LAURI: Pittoresca tribù di Folletti pugliesi diffusa principalmente nella provincia di Taranto. I Lauri sono spiritelli domestici alti fino a 30 centimetri, gradevoli e proporzionati che assomigliano a bimbi di due o tre anni. Hanno gli occhi lucenti e neri, i capelli dolcemente arricciati e un sorriso malizioso sempre pronto. Sono vestiti con una piccola tunica di velluto rosso e hanno sul capo un berrettino a cono dello stesso colore. Questi folletti sono decisamente burloni e dispettosi, specialmente durante la notte. Dopo il tramonto infatti si divertono a legare le code e le criniere dei cavalli in un groviglio di nodi indissolubile, oppure a strappare via di colpo le coperte ai bambini mentre dormono, o ancora ad arruffare i capelli alle ragazze graziose. Si dice che talvolta i Lauri appaiano alle persone e domandino loro se desiderano una pentola di monete d'oro o un cesto di carbone. Ovviamente, per ottenere questa preziosa pentola, occorre rispondere che si preferisce il carbone: dispettosi come la maggior parte dei Folletti, infatti, i Lauri fanno il contrario di quel che si dice. Tutti i Lauri amano alla follia gli animali anche se spesso e volentieri li sottopongono ad ogni sorta di scherzi.
LAURO: Folletto decisamente dispettoso e amante del caos. Si diletta a intrecciare in maniera indissolubile le code e le criniere dei cavalli e come gli Incubi usa sedersi sul petto degli uomini addormentati per trasmettere paure e angosce e render loro difficile il sonno. Il Lauro vive nell'Italia meridionale ed è per questo che la sua pelle appare sempre abbronzata. Il corpo è mingherlino, ma ben proporzionato, e i capelli sono ondulati e corvini. Curioso e amante degli scherzi, ama assumere l'aspetto di cane, lupo o gallo. Ma poiché non si separa mai dal suo berrettino rosso è facile scoprire l'inganno. Pigro come nessun altro Folletto, ama gli animali e si prende cura di loro con passione ma evita scrupolosamente ogni tipo di lavoro domestico. Alcune vecchie dicerie raccontano che il Lauro ha il potere di ridare la verginità alle donne che l'hanno perduta, qualunque sia la loro età.
LINCHETTO: Folletto diffuso in Toscana. Nel 1897 G. Giannini nel suo "Canti popolari della montagna lucchese" lo descrisse così: "...E' uno spirito allegro e bizzarro che si nasconde nei tini al tempo della vendemmia, arriccia i crini ai cavalli e si prende il gusto di bussare la notte alla porta di quelli che dormono, spingendo alle volte lo scherzo al punto di entrare nella camera da letto e di buttare per terra le lenzuola o di mettersi a sedere sul petto dell'ignaro dormiente, impedendogli di respirare. In questo caso bisogna levarsi e andare a mangiare in un cantuccio un poco di pane e di formaggio facendo al tempo stesso i propri bisogni e pronunciando la frase: "alla faccia del Linchetto mangio e caco questo cacetto". Pare che il Folletto, di fronte a un simile oltraggio, se ne vada via offeso e sdegnato proferendo insulti e minacce di ritorsione verso l'incauto".
LUO BARABICCHOU: Folletto che vive in Piemonte, in particolare nelle province di Torino e Cuneo. Il nome deriva dalla curiosa barbetta caprina che porta sul mento; la sua predilezione per lo spaventare i bambini lo annovera tra i Folletti più dispettosi e cattivi della regione. Come tutti gli esseri incantati della sua stirpe, cambia repentinamente umore, trasformandosi in un buon compagno di giochi per bambini in tenera età.