DolceLuna Team
Messaggi : 27214 Data d'iscrizione : 14.06.11 Età : 59 Località : Emilia - Romagna
| Titolo: 17 DICEMBRE 2015 Gio Dic 17, 2015 9:30 am | |
| PREGHIERA DI NATALE
SII VICINO A NOI, OH SIGNORE
Sii vicino a noi, oh Signore, perché ti aspettiamo con cuore sincero. A chi si sente tanto fragile e povero dona la forza e la ricchezza della tua carità inesauribile. Vieni, oh Signore, che la tua luce si effonda su chi giace nelle tenebre. Nell'umiltà della tua carne hai cancellato il nostro peccato; ora che sei nella gloria donaci la gioia del regno. Accesi dal fuoco del tuo Spirito, i nostri cuori siano pervasi dal desiderio di risplendere come luci festose alla tua venuta.IMMAGINE DI NATALE LA VEGLIA DI NATALE
VEGLIA DI NATALE DI NOVELLARA (RE)
“Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore, cioè, Cristo nasce ogni giorno! Che significa del resto “Betlemme”? Casa del Pane. Siamo anche noi una casa del pane, di quel pane che è disceso dal cielo.” Girolamo, commento del Salmo 95
In Ascolto. (Le Spighe)
Raccontando la nascita di Gesù, l'evangelista Luca annota che “anche Giuseppe...dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme”(Lc 2,4)
Quella di Luca non è una semplice informazione, ma l'indicazione di un percorso che anche noi siamo invitati a fare per poter celebrare e vivere il Natale del Signore. In questa prospettiva, ogni credente è invitato a salire verso Betlemme, a vivere, cioè lo sforzo di un progressivo cammino verso i luoghi, dove la storia di Dio diventa salvezza per ogni uomo. Il percorso che ci porta a Betlemme, “città del pane”, è spazio di attesa dell'uomo di un cibo che sazi la fame di verità e di amore che lo accompagna in tutta la vita, porta il nostra sguardo su quella “mangiatoia” dove è adagiato “il pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,41)
Il cammino sarà guidato dall'immagine delle “case di Maria”, dall’incontro con l’angelo, fino alla grotta. Maria ci accompagnerà con la sua umanità a prestare attenzione alla vita reale di ogni persona e famiglia, al quotidiano di ogni casa. Poiché è in quella Casa e nelle nostre case che sono nascoste le radici della Chiesa. Non nei privilegi, ma nelle virtù nascoste, non negli eventi straordinari, ma nella “normalità” della vita. E' nella famiglia che si gioca la storia dell'uomo e la Parola guida, dà senso e sostegno per costruirla sulla roccia. Entreremo gradualmente nella celebrazione liturgica attraverso dei segni, che ci verranno distribuiti, per introdurci e accompagnarci all'accoglienza del Pane di Dio che ,fatto carne, si dona a noi.
La Casa (Bet) Casa in ebraico si dice Bet, la seconda lettera dell'alfabeto; per la sua forma e per la sua funzione, è il simbolo stesso dell'accoglienza e del femminile, metafora di Maria, dove, il Misericordioso senza casa, trova casa. Gesù , nella casa in cui è cresciuto, ha imparato le parole da usare nel dialogo con Dio come Abbà, papà, la lingua più confidenziale, affettuosa, familiare, non quella dei rabbini, non quella del tempio,ma il dialetto del cuore. La casa, è il luogo del pane, dell'amore, della prova, e della fecondità. E’ il luogo dell'incontro, del Noi. La fede e la preghiera, nel quotidiano, aprono un tempo e uno spazio del mistero. Proprio lì dove la vita nasce, cresce e muore, viene il Divino. Nell'uomo, nelle famiglie, nelle nostre storie si celebra la Nascita. Maria, nella sua casa, nel suo corpo, nel suo cuore, incontra e accoglie la storia della Salvezza. La tovaglia è segno della tavola, del pasto, delle persone radunate insieme. L'Eucaristia inizia dove sono le cose di tutti i giorni,nella quotidianità Dio incontra l’uomo.
ECCO IL NOSTRO SÌ Fra tutte le donne scelta in Nazareth, sul tuo volto risplende il coraggio di quando hai detto “Sì”. In segna a questo cuore l’umiltà, il silenzio d’amore, la Speranza nel figlio tuo Gesù Ecco il nostro Sì, nuova luce che rischiara il giorno, è bellissimo regalare al mondo la Speranza. Ecco il nostro Sì, camminiamo insieme a te Maria, Madre di Gesù, madre dell’umanità Nella tua casa il verbo si rivelò nel segreto del cuore il respiro del figlio Emmanuel. In segna a queste mani la fedeltà, a costruire la pace, una casa comune insieme a te. Ecco il nostro Sì… Donna dei nostri giorni sostienici, guida il nostro cammino con la forza di quando hai detto “Sì”. Insegnaci ad accogliere Gesù, noi saremo Dimora, la più bella poesia dell’anima. Ecco il nostro Sì… (2 volte) Casa dell'Accoglienza (La Parola)
“Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della Casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 26-28) Dio entra nella vita in modo dirompente, crea turbamento, confusione, anche quando porta liete notizie. Entra anche nelle vite che si sentono inadeguate. Ci dice di non temere la debolezza, gli uomini non si sentono mai pronti. L'azione di Dio non si svolge fuori dalla storia, Egli viene nella normalità e Maria, una giovane donna come tante ,lo accoglie. Dio preferisce i piccoli, gli anonimi, e chiede ospitalità. Maria è icona della soglia, dell'apertura, della ricettività. Accoglie il Signore e genera vita. L'uomo diventa ciò che lo abita: vita vera è essere abitati da Dio. Maria non esiste più per sé ma per un altro, per l'Altro. Un giorno qualunque, in una casa qualunque, nell'intimità di una vita normale un annuncio cambia totalmente i suoi progetti. Dio ti sfiora non solo nelle liturgie, nelle giornate straordinarie, nei giorni di ritiro, ma anche e soprattutto nel quotidiano. Dio ci parla prima di tutto là dove siamo noi stessi, nel silenzio. Casa,luogo della prossimità con Dio. Maria è testimone autorevole di chi, incontrando Dio, cambia radicalmente la propria esistenza. Il Vangelo ha bisogno di noi, delle nostre mani, dei nostri cuori per essere testimoniato. LA MIA ANIMA CANTA
La mia anima canta la grandezza del Signore il mio spirito esulta nel mio salvatore. Nella mia povertà l’infinito mi ha guardata in eterno ogni creatura mi chiamerà beata. La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me. La mia lode al Dio fedele che ha soccorso il suo popolo e non ha dimenticato le sue promesse d’amore. La mia anima canta la grandezza del Signore il mio spirito esulta nel mio salvatore. Nella mia povertà l’infinito mi ha guardata in eterno ogni creatura mi chiamerà beata. Ha disperso i superbi nei pensieri inconfessabili. Ha deposto i potenti ha risollevato gli umili ha saziato gli affamati e aperto ai ricchi le mani. La mia anima canta la grandezza del Signore il mio spirito esulta nel mio salvatore. Nella mia povertà l’infinito mi ha guardata in eterno ogni creatura mi chiamerà beata.
Casa delle Benedizioni (I Fiori)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 39-56) Maria esce dalla casa natale: inizia il viaggio, dalla casa verso il mondo, dall'io verso lo spazio degli affetti e delle relazioni. Maria parte, portando il Verbo. Ogni battezzato ha questa missione: portare colui che ti porta.. Avviene un incontro: Maria ed Elisabetta. Dopo averci incontrato nelle nostre case,Dio ci invita a relazioni positive e forti, gesti di tenerezza, sguardi e parole di chi vuol bene, di chi è attento e ascolta. Maria non vuol trascurare nessuna relazione in cui ci sia affetto da ricevere e veri e fecondi, come quello tra Maria ed Elisabetta.In uno spazio di affetto nasce il Magnificat, lode del Primo passo per l'incontro con il mistero e con il cuore dell'altro è benedire, è poter dire, nella mia casa, allo sposo, ai figli, ai genitori, all'amico:” Tu sei una benedizione di Dio per me, tu sei dono di Dio”. Come nei salmi. Maria con stupore riconoscente dice grazie al suo Signore, esprime la gioia che viene da un'esperienza spirituale. Così ci ricorda che la fede è gioia vera. LUCE DI VERITA'
Luce di verità, fiamma di carità, vincolo di unità, Spirito Santo Amore. Dona la libertà, dona la santità, fa’ dell’umanità il tuo canto di lode. Vergine del silenzio e della fede l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Il tuo “sì” risuonerà per sempre: l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Spirito, vieni. Luce di verità, fiamma di carità, vincolo di unità, Spirito Santo Amore. Dona la libertà, dona la santità, fa’ dell’umanità il tuo canto di lode. Luce di verità, fiamma di carità, vincolo di unità, Spirito Santo Amore. Dona la libertà, dona la santità, fa’ dell’umanità il tuo canto di lode. Casa della Prova (Luce)
“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perchè quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.” (Mt, 18-25) Giuseppe Uomo di fede: vorrebbe sottrarsi al piano di Dio, ha paura, ma poi ascolta e agisce. E' aperto al mistero, ma mostra tutte le nostre resistenze ad aprirci a ciò che è più grande di noi. L'amore prevale però sulla legge, sul giudizio della gente, sulla condanna esplicita della Comunità. Giuseppe ci insegna a non temere le cose grandi,a combattere le nostre paure, a fidarci di Dio. Giuseppe Uomo dei sogni:non sogna da solo, creandosi un'illusione, ma sogna con Dio e confidando in lui affronta una realtà difficile. Si fida e si affida per camminare contro tutti. Giuseppe Uomo dei dubbi: la prova mette a nudo, cadono le maschere, si dissolvono le illusioni in cui ci nascondiamo ed emerge l'essenziale. Giuseppe sa ciò che è giusto, ma la legge degli uomini non lo permette. E'combattuto, ma sceglie l'amore per Maria sua sposa e per Dio. Impara a cambiare i propri progetti,per far posto a colui che viene nell'amore. Un annuncio a Maria e uno a Giuseppe. L'annuncio è per la coppia, la vocazione è degli sposi insieme, nel matrimonio. Dio parla a tutti e due, opera dentro le famiglie, non ruba spazio e tempo, non chiede più di quello che possiamo dare, cerca un doppio sì, che proprio perchè condiviso diventa creativo. Alla coppia è affidata la vita, una casa viva e feconda di energia, gioia, forza. In processione, si portano le spighe all’altare VENITE FEDELI
Venite Fedeli, l'angelo ci invita, venite, venite a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo il Signore Gesu'. La luce del mondo brilla in una grotta; la fede di guida a Betlemme. La notte risplende, tutto il mondo attende: seguiamo i pastori a Betlemme. Il Figlio di Dio, Re dell'universo, si e' fatto Bambino a Betlemme. "sia gloria nei cieli, pace sulla terra", un angelo annunzia a Betlemme.
BET-LEMME: CASA DEL PANE Bet-lemme, casa del pane e del silenzio. Nessuno parla nel racconto, solo un gioco di sguardi che contemplano Gesù. Maria,occhi puri che accarezzano l’Agnello; i nostri invece passano sulla pelle ruvidi e feriscono i volti come lame di rasoio. Maria, prima creatura ad aver contemplato la carne di Dio fatto uomo e prima creatura della terra che Dio ha visto con i suoi occhi di carne. Perdonaci se i nostri sguardi sono protesi altrove, se inseguiamo altre sembianze. In fondo all'anima una grande nostalgia di quello sguardo che ci ha amati per primo, anzi di quegli sguardi: il Tuo ed il Suo. Madre di misericordia non allontanare il tuo sguardo da noi, muoviti a compassione, torna a deporre nella mangiatoia, come facesti a Betlem ,“il pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,51), perchè solo chi mangia di quel pane vivrà in eterno. A Betlemme,in Gesù, Dio si fa cibo perché, nutriti da lui, possiamo diventare pane buono per i nostri fratelli.
GLORIA NELL’ALTO DEI CIELI
Gloria, gloria a Dio gloria Gloria nell’alto dei cieli Pace in terra agli uomini, di buona volontà, Gloria Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo glorifichiamo Te ti rendiamo grazie per la Tua immensa gloria Signore Dio gloria, Re del cielo, gloria, Dio Padre Dio onnipotente gloria Gloria, gloria a Dio gloria Gloria nell’alto dei cieli Gloria nell’alto dei cieli Pace quaggiù sulla terra Pace in terra agli uomini, di buona volontà, Gloria Pace agli uomini Pace Gloria Signore Figlio unigenito, Gesù Cristo Signore Agnello di Dio, Figlio del Padre Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi Gloria, gloria a Dio gloria Gloria nell’alto dei cieli Gloria nell’alto dei cieli Pace quaggiù sulla terra Pace in terra agli uomini, di buona volontà, Gloria Pace agli uomini Pace Gloria Perché tu solo il Santo il Signore, Tu solo l’Altissimo Cristo Gesù con lo Spirito Santo nella gloria del Padre Gloria, gloria a Dio gloria Gloria nell’alto dei cieli Gloria nell’alto dei cieli Pace quaggiù sulla terra Pace in terra agli uomini, di buona volontà, Gloria Pace agli uomini Pace Gloria NEL GIARDINO DEGLI ANGELI
IL SOGNO
C'era una volta una donna che viveva felice col marito ed un suo bambino. Una notte venne la morte e le portò via il marito. Essa pianse, si disperò, poi corse alla culla del suo bambino e disse: - Mi rimani ancora tu; io mi manterrò fedele alla memoria di tuo padre, non mi mariterò più. Tu solo occuperai tutta la mia vita, su te solo io concentrerò, tutto il mio amore e tu crescerai bello e buono e mi rallegrerai l'esistenza. Così disse e si strinse convulsa al cuore la sua creatura. Il piccino a tre anni era bello, robusto, buono, e la madre ogni sera, quando già si era addormentato, stava lungamente a contemplarlo, facendo mille sogni lieti per l'avvenire e finiva sempre col ringraziare Iddio di gran cuore che gliel'aveva dato. Ma un giorno si ammalò gravemente, e dopo qualche tempo una notte se ne volò in Cielo, mentre la madre che lo vegliava, s'era assopita un istante. Erano entrati nella camera degli Angioli belli, che l'avevano invitato ad andar con loro ed egli li aveva seguiti. Quando la madre si svegliò e trovò morto il suo piccino, poco mancò che non impazzisse - che ho mai fatto, - gridò - perchè Dio m'abbia a punire in tal modo terribile ? Se è vero che Dio esiste, che Dio è giusto, io voglio il mio bambino, voglio me lo renda! E si buttò forsennata sul corpo della sua creatura chiamandola per nome, accarezzandola, baciandola e non voleva che alcuno si avvicinasse per tema che gliela portassero via. Dovettero strappargliela per forza e la seppellirono nella terra fredda ed umidiccia, in un lieto mattino di maggio, mentre le rose sbocciavano, per l'aria era un fremito di vita e nell'azzurro del cielo spiccavano, simili a fiori turbinanti per l'aria, mille vaghe farfalle bianche....La portarono via e la povera madre rimase come inebetita presso la culla vuota chiamando il suo bambino inutilmente. Passarono alcuni giorni, ma la madre non poteva darsi pace, non mangiava non piangeva, ma girava per la casa imprecando contro Dio e gridando: - Voglio il mio bambino! Rendetemi il mio bambino ! - Una sera, con queste ultime parole, cadde estenuata e si addormentò. Era da poco addormentata, quando le parve che una gran luce si facesse nella stanza. Essa cessò un istante di lamentarsi e rialzò il capo per vedere ciò che avveniva: Iddio le stava innanzi divinamente bello e maestoso tenendo tra le braccia la sua creatura. La madre a quella vista rimane paralizzata dall' emozione, ma Iddio le sorride misericordioso e le dice: - Vuoi che ti renda il tuo bambino per essere certa che io esisto? Eccolo. La donna allora si slancia verso la sua creatura, l' afferra e se la serra al cuore fremente d'amore, trasfigurata da una gioia, sovrumana. Poi tutt' a un tratto le parve che fossero trascorsi molti anni ed il bambino fosse divenuto un giovane sui vent'anni ed essa si sentiva vecchia e triste. Il figlio s'era dato ad una cattiva vita, e a nulla valevano le sue preghiere e le sue lacrime per renderlo migliore. Non aveva voluto studiare, non amava altro che il gioco. Giocava e perdeva e chiedeva continuamente denari. Essa era appunto triste, quando il giovane sopraggiunse. - Mi abbisognano mille lire, - disse. La madre non le aveva e gliele rifiutò. - Se non me le dai sono perduto ! - grida il figlio - Ho falsato delle carte e mi abbisogna del denaro per fuggire lontano, per salvarmi.... La madre si sente a mancare ; suo figlio un falsario! Pure si fa forza, vuole salvarlo. Corre per la casa, cerca, fruga ne' suoi scrigni, raduna i pochi denari e tutti i suoi gioielli, impaziente di far presto, tremando di non giungere in tempo. - Fuggi, - gli dice, - fuggi, - e lo bacia ancora. Egli esce, essa lo segue con lo sguardo, lo vede per la via andare frettoloso; egli parte disonorato, vizioso. Suo figlio! ha macchiato il nome incontaminato del padre, ha avvelenato la sua esistenza, ha distrutto ogni avvenire proprio....suo figlio, un falsario! Essa soffre momenti d'angoscia indescrivibili, singhiozza disperatamente nel veder infranto quanto aveva di più caro.... Iddio nuovamente allora le appare. - Donna, - le dice, - fosti tu la rovina di tuo figlio, io te l'avevo tolto per farne un Angelo; tu con le tue querele volesti che ti fosse reso ed ora non gli appartiene più il regno dei Cieli. - Oh Dio! - esclama la madre e le pare in quel punto che tutto il suo essere si dissolva per l'estremo dolore....Si sveglia di soprassalto, si volge intorno e deve pensare un poco per rendersi giusta ragione del vero. Ah! suo figlio non è un falsario! E’ morto innocente, sta sotterra e l' anima sua è salita in cielo. Quasi la madre prova sollievo al pensiero che il suo bambino è morto e che non proverà più alcun dolore. Dopo quel sogno orribile, la povera madre sopporta rassegnata il suo dolore ed attende, senza imprecare che venga finalmente l’ora in cui essa pure possa salire presso i suoi due cari che l'aspettano in Paradiso.POESIA DI NATALE
DIO E’ AMORE
Natale ci grida che Dio ci ama, che Dio è amore
(Poesia di Chiara Lubich) | |
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