Termine derivato dal latino Auspicium, formato da avis, uccello, e specio, vedo. Forma di investigazione della volontà divina, che gli antichi Romani attuavano originariamente osservando la direzione e la quota del volo, il numero, la specie e la voce degli uccelli. Sul finire dell’età repubblicana l’Auspicium era però ormai preferibilmente ricavato con l’osservazione dei fulmini e dei tuoni (auspicia celestia), o del modo di mangiare dei polli sacri (auspicia pullaria). Gli Auspicia potevano essere sia privati che pubblici. I primi, caduti presto in disuso, erano presi dal pater familiae, da solo o con l’assistenza di un augure. I secondi avevano carattere ufficiale per lo stato romano e nessuna azione pubblica poteva essere avviata senza ricavare l’Auspicium preliminare. Gli Auspicia, ancora in età repubblicana, persero progressivamente il loro carattere religioso, per acquisirne uno più propriamente politico e vennero infine sostituiti dall’aruspicina.