Il primo ministro del faraone Sethi I, uomo di grandi qualità chiamato Aneni, diede una definizione egiziana del tempo: "L'Eternità non ha fine, dunque non ha inizio. L'Eternità è un cerchio. Se viviamo dobbiamo continuare a farlo per sempre e se viviamo per sempre, siamo nell'eternità, come il cerchio". Difficile immaginare fino a che punto questa nozione ciclica del tempo condizioni i processi mentali. Il traduttore dei geroglifici deve fondare su di essa il suo lavoro; se traduce il pensiero egiziano in tempo lineare, presto si smarrisce ed affonda nell'approssimazione, se non nei controsensi. É una nozione presente a tutti i livelli, dalla vita quotidiana al pensiero metafisico. Il tempo dei contadini (il 90 % della popolazione) è basato rigorosamente sul ciclo dell'inondazione annuale. Il 19 luglio di ogni anno a Sud aveva inizio la piena del Nilo. A partire da tale giorno, definibile il capodanno faraonico, le attività agricole erano ripartite in tre stagioni di quattro mesi lunari ciascuna: l'Inondazione (Stagione di Scha), la Germinazione (Stagione di Prè) e lo Spuntare delle messi (Stagione di Schemon). Il calendario egizio prevedeva quindi un totale di dodici mesi, ovvero:
1) Thoth (19 luglio-18 agosto);
2) Paophi (19 agosto-18 settembre);
3) Athyr (19 settembre-17 ottobre);
4) Khaoiak (18 ottobre-16 novembre);
5) Tybi (17 novembre-16 dicembre);
6) Mekhein (17 dicembre-15 gennaio);
7) Phamenoth (16 gennaio-15 febbraio);
8 ) Pharmouthi (16 febbraio-15 marzo);
9) Pakhous (16 marzo-14 aprile);
10) Psyrie (15 aprile-14 maggio);
11) Epiphi (15 maggio-13 giugno);
12) Mesori (14 giugno-13 luglio).
Il vuoto tra l'ultimo giorno del mese di Mesori (13 luglio) ed il Capodanno (19 luglio) era colmato dai Cinque giorni Epagomeni, posti al di fuori del tempo cronologico umano per la loro natura primordiale ed erano definiti:
14 luglio: nascita di Osiride;
15 luglio: nascita di Horus;
16 luglio: nascita di Seth;
17 luglio: nascita di Iside;
18 luglio: nascita di Nefti.
Un neter, Osiride, era garante di questo ciclo. Gli Egiziani erano ossessionati dai ritmi e tentavano disperatamente di codificarli in un triplo calendario: solare, lunare e sotiaco. Il tempo solare è quello del Re ed il tempo lunare è quello della Natura. Il tempo sotiaco era basato sulla stella Sirio e permetteva ogni 1460 anni di ricuperare quel quarto di giorno che manca ad ogni anno del calendario solare. Ogni 1460 anni inizia pertanto un nuovo ciclo cosmico: secondo la tradizione egizia, il tempo sotiaco non poteva che essere quello degli Dei.
Massoneria -L'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim ha adottato il calendario egizio, facendo partire il tempo dall'anno 1292 a.C., anno dell'avvento al trono faraonico di Ramses II il Grande. L'anno viene calcolato aggiungendo a quello convenzionale cristiano il 1292; per cui l'anno 2014 diventa l'Anno 3306 della Luce d'Egitto. Per quanto riguarda la ripartizione di ciascun anno, viene impiegato l’antico calendario egizio.