DolceLuna Team
Messaggi : 27214 Data d'iscrizione : 14.06.11 Età : 59 Località : Emilia - Romagna
| Titolo: 20 DICEMBRE 2015 Dom Dic 20, 2015 9:51 am | |
| PREGHIERA DI NATALE
VOGLIO ESSERE COME I MAGI
Voglio essere come i Magi. Voglio saper scorgere, nel cielo che sembra immobile, una stella che si accende e cammina. Voglio essere come i Magi. Voglio avere l'intelligenza e il coraggio di lasciare quello che già conosco per cercare ciò che è nuovo. Voglio saper andare oltre quello che tutti dicono e che tutti fanno. Voglio essere come i Magi. Voglio andare contro agli Erode che hanno paura di perdere quello che possiedono. Voglio andare contro il partito dei sommi sacerdoti e degli scribi che conoscono a memoria la Bibbia ma rimangono prigionieri delle loro posizioni. Signore, fammi essere come i Magi. Perché tu non stai nel cielo immobile, ma dove una Stella sorge e conduce lontano. Tu non abiti nei palazzi conosciuti, ma dove nessuno sospetta la tua umile e luminosa presenza. Amen.
IMMAGINE DI NATALE
LA VEGLIA DI NATALE
VEGLIA DI NATALE DI LATRONICO (PZ)
CANTO INIZIALE - Noi veglieremo
INTRODUZIONE
Lett. - Siamo radunati nel cuore della notte per rinnovare e rivivere il grande evento dell'incarnazione di Dio in Gesù Cristo, ci prepariamo alimentando la nostra fede e riscaldando la nostra attesa. Siamo usciti dalle nostre case non semplicemente perché non sapevamo che cosa fare o dove andare, ma perché non siamo riusciti a resistere al fascino e al mistero di questa notte. Attraverso la lettura delle Scritture, la preghiera, il silenzio e il canto vogliamo, dunque, prepararci a dare un senso giusto alla nostra presenza e all'azione liturgica che tra poco lo Spirito Santo compirà nel cuore della celebrazione Eucaristica. Dio ci ha radunati questa notte non per recitare il Natale di Gesù, ma per farlo succedere nella nostra vita e nella nostra carne per mezzo della fede e della comunione al Corpo di Cristo. Noi, in questa Santa Notte, vedremo quello che hanno visto Maria, Giuseppe e i pastori nella stalla di Betlemme: Dio che si fa uomo affinché ogni uomo lo possa avere come compagno della proprio vita. Allora in questo Natale, si potrà cantare, come nel primo, la gloria di Dio e la pace sulla terra. Questo Natale farà la gioia e la speranza dei poveri della terra, perché l'amore di Dio per loro ha trovato in noi il volto, il cuore e le mani con cui si offre. Iniziamo questa Veglia, con la recita del salmo 138. In esso il salmista manifesta la certezza che nessuno al mondo è vicino all’uomo quanto Dio. Recitandolo, pensiamo alla nostra vita, alle nostre giornate: non siamo mai soli, in ogni attimo Dio è con noi, così come in questa notte nella quale nasce nel mondo la Salvezza.
SALMO 138 (insieme)
Signore, tu mi scruti e mi conosci tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…
CANTO – Dio verrà e ti salverà
Lett. - Riempi, Signore, con la tua Parola il silenzio di questa notte. Rispondi all’ attesa fiduciosa di quanti credono alla tua amorosa attenzione per l'uomo d'oggi. Metti i nostri passi sulla via dell'incontro con il Figlio del tuo amore, affinché,immersi nel suo Spirito, diventiamo la nuova casa di Betlemme, la casa della tua presenza e della tua benevolenza. Amen.
PAROLA DI DIO
DAL LIBRO DEI PROFETA ISAIA (43,18-21)
Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! “Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterà fiumi nella steppa. 'Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. “Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
CANTO – Grandi cose
Lett. - Tante cose nuove Dio fa succedere nella nostra vita e nella nostra comunità parrocchiale, ma il vortice del tempo che imprigiona il nostro spirito non ci dà tregua. Non riusciamo a vedere ciò che nasce. Questa notte Dio non cambia strategia. La potenza del suo amore produrrà un germoglio , che è spuntato in questo tempo di Avvento per coloro hanno accolto la promessa La nascita di Gesù avvenuta a Betlemme 2012 anni fa non è un fatto di cui si possa perdere la memoria, né un fatto da ricordare semplicemente. E' un fatto da accogliere e incarnare anche stanotte. Noi stessi ne saremo il segno. Noi stessi ne saremo i testimoni. Noi stessi ne saremo gli annunciatori. Lasciamoci riempire il nostro spirito di forza profetica. La profezia del tempo antico trovi in noi il terreno buono per diventare compimento questa notte. Ascoltiamo
DAL LIBRO DEI PROFETA ISAIA (11, 1-4)
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore,non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa». Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
CANTO – Dal tronco di Jesse
MEDITAZIONE
E se Gesù questa notte non nascesse? E’ proprio un ipotesi così improbabile? Siamo così abituati a mettere il Natale nei nostri programmi e nei nostri calendari, che neppure ci sfiora un'ipotesi del genere. Eppure il rischio di un Natale senza Gesù che nasce è più presente di quanto non si creda. Infatti il Natale per molti è già passato con gli ultimi acquisti e gli ultimi regali nell'ultimo negozio che ha abbassato le saracinesche. Rimane la messa di mezzanotte. Ma è poco più che una formalità. La solita storia di duemila anni fa, carica sempre di suggestione e di poesia, e il solito invito ad essere un po’ più buoni e più attenti ai bisogni dei poveri. Dunque per la maggior parte, forse, un Natale senza novità, rivolto solo al passato. Probabilmente ben pochi si aspettano che Gesù nasca di nuovo, che prenda carne nella nostra umanità… Quanti di noi, qui presenti, aspettiamo una cosa del genere? E se Gesù non nasce, tutto rimane come prima. Riflettiamo. Il rischio che Gesù non nasca c’è davvero, ed è nel cuore di ciascuno. Allora, forse, ancora una volta, ci è concessa una buona occasione, una luminosa possibilità, proveniente dall’umile mangiatoia di Betlemme, per gioire davvero ed allo stesso tempo per dare nuovo slancio e rinnovato valore alla nostra vita.
PREGHIERA (insieme)
Padre Santo, togli il velo dai nostri occhi affinché possiamo accogliere nella fede il tuo Cristo che viene. Sia Lui la stella che ci guida nel cammino e che ci riempie di gioia! La sua luce rischiari le tenebre del nostro cuore, quando ci aggiriamo in calcoli e logiche che ignorano il tuo sguardo e la tua mano su di noi. La tua luce smascheri anche la qualità di tante nostre preoccupazioni mosse non dal tuo santo timore, ma dal miope desiderio di conservare i nostri piccoli e vani tesori, senza accogliere la straordinaria ricchezza che tu doni ad ognuno di noi con la tua salvezza. Amen.
CANTO FINALE – Tu dei Bambino
NEL GIARDINO DEGLI ANGELI
PACE, PACE, PACE
Non ricordo il perchè della lite scoppiata quel giorno tra me e mio fratello Giulio, ricordo bensì che fu una lite grave e violenta, con relativi pianti, proteste e.... insolenze da ambo le parti. Sicchè il rancore non poteva sbollire se non sfogandosi lentamente in un broncio prolungato. Di fatto avvenne che, per molti giorni, io e Giulio non ci si guardò mai in faccia; non più compiti insieme, non più letture in comune, nè giochi, nè passeggiate soltanto per una specie di tacito accordo, non si voleva far capire nulla alla mamma, e con pretesti d'ogni specie si cercava di giustificare lo studio che ponevamo nello star lontani l'uno dall'altro. Quando Giulio leggeva, io mi mettevo ad agucciare con insolita alacrità, come se la salvezza dell'anima mia, dipendesse da quel lavoro; se invece mi mettevo a qualche giochetto di pazienza od a spiegare rebus e sciarade, Giulio ripassava le sue lezioni con una specie di frenesia. Ignoro se mamma si accorgesse di nulla. Certo con noi non proferì parola, ma io più di una volta sorpresi i suoi sguardi fissi su noi con dolorosa espressione. A dir vero la cosa, cominciava a seccarmi. Mi pareva un'ipocrisia uggiosa, senza contare che nè giochi, nè studii, avevano per me alcuna attrattiva. Non so come Giulio la pensasse, certo anch' egli si faceva ogni dì più triste e svogliato. E tuttavia nessuno di noi cedeva. Arrossisco nel dirlo: io non volevo cedere per non avvilirmi, non volevo, per prima, far delle scuse. Sciocca creatura ch'io ero!Come se le poche e vere gioie della vita non siano quelle procurateci dal perdono e dalla pace! Ma che volete in certi momenti pare proprio che il lume della ragione si offuschi:e soltanto quando la calma ritorna nel nostro spirito, ci si accorge del male che facciamo agli altri e a noi stessi, con dar retta a sentimenti irosi a idee ridicole di falsa dignità. Povera dignità! Com'è mal conosciuta! Contesto è sciocco orgoglio: è villania, cattiveria, non dignità. Basta; oramai è inutile che mi rammarichi. Se tornassi indietro, farei ben diverso. Ma è un se pur esso inutile come in molti altri casi. Ahimè! sapete invece che cosa riuscì utile allora? Un avvenimento doloroso. S'era a pranzo tutti e tre: mamma, Giulio ed io. Ho dimenticato di dirvi che purtroppo, di noi tre soltanto era composta la, nostra famiglia. Il povero babbo ci aveva lasciati da un pezzo, e una così grande sciagura doveva senza dubbio accrescere il dolore, che in certi momenti io leggevo negli occhi della mia cara mamma per la scissura tra me e mio fratello. Alla frutta, la cameriera entrò portando la posta, che di solito giungeva a quell'ora. Tra le lettere ce n'era una listala di nero. - Ahimè! qualche disgrazia! - sospirò mamma aprendola con trepidazione. Vi gettò gli occhi, e tosto esclamò con voce angosciata : - Ah povera Tilde! povera Tilde! - Che c' è ? Che c'è mamma ? - domandammo io e Giulio ad una voce. La, mamma ci passò il foglio , senza poter parlare. Era l'annuncio funebre di un giovinetto nostro amico, morto quasi improvvisamente, a soli quattordici anni, l'età di Giulio, lasciando nella desolazione i genitori e l'unica sua sorella, coetanea ed amica mia. Rimanemmo tutti e tre come sbalorditi, atterriti. In me all' angoscia s' aggiungeva un rimorso acutissimo. - Dio mio! se anche Giulio... - pensai. I nostri sguardi s' incontrarono, e capii che anche i nostri pensieri dovevano essersi incontrati. Ci gettammo nelle braccia un dell'altra, e per un pezzo piangemmo insieme.
POESIA DI NATALE
PREGHIERA PER LA PACE
Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso, Signore della pace e della vita, Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l'orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani, a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l'umanità: mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza, minaccia per le tue creature in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della ritorsione e della vendetta, suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove, gesti generosi e onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace. Mai più la guerra. Amen. (Giovanni Paolo II)
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