Dottrina filosofico-religiosa nata in India circa sei secoli prima di Cristo dalla predicazione di Gautama Siddharta, conosciuto con il nome di Buddha, ovvero l'illuminato, un personaggio i cui connotati ci sono pervenuti permeati dalla leggenda che spesso offusca la realtà storica. Pur accogliendo e fondendo in sé concezioni pre-buddhiste-indiane (induismo, yoga) ed elementi delle fedi locali (taoismo) dei vari paesi in cui giunse, sebbene suddivisa in numerose sette e correnti molto lontane tra loro, la dottrina buddhista ha sempre conservato alcune costanti fondamentali: la continuità dell'organizzazione monastica; una vasta letteratura religiosa, dottrinaria ed agiografica; il fine di giungere, attraverso pratiche soprattutto meditative, all'estinzione dell'Io, all'eliminazione del dolore terreno ed all'annullamento nel Nirvana, l'indifferenziato. Attualmente il Buddhismo, quasi totalmente scomparso in India dal 1200, è ancora seguito in Estremo Oriente (Cina, Giappone, corea), nel Tibet e nella penisola indocinese. Il Buddhismo, profondamente contaminato nel tempo da altre dottrine, quali il Taoismo, il Confucianesimo e svariate altre religioni con cui si trovò a confrontarsi, è sfociato in innumerevoli correnti, sette e scuole, diversificate nelle interpretazioni filosofiche date alla legge (Dharma), ai mezzi da adottare per raggiungere il Nirvana ed alla stessa essenza del Buddha, originando correnti quali il Mahayana, Grande Veicolo che, in contrasto con lo Hinayama, Piccolo Veicolo, considerabile più prossimo al credo originario predicato da Gautama, afferma la possibilità di salvezza con il raggiungimento del Nirvana, consentito a tutti, e non più soltanto agli Arhat, i sant'uomini, gli asceti dello Minayana. Questo grazie ai molti Bodhisattva, entità che hanno temporaneamente rinunciato al Nirvana in cui si trovavano per guidare gli altri umani incarnati verso la salvezza. Nel XIV secolo la setta dGe-lugs-pa, affermando la reincarnazione di alcuni Bodhisattva in corpi-fantasma (sprul-sku), fissò le basi per una monarchia sacerdotale, quella lamaistica, che ha governato il Tibet fino a pochi decenni fa. I Lama tibetani furono anche protagonisti della conversione dei Mongoli, e attraverso la dinastia mongola Yüan (1280-1378) il Lamaismo si affermò anche in Cina, dove verrà seguito fin sotto la dinastia manciù dei Ching (1644-1911). Il Lamaismo sopravvive oggi nel Tibet, e presso comunità esuli in territorio indiano. Altra corrente buddhista alquanto diffusa è quella giapponese, detta Ryobu-shinto, nata circa mille anni orsono, e tuttora considerata religione di stato. Il Buddhismo identifica il cosiddetto Sentiero della Liberazione, è regolamentato dalle scritture Pali e Sanscrite, per cui la pace sopravviene con il cessare di tutti i desideri, ed è praticato dai Lamaisti del Tibet, dai buddhisti Mahayana e Zen, nonché dai Minayana. I suoi fedeli ammontano complessivamente ad oltre 500 milioni, e sono presenti in Cina, nelle varianti Ch'an di tipo contemplativo e Ching-tu, od Amidismo o Scuola della terra pura.