"Il fuoco celeste cerca gli esseri che procedono sul cammino della purezza, dell'altruismo e del sacrificio. Scende su di essi ma non li brucia: li infiamma per farne dei focolai di luce. Il fuoco divino possiede infatti la particolare proprietà di non distruggere mai ciò che è della sua stessa natura. Nel momento in cui questo fuoco penetra nell'uomo, consuma unicamente le sue impurità; la materia che è pura rimane intatta e diventa luminosa, poiché vibra all'unisono con quel fuoco.
Lo scopo del nostro lavoro è attirare il fuoco celeste. Sapendo che esso viene solo in un luogo preparato per lui, un luogo che è in noi, dobbiamo instancabilmente cercare il modo di purificarci, di santificarci. Così, ogni giorno, con pensieri, sentimenti e azioni ispirati dalla saggezza e dall'amore, noi edifichiamo una dimora fatta di una materia luminosa verso la quale il fuoco celeste, riconoscendo la propria quintessenza, è irresistibilmente attratto. Nella tradizione cristiana, questo fuoco celeste viene chiamato “Spirito Santo”. "
Omraam Mikhaël Aïvanhov