Termine derivato dal greco "acejaloz", senza capo, che identifica quei monofisiti che rifiutarono la formula di fede dell’Enotico di Zenone (482). Rappresentavano la maggioranza dei monaci di Egitto e Palestina, ma staccati dai cinque patriarchi. Di qui il nome, che rimase anche quando, revocato l’Enotico da Giustino I, gli Acefali ebbero i patriarcati di Alessandria, Costantinopoli ed Antiochia. Celebravano l’Eucarestia cospargendo di farina le specie sacre. Sopravvissero fino al IX secolo, epoca in cui San Teodoro Studita scrisse un trattato contro di loro. I maggiori esponenti furono Severo d’Antiochia, Filosseno di Mabbug e Pietro l’Iberiano. Secondo il diritto canonico, sono chierici secolari non incardinati in una diocesi (clerici vagantes).