Ascia di metallo a doppio tagliente, con foro mediano per il manico, risalente all’età del bronzo. Bellissimi esemplari sono stati rinvenuti in Spagna, nei nuraghi della Sardegna, in Danimarca, nell’Oldenburg e nella regione del Caucaso. Fu spesso assunta a simbolo della divinità del sole e del fulmine che colpisce ed abbatte. Particolare significato simbolico aveva a Creta (dove era chiamata "labris", attributo del toro, simbolo maschile della fecondità), in Etruria, dove attestava anche l’autorità del nume depositario della giustizia (tomba del Littore a Vetulonia) ed in Grecia. Secondo la mitologia era l’arma di Zeus, con la quale i Titani avrebbero ucciso Zagreo; con essa il dio egiziano Seth avrebbe ucciso e smembrato il corpo di Osiride. Nell’età romana la bipenne era lo strumento rituale usato nel sacrificio del toro e di altri animali offerti alle divinità. In figura una moneta francese del 1943 con ascia bipenne come emblema. - Massoneria - Secondo Wirth, l’ascia bipenne infissa nella pietra cubica (come appare rappresentata in alcuni Rituali) assume un significato simbolico particolare, evidenziando che i Massoni devono tentare di aprire la pietra per penetrare il significato più intimo di tutte le cose. Quale confronto vedere Michelangelo, il quale asseriva che ogni masso nascondesse una figura statuaria: per portarla alla luce era sufficiente togliervi le parti superficiali.