potrete svilupparle pur rispettando il vostro corpo, la vostra mente e la vostra anima. Potrete rafforzarvi spiritualmente, mutando verso il vostro vero «Io» senza traumi e forzature poiché vivendo in analogia con la Natura, analogamente ad essa muterete con dolcezza, è questo, in fondo, il vero senso del Neopaganesimo, un percorso che giunge alla fusione con il divino attraverso il profondo rapporto con la Natura, nella consapevolezza che non siamo al di fuori della Madre bensì ne facciamo parte. In ultima analisi il senso di Ostara è rinascere, riconoscersi, riamarsi, ricominciare a gioire.
Perciò non importa se il 21 marzo suonerete il tamburo di Cibele o accenderete le candele per il Dio e la Dea oppure se offrirete il grano a Demetra e a Persefone. Non conta se per quel giorno sarete in cerchio con le vostre sorelle o decorerete uova. Quello che conta è che per quel giorno sentiate in voi germogliare il calore, l’amore la gioia che sono penetrati in voi ad Imbolc, è importante che siate pronti a rinnovarvi, ad accogliere tutte le novità e a proporle. La cosa davvero importante è che come i mandorli possiate fiorire.
Ci sono molti modi di celebrare Ostara, alcuno di loro sono semplici, altri, invece, sono ritualistici. Vediamo quelli più semplici, che sono:

-decorare la casa con dei fiori,
-illuminare le stanze con le daffodi, le primule, le candele colorate giallo e malva, celeste e verde. Inoltre i fiori e le candele pastello possono essere anche messi nello spazio rituale, per chi opera esotericamente,
-bollire le uova e colorarle con i coloranti alimentari luminosi e se ne può conservare qualcuna per tutto l’anno, interrandola nel giardino o in un bel vaso sul balcone, fino all’Ostara seguente prima di decorarne di nuove, così continuando il tema della morte e del rinnovamento,
-fare torte e adornarle con cerchi di fiori gialli luminosi di marzapane o di glassa, o decorare i panini con strisce di pasta in una formazione trasversale per rappresentare i quattro festival solari,
-la magia del seme ora è molto sentita e potete lavorare su qualche cosa di nuovo che darà i suoi frutti a Lammas o a Mabon,
-posizionare una candela nera ed una bianca sull’ altare,
-stare svegli e dormire per le stesse ore di oscurità e di luce,
-onorare tutto lo scuro ed il chiaro all’interno di noi stessi e della natura, riconoscendo che nessuno è superiore e ciascuno contribuisce all’integrità,
-bisogna fare anche la ruota dell’anno, per rappresentare i festival solari e lo si decora con i fiori. Bisogna procurarsi numerosi ramoscelli lunghi e flessibili o rami sottili – il salice è ideale. Piegare due o tre ramoscelli in un cerchio dal diametro a piacere, cioè secondo quanto grande desiderate che sia la vostra ruota. Legate le estremità dei ramoscelli con una stringa o cordicella di un colore primaverile, per chiudere il cerchio, prendete due ulteriori ramoscelli e disponeteli in una formazione trasversale attraverso la vostra ruota, legandoli saldamente nel centro. La ruota ora è completa e può essere decorata con dei fiori. Mettete la ruota sul vostro altare, appendetela alla parete, al soffitto o ai rami di un albero all’esterno. Può essere conservata e decorata con i fiori ed il verde stagionali a ciascuno dei festival solari dei solstizi di primavera e autunno e degli equinozi e di estate e di inverno.

LA FESTA DI OSTARA: ORIGINI ED EVOLUZIONE

La primavera era la stagione degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiavano per propiziare la fertilità. Venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, che peraltro è rimasta ancora oggi nel folklore europeo, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. Come per altre festività stagionali antiche, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cattolica ed associato a due giorni santi cristiani: il primo è la festività dell’annunciazione della Vergine Maria, che cade il 25 marzo. Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. Il termine "Easter" con cui in inglese si designa la Pasqua ci riporta ad una antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi. I popoli Celti denominavano l’equinozio di Primavera “Eostur-Monath” e successivamente “Ostara”. Il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, e infatti si tratta di una divinità legata al sole nascente, anzi “risorto” e al suo calore. E del resto il tema dei fuochi e del ritorno dell’astro sarà un tema ricorrente nel prosieguo delle tradizioni pasquali. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni. I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio. Nella tradizione buddhista le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l'immagine dell'animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalità. Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell'antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre. La lepre di Eostre, che deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno, è diventata l'odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità. Così le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio, usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità. E l’UOVO non è scelto a caso ma è da sempre e per qualsiasi cultura, simbolo di vita, di creazione, di rinascita. Per il primitivo raccoglitore e cacciatore la primavera portava gli uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo l’austerità dell’inverno. E la nascita del mondo da un uovo cosmico è un'idea universalmente diffusa che veniva celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge. Infatti in numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere ad emergere dal Caos: è l'"Uovo del mondo" covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. L'Equinozio è il giorno in cui si commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e cio’ fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere. E’ inoltre la stagione del giovane dio che fa pensare ad Herne il cacciatore, il pettirosso del bosco, l’uomo verde, Cernunno, il signore della natura, Dagda, Attis, Tammuz, il dio cornuto, Mithras, Odino, Thoth, Osiride. Il motivo del sacrificio e della rinascita hanno un significato profondo per i cristiani, ma non solo, che commemorano la crocifissione, morte e resurrezione di Cristo con la Pasqua. Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte, la rinascita a nuova vita.
Eostre compare nella letteratura europea per la prima volta circa milletrecento anni fa, nel «De temporum Ratione» di Beda il Venerabile, che a proposito del mese di aprile scrive quanto segue:

"Eosturmonath (nome del mese di aprile in Gran Bretagna) ha un nome che è ora tradotto «mese pasquale», e che una volta era usato in onore di una dea dal nome di Eostre, che era celebrata durante questo mese."

Ancora Beda spiega la natura di questa dea riconducendo l’etimologia del suo nome al termine aus o aes, che significa Est, luogo dal quale nasce il sole. Per questo motivo, secondo il Venerabile studioso, Eostre è una divinità portatrice di fertilità e legata alla nascita e appunto all’Est. Dal nome della dea si fa risalire anche il termine usato per definire l’equinozio di Primavera, chiamato dai popoli celti prima «Eostur-Monath» e successivamente «Ostara».
Il legame fra Eostre e la primavera è confermato dai termini «Oster» cioè pasqua in tedesco, ed «Easter», termine anglosassone che indica sia la pasqua che la primavera. Le uova, prima di serpente e poi di gallina, venivano decorate e successivamente donate come simbolo di fertilità.
Sempre secondo il Venerabile Beda, Eostre era la versione Sassone della dea germanica Ostara. La sua celebrazione si svolgeva durante la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera - lo stesso calcolo usato per la Pasqua cristiana in Occidente.
Dopo il «De temporum Ratione», non si parlò più di Eostre ed Ostara fino al 1800 quando i fratelli Grimm dichiararono d’aver trovato le prove dell’esistenza di Eostre nelle tradizioni orali della Germania. Una di queste leggende popolari riguarda il «Coniglio Pasquale» (Easter bunny), un simbolo molto popolare in Inghilterra e in Germania. Secondo la leggenda, verso la fine dell’inverno, la dea Eostre trovò un uccello ferito a terra mentre passeggiava nel bosco. Compassionevole nei confronti della piccola creatura, la dea decise di trasformarlo in una lepre in modo tale che potesse superare il resto dell’inverno e trovare un rifugio. La trasformazione non fu però completa. Pur avendo preso l’aspetto di una lepre, l’uccellino mantenne la capacità di deporre le uova da lasciare in dono ad Eostre come ringraziamento per aver avuto salva la vita."
Eostre non appare da nessuna parte nella mitologia nordica, né all’interno dell’ Edda poetica o in prosa, o in qualsiasi altro poema Scaldo.
Ciò potrebbe portare a pensare che il suo culto non fosse esteso a tutti i popoli norreni ma che fosse limitato a qualche altro gruppo tribale dell’ area germanica. Tuttavia è piuttosto improbabile che uno studioso cristiano e accademico come Beda riportasse come universale un’usanza, invece, appartenente ad una minoranza e solo basandosi su fragili testimonianza orali. Allo stesso tempo, è possibile che il monaco abbia semplicemente frainteso, e che Eostremonth non si riferisse ad una dea universalmente venerata, ma a qualche altra festa di primavera.
A questo punto è lecito chiedersi Eostre esiste o no? Nessuno lo sa. Il dibattito degli studiosi è ancora aperto, alcuni, sulla scorta di Beda, portano prove di carattere etimologico che un’altra parte del mondo accademico contesta. Ad ogni modo, indipendentemente da tali questioni, la figura di Eostre ha finito per essere associata ai moderni Pagani e Wiccans ai cui costumi essa è certamente collegata, se non nella realtà storico-religiosa, almeno nello spirito. Inoltre, il 21 Marzo il sole è quasi perfettamente allineato all’equatore celeste in tutto il mondo con l’unica differenza che nell’emisfero tropicale segna l’arrivo dell’autunno anziché della primavera, perciò, indipendentemente dalla religione e la cultura, in quasi tutto il mondo sono celebrate Feste di Primavera.
Il mondo pagano pre-cristiano era estremamente eterogeneo e così, anche oggi, le celebrazioni e le festività risultano differenti secondo le religioni antiche d’origine o le tradizioni tipiche del paese o nazione in cui si vive o si è nati. Tuttavia, la maggior parte dei Neopagani, dei Wiccans e dei seguaci delle diverse tradizioni Stregonesche si rifanno ad un unico calendario scandito da otto Sabbath, quattro maggiori, legati ai cicli agricoli, e quattro minori, legati ai cicli stagionali, cioè ai solstizi e gli equinozi. Perciò Ostara fa parte dei Sabbath minori. In tutto il mondo, e secondo tutte le tradizioni religiose, l’equinozio di Primavera rappresenta l’eterno rigenerarsi della Vita, il risveglio della natura, la fertilità della terra sia in senso letterale che simbolico. .
L’equinozio è sempre simbolo di rinascita e passaggio, cambiamenti positivi e speranza e il Paganesimo antico e moderno non fanno eccezione, perciò, al di là della particolare tradizione cui si appartiene, anche per i Neopagani questo è un momento propizio per celebrare l’arrivo della primavera e della fertilità della terra, i singoli o le congreghe danno poi origine a riti concreti differenti. Alcune celebrazioni hanno come tema la «ierogamia», ovvero le «nozze fra Cielo e Terra» o fra il «Dio e la Dea» e la fertilità in genere.
In Italia i riti di tradizione «Gentile (da Gens - genti)» celebrano la primavera facendo riferimento alle antiche divinità di Cybele e Attis, mentre alcune tradizioni stregonesche di carattere più contadino celebrano la «Primiera», altra celebrazione della primavera. In alcune zone della Lombardia e del Piemonte parallelamente alla Pasqua sono celebrati diversi «festival e fiere di Primavera» secondo date che variano di zona in zona.

LA FIGURA FULCRO DEL SABBATH DI OSTARA: EOSTRE

Dea dell’Est, presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi. I Celti denominavano l’equinozio di Primavera “Eostur-Monath” - “Oestara” in omaggio ad una divinità legata al sole nascente e al suo calore. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e spesso la dea era raffigurata con testa di lepre. La lepre di Eostre, deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno-il ritorno della dea, uova “sacre” erano scambiate sotto l’albero “magico” del villaggio, usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
Nel Libro degli Incantesimi (Inghilterra, X sec) è contenuto un rituale per la fertilità dei campi che veniva praticato durante l’equinozio di primavera:

Di notte prima dell’alba, prendete quattro zolle dai quattro lati della terra e segnate il punto dove si trovano; poi prendete olio, miele, lievito e latte e un pezzo di ogni tipo di albero che cresce sulla vostra terra, un parte di ogni erba, versate su di essi la rugiada lunare e poi lasciare gocciolare tre volte sulle zolle, cantando:

"Crescete e moltiplicatevi e riempite la Terra"
La cerimonia si conclude al tramonto del sole: rimettendo al loro posto le zolle, il druido si volge verso Est, si inchina tre volte e recita
"Prego la Terra e i cieli sopra di noi
e la potenza del cielo e la sua alta dimora
affinché la mia bocca pronunci questo incantesimo
frutto di un saldo pensiero:
Che le messi crescano per i nostri bisogni terreni
che la terra sia ubertosa
e che i campi verdi siano bellissimi”

Il druido gira in circolo tre volte secondo la direzione del sole, poi si distende per terra e canta.

Accanto ad Eostre troviamo anche I TRE SANTI CELTICI DI MARZO. In marzo ci sono tre celebrazioni dedicate ad alcuni fra i più importanti santi celtici e diventate feste nazionali. Le feste dei Santi normalmente coincidono con la data della loro morte, ma qualcuno ha suggerito che la loro collocazione in questo periodo possa far pensare che qualche rituale più antico sia stato redistribuito nelle festività cristiane.

San Dewi

Il 1° marzo si celebra il St. David’s Day dedicato a San Dewi (David), patrono del Galles. Di lui si hanno scarse notizie da antichi manoscritti: sua madre si chiamava Non e suo padre, Sant, era figlio di Ceredig, Re di Ceredigion. Dopo essere stato educato nel Cardiganshire, Dewi andò in pellegrinaggio in Galles e nell’ovest dell’Inghilterra dove secondo la tradizione fondò importanti centri religiosi come Glastonbury e Croyland. Morì nel 589 d.C.

San Piran

Il 5 marzo si celebra il St. Piran’s Day dedicato al Santo Piran, patrono della Cornovaglia e dei minatori che scavano lo stagno. Secondo la leggenda, dall’Irlanda Piran navigò su una pietra da macina e poi scoprì come fondere lo stagno quando accese il fuoco su alcune pietre che contenevano il minerale. La celebrazione più importante si svolge a Perranporth e richiama migliaia di persone da tutta la Cornovaglia.

San Patrizio

Il 17 marzo c’è il celeberrimo St. Patrick’s Day dedicato a San Padráigh (Patrizio), il patrono dell’Eire che cristianizzò gli irlandesi, il suo apostolato sull’isola durò trent’anni. Padráigh spiegò alla gente il concetto mistico della Trinità paragonandola al trifoglio – tre entità distinte, le foglioline, riunite in un’unica pianta – ed ecco che il trifoglio è assurto a simbolo dell’Isola Verde (da ricordare: la triplicità divina era una caratteristica della divinità celtica e di altre deità pagane, anche in questo caso è materiale che il cristianesimo ha riadattato per farsi comprendere). Il St. Patrick’s Day viene celebrato in tutto il mondo dalle comunità irlandesi, l’evento maggiore si svolge a Dublino e calamita centinaia di migliaia di persone. Anche negli Stati Uniti si svolgono mega-celebrazioni profondamente intessute di Heritage (eredità) e “orgoglio irlandese”. La festa ha fatto ormai il giro del mondo e anche i non-irlandesi omaggiano il St. Patrick’s Day con numerose rassegne musicali.

RITI TRADIZIONALI PER OSTARA

Questo è un rito semplice per aiutarvi a celebrare Ostara (potete scegliere se o non lanciare un cerchio):

Disponete un anello di candele pastello intorno al perimetro del vostro spazio di lavoro. Sparpagliate le candele con vasi di fiori di primavera. Nel centro o nel nord del cerchio, installate un piccolo altare (una cassa o una scatola rovesciata basteranno se non avete un altare adeguato, o persino un tronco d’albero o un panno sulla terra o sul pavimento). Sul vostro “altare” disponete una o due candela, più fiori, una piccola ciotola di terra, una manciata di grandi semi quali i semi di girasole, un calice o l’altro contenitore con spremuta o vino, del pane, la torta o i biscotti. A questo punto potete aprire il cerchio e nominare gli elementi in nome della Dea del Dio. Se desiderate un rituale semplice , chiedete solo alle divinità di essere presenti per aiutarvi con il vostro lavoro magico. Tamburelli ritmici, balli, canti, battiti di mani ad aumentare l’energia. Ora sedete davanti all’altare e pensate a tutti i nuovi progetti su cui desiderate lavorare sopra. Prendete un seme per ogni progetto, foggiando a coppa ciascuno le vostre mani a loro volta, concentrandosi sui pensieri o sulle visualizzazioni dell’obiettivo che avete in mente (siate sicure che i vostri desideri siano etici e non causino il danno a chiunque, comprese voi). Quando avete caricato ogni seme della vostra intenzione magica, premeteli nella ciotola di terra. Ora tenete la ciotola nelle vostre mani ed immaginate un flusso di luce scorrere dalle vostre palme nella terra, così eccitando i semi. Ora disponeteli sull’ altare. Alzate il calice; fate i ringraziamenti alla Dea ed al Dio e bevete. Alzate il cibo in modo simile e mangiate. Ringraziate le divinità per la loro presenza. Ora siete pronti ad aprire il vostro cerchio, a spegnere le candele ed a mettere la ciotola di semi in un posto chiaro in cui possano svilupparsi prima del trasferimento ai vasi delle finestra o in giardino.
Accogliete favorevolmente le energie di Ostara nella vostra vita e siate felici.

Ostara e Pasqua della Resurrezione

L’importanza della ricorrenza equinoziale non è solo una convenzione astronomica legata al risveglio della natura. Proprio il retaggio pagano ha continuato a lasciare impronte molto marcate attraverso i secoli, segnali che ritroviamo in tradizioni folcloristiche e religiose giunte fino ai giorni nostri. Se i pagani, per esempio, festeggiano Alban Eiler, che significa “Luce della Terra” (ulteriore collegamento solare) oppure Ostara (da Öistre, antica dea nordica dell’alba, della primavera e dell’amore equivalente alla dea scandinava Freya), i cattolici celebrano la Pasqua. In entrambe le festività sacre il tema centrale è la rigenerazione: il passaggio dal mondo sotterraneo (inverno, sonno della coscienza collegato al letargo animale e delle piante) al vero risveglio, della natura e della spiritualità. L’uovo e la lepreIl famoso Uovo di Pasqua al cioccolato ha antenati nei villaggi precristiani dell’Europa. L’uovo, che ha importanza in molte culture di tutto il mondo, è uno dei simboli più antichi e potenti della vita che ritorna dopo un periodo di occultamento nell’oscurità, nella sua versione commerciale dentro c’è infatti la “sorpresa”.Nei Paesi celtici del nord Europa tanti anni fa si usava far rotolare le uova dalla cima di una collina per la festa di Beltane, a imitazione del movimento del sole nel cielo. La Chiesa cattolica rimodellò il rituale per simboleggiare la pietra che rotola via dalla tomba di Cristo risorto e in molte tradizioni contadine, dalla Scozia all’Italia, per Pasqua i bambini usavano fare la “questua delle uova”, i soldi raccolti venivano dati in parrocchia o per opere benefiche (in Friuli, e forse in qualche altra regione delle nostre, nei piccoli paesini la tradizione continua ancora). Accenni e allusioni degli scrittori classici e dell’iconografia celtica suggeriscono che i druidi potrebbero aver avuto una tradizione collegata all’Uovo Cosmico, forse assimilata dai loro contatti con l’orfismo del mondo mediterraneo (i Misteri Orfici presero origine dal mito di Orfeo, poeta e sublime bardo della Tracia).Il coniglietto pasquale, molto diffuso nei Paesi anglo-americani, rimanda alla mitologia germanica: è la “Österhase” o “lepre pasquale”, l’animale della fertilità che accompagna le divinità della primavera e dell’amore, ed Eostre (l’antico nome inglese di questa divinità, una variante di Öistre) è rimasto come nome della festa anche nella sua forma cristiana: in inglese Pasqua si dice Easter.

La Festa degli Alberi

Nel 1951 uscì un francobollo da 10 Lire dedicato a questa festa, istituzionalizzata di recente ma già conosciuta e diffusa da decenni, soprattutto nelle scolaresche (mi ricordo ancora la mia maestra che a scuola ci assegnava un tema e un disegno ispirato alla Festa degli Alberi. Quando arrivava “il gran giorno”, era gran festa veramente: per un giorno si stava all’aperto in campagna a “ravanare” nella terra respirando aria buona.)Con Decreto Ministeriale del 4 agosto 2000 il Ministero delle Politiche agricole e Forestali, di concerto con il Ministero della Pubblica Istruzione, ha istituito la celebrazione della “Festa degli Alberi”, che si festeggia il 21 marzo.La festa coinvolge sempre e soprattutto i bambini delle scuole elementari (insieme a maestre e maestri) e il culmine della giornata è la cerimonia della piantagione di nuovi alberi, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato. Ogni bimbo è incoraggiato ad avere cura del “suo” albero per il resto della vita e questo significa anche che trasmetterà il compito ai suoi figli e discendenti. Avere cura di un albero per generazioni è un concetto d’amore per il mondo della natura significativo e profondo, ci piace collegarlo al Nobile Pensiero Celtico.

L'uovo di Eostre

La leggenda narra che un giorno, mentre faceva giocare un gruppo di bambini, la Dea trasformò un uccello in coniglio. Con grande gioia dei bambini, l'animale stregato depose uova colorate. Da questa leggenda traggono origine il coniglio pasquale, il rito delle uova, e molte altre tradizioni associate a questa festa.
Uno dei simboli di Oestara è appunto l’uovo, contenitore di fermento vitale che - finalmente fecondato quindi vivo - deve maturare, essere covato, trasformarsi col calore delle cure, per arrivare più avanti a schiudersi e rivelare manifestamente il suo prodotto: la vita. L’uovo dunque è manifestazione di potere, il potere della realizzazione.
E' il segno della ricreazione dell'anno e del cosmo. Un antico mito narra che la Notte, fecondata dal Vento, aveva deposto nell'immenso grembo dell'oscurità un uovo d'argento da cui balzò un Dio con le ali d'oro, chiamato Eros, mostrando quel che esso conteneva: il Cosmo intero con tutte le sue creature.
La forma, la perfezione dell'uovo, ne hanno fatto un elemento fondamentale di miti molto complessi. L'uovo, ancestrale simbolo di vita, ha percorso i millenni tra le civiltà della Terra offrendo insostituibili fonti d'ispirazione ad artisti e pensatori: basti pensare all' “Uovo Cosmico” che, presso diverse antiche civiltà, è posto all'origine del mondo.
Come totalità racchiusa in un guscio indica la creazione, già prefigurata fin dall’inizio.
C'è chi nella struttura dell'uovo vede la rappresentazione della Dea (l'albume, lunare) e del Dio (il tuorlo, solare) o anche viceversa (l'albume che veicola il seme maschile al tuorlo fecondo e femminile) mentre il guscio fusione perfetta di due simboli geometrici (il cerchio e la piramide) congiunge e protegge i due elementi. Tutto cio' che vive ha origine dalle uova, mammiferi, esseri umani e piante che attraverso il seme, che ha la stessa struttura di un uovo (la vita protetta da un guscio esterno) perpetua la vita vegetale.
Per gli antichi Egizi l'uovo era legato al culto dell'amore, come sorgente di energia vitale, di equilibrio e di armonia tra l'uomo e la natura.
Per gli antichi Persiani l'uovo era legato ai riti agresti e ai quattro elementi dell'universo dai quali dipendeva la struttura "ideale" della vita dell'uomo.
In Cina ed in India l'uovo è ancora oggi il simbolo dell'eterno ritorno alla Vita, la rappresentazione allegorica del mistero dell'essere.
Per il mondo cristiano e' sempre stato il simbolo della vita e della speranza, perchè legato alla resurrezione di Cristo e della giustizia divina.
Ma al di là dei riferimenti simbolici, l'uovo rappresenta per l'uomo un elemento nutritivo di altissimo valore. E il nutrimento altro non è se non carburante per l’azione…

Il coniglio

...in Germania ad esempio vi è l'usanza che i bambini, la mattina della domenica di Pasqua, chiamata Ostern, vadano alla ricerca nei giardini delle case delle uova nascoste dal "coniglio pasquale", in Inghilterra si fan rotolare sulla strada uova sode colorate fino a quando il guscio non sia completamente rotto. Questa tradizione è fortemente legata al culto della dea precedentemente descritta, infatti nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova "sacre" sotto l'albero ritenuto "magico" del villaggio, usanza che dunque collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
Simbolo della dea è la lepre, o coniglio, che in realtà rappresenta la stessa divinità che si rende immanente e concepisce se stessa come divinità dei boschi. Questo carattere sembrerebbe far ritornare l'idea di Eostre come dea della vegetazione le cui caratteristiche sono simili ad altre divinità come Tammuz o Adone che, come vedremo, sono collegate anch'esse a tale festività.
L'animale, poi, non è casuale, ma scelto non solo per le sue famose doti riproduttive ma anche e perché, secondo i Germani, le aree nere della luna rappresenterebbero proprio la lepre, sancendo così la sacralità dell'animale. Una delle credenze del primitivo era quella che, cibandosi dell'animale simbolo della divinità o meglio espressione stessa della divinità, non faceva altro che rendersi partecipe di quella scintilla di divino che è insita nella sua immanenza. Questa tradizione è ripresa poi anche dai pani dolci a forma di zig-zag che vorrebbero rappresentare l'animale e anche la runa Gebo o la ruota solare.

Il cerchio di Ostara

Per l'altare usate un panno verde, candele di colore pastello e decorazioni con fiori di campo o fiori di stagione. Bruciate incenso di Ostara (una mistura di radice di giaggiolo, gelsomino, rosa e petali di viola). Per segnare i punti cardinali usate dei cestini con uova del colore appropriato.
Create il cerchio con la bacchetta. In alternativa, usate un ramo fiorito. Rami di sanguinello, ciliegio e salice vanno bene.

I Festeggiamenti di Ostara

Per il banchetto, invece del dolci e del vino, servite uova condite con salsa piccante e latte.

Con una matita bianca, scrivete sulle uova bollite le qualità che vorreste acquisire. Per esempio, su uno potreste scrivere prosperità, sull'altro gentilezza, e così via. Dipingete ciascun uovo con un colore appropriato, beneditelo durante il rituale, poi mangiatelo. Sappiate che i semi spirituali delle qualità che avete scelto sono stati piantati dentro di voi e sbocceranno durante l'anno.

Disponete un uovo fresco ad ogni angolo della vostra proprietà per garantirvi una vita famigliare prospera. Mentre sistemate ogni uovo, pronunciate parole simili a queste:

"Uovo fertile di antica vita
Porta gioia e allegria,
Tutti i conflitti soffia via
La tua grande fertilità
Perfetto amore e armonia a tutti concederà."

Sbattete bene tre uova, poi aggiungete un quarto di latte. Benedite con queste parole:

"Ricchi prodotti della Terra
Unitevi e mischiatevi in gioia e allegria,
Che tutto ciò che toccate fertile sia
Come io desidero, così sia."

Usate il preparato per aspergere e benedire tutte le aree del giardino non ancora coltivate. (Se non avete a disposizione uno spazio all'aperto, ma volete coltivare i semi in casa, mettete la miscela in un vaporizzatore e nebulizzate a fondo l'area dove si trovano i vasi.)
Mentre nebulizzate, pronunciate queste parole:

"Latte e uova, fertilizzate ora
Questo terreno che sotto il cielo dimora
Nel nome del Signore e della Signora
Che questo luogo benedetto sia
E che nella luce e dell'ombra prospero sia."

Tempo permettendo, fate il rito all'aperto, in giardino. Al termine, delimitate l'area di coltivazione, dissodate a fondo la terra e lavoratela bene. Poi stendete una tovaglia e fate un picnic. Pensate a cosa volete piantare nel giardino.

Altre attività

- Passeggiare per campi e boschi osservando la rinascita di tutta la natura.

- Intrecciare fiori fra i capelli, mettere un fiore negli abiti o un piccolo mazzo degli stessi fiori di campo sulla scrivania in ufficio o su una mensola della cucina, per testimoniare che anche noi apparteniamo alla natura

- Cibarsi di frutta fresca sin dal mattino e poi uova e vegetali. Cucinare le uova con una salsa piccante alle erbe, secondo i tuoi gusti e quelli dei tuoi commensali; si possono usare peperoncino, prezzemolo, basilico o erba cipollina, ecc

- Dipingere delle uova con i simboli del Sole e della Luna

- Accendere una candela verde in un piatto pieno di terra umida, lasciarla bruciare e poi seppellire ciò che resta, come dono alla Terra.

- Accendere un fuoco durante i riti di Oestara; se non ne c'è la possibilità si può sopperire accendendo un fuoco dentro un piccolo Calderone o un bracere.

- Se il tempo lo permette fare un picnic all'aperto immergendosi nella bellezza della natura, entrando in simbiosi con essa e pensando a cosa piantare di nuovo in giardino o nei vasi della terrazza e naturalmente alla cura e la conservazione delle piante già esistenti.
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