Il primo segno dello Zodiaco, il cui simbolo astrologico è (^ ). Appartiene all'elemento Fuoco. Il termine indica il nome del famoso montone dal Vello d'oro, sul cui dorso i due fratelli Frisso ed Elle si sottrassero alla persecuzione di Democide, moglie del loro zio, che non perdonava a Frisso d'aver respinto il suo insano amore. Giunto nella Colchide, Frisso sacrificò a Giove l'Ariete, e ne appese la pelle (appunto il famoso Vello d'oro) nel bosco di Ares, e facendolo custodire da un terribile drago. Quando il prezioso talismano venne conquistato da Giasone, e da questi poi consegnato a Pelia in ricordo della gloriosa spedizione degli Argonauti di cui esso era stata causa, l'Ariete fu assunto in cielo, dando il nome ad una costellazione. L'Ariete era oggetto di culto per gli abitanti di Tebe, in Egitto; infatti il lungo viale che conduce al tempio di Karnak è delimitato da una duplice fila di questi animali. Il dio Amon Ra ha la testa di Ariete, e la sua supremazia copre il periodo bimillenario precedente l'era cristiana. In Cina, nel Tao, la divinità del mondo ha testa di Ariete e piedi rappresentati da due pesci. Un corpo di serpente con il capo di Ariete presso i celti rappresentava la magia della nascita e dell'origine della vita infatti molti monumenti gallici, come quelli di Autun, di Sireuil e di Beauvais, presentano l'immagine di u dio accompagnato da un serpente con la testa di Ariete. Presso i cristiani l'Ariete si tramuta in agnello pasquale, nell'agnello di dio che si sacrifica volontariamente per la salvezza dei peccatori. É corrispondente all'ascesa del sole, al passaggio dalle tenebre alla luce e dal freddo al caldo. Segno maschile per eccellenza, simboleggia l'indipendenza, il coraggio e la virilità. Secondo l'astrologia, comprende i nati dal 21 marzo al 20 aprile. Viene definito come il più misterioso segno zodiacale, avendo in embrione i tratti salienti degli altri undici, riunendo quindi i loro pregi e difetti. Dotati di una forte personalità, sono istintivamente portati al comando dalla loro volontà di emergere, rifiutando di confondersi con la massa. Se convinti della bontà delle loro ragioni e degli scopi prefissi, sono coraggiosi fino alla temerarietà. Difficile fermarli o convincerli ad agire diversamente, perché sono dotati di una carica dirompente, indomita e trascinante. Scarsamente diplomatici, sono impulsivi e capaci di concludere qualsiasi rapporto anche in perdita se intendono troncarlo ed uscirne. Hanno incredibili capacità creative e distruttive, individualismi eccessivi e prepotenti, ma possiedono capacità di amare, di raggiungere alte mete spirituali, di sacrificarsi per un ideale o per un essere molto amato. Vivono proiettati nel futuro, e ritengono che il tempo non debba loro sfuggire, ed anche che la giovinezza sia un dono immenso e meraviglioso. La loro energia e l'ardore, accomunati al bisogno di primeggiare, li portano ad agire con slancio, impulsivamente, senza eccessive riflessioni. Non essendo né pazienti né costanti, agiscono disordinatamente, convulsamente. "Io" e "subito" sono di norma le parole chiave della sua vita. Il loro difetto peggiore è l'imprudenza, che si accompagna ad un continuo desiderio di cambiamento coinvolgente mete, abiti, casa ed arredamento. Non sono certo casalinghi. Come l'animale che simboleggia il segno, attacca frontalmente l'ostacolo, senza mai aggirarlo, come se l'adozione di una qualsiasi tattica costituisse soltanto un'inutile perdita di tempo. Fondamentalmente solo leali, incapaci di serbare a lungo rancore. Dotati di eccezionale e stringente logica, usano un linguaggio molto preciso, con capacità e forza di convinzione notevoli. Considerano religione e filosofia dei modi di vita, e non fatti speculativi ed astratti. Riesce loro difficile fare tesoro di qualsiasi lezione, per cui sono portati a ripetere gli stessi errori già commessi. Esotericamente il nato nell'Ariete può essere considerato come un drago che lotta contro le tentazioni dell'egoismo e del mondo circostante, quasi un fulgido eroe, carico di forza, di energia e di coraggio. La sua memoria di vita vissuta si manifesta in incapacità a programmare, a vivere nel presente ed a ricordare. Dal presente ricava una lezione per ampliare la sua saggezza spirituale, che è quella che lo induce a rifiutare la programmazione del domani. Solo vivendo nella cosciente appartenenza al Tutto, in piena solitudine interiore, potrà accedere alle grandi altezze della vita spirituale.