Santo, fondatore dell’Ordine benedettino (Norcia 480 – Montecassino, 21.3.547). Le poche notizie che lo riguardano provengono dal II libro dei dialoghi De vita et miraculis patruum italicorum, di San Gregorio Magno. Nato da nobile famiglia di Norcia, fu mandato a 16 anni a Roma, per completare gli studi. Verso il 500 lasciò la città, e si ritirò nella zona rocciosa ed impervia di Subiaco, dove iniziò una severa vita eremitica, aiutato materialmente ed anche spiritualmente da un monaco di nome Romano. Dopo tre anni venne richiesto come superiore da un gruppo di monaci a Vicovaro. Benedetto accettò, ma li lasciò presto a causa della resistenza ad una riforma. Altri giovani vennero presto da lui, eleggendolo loro superiore e maestro. Benedetto li sistemò in dodici monasteri della zona di Subiaco, secondo il sistema instaurato due secoli prima in Egitto da San Pacomio. Dopo circa trent’anni la subdola ostilità di un prete subiacense, di nome Fiorenzo, lo indusse a trasferirsi in altra sede. Si stabilì sul monte di Cassino (529), dove era un tempio di Apollo che Benedetto distrusse per costruire due oratori: uno dedicato a San Giovanni Battista ed uno a San Martino di Tours, divulgatore del monachesimo nelle Gallie. Nelle vicinanze eresse il monastero femminile diretto dalla sorella Scolastica. Negli anni seguenti Benedetto edificò il monastero, di cui fu architetto, direttore dei lavori e lavoratore egli stesso. Nel contempo perfezionava la Regola, che divenne autentico codice della vita cenobitica (Regola benedettina). Benedetto divide i monaci in eremiti e cenobiti, o monaci propriamente detti, cioè viventi in comune (nel cenobio). La regola è valida per i cenobiti, che vivono sotto un superiore unico, detto abate. Caratteristica della Regola è che si rivolge ad un solo monaco. Si sa che Benedetto mandò (539) alcuni discepoli a fondare il monastero di Santo Stefano in Montanis, a Terracina, ma non si sa se ne abbia fondati altri. Fra i personaggi recatisi in visita a Montecassino, nel 542 vi fu anche Totila, re dei Longobardi. Nell’iconografia B. è rappresentato con l’abito monacale, con il libro della Regola, il calice ed un crocifisso od una verga nelle mani. Papa Pio XII lo proclamò patrono d’Europa.