Termine di derivazione greca dal significato di senza sonno o non dormienti. Indica i monaci greci appartenenti ad un ordine istituito da Sant’Alessandro oppure da San Marcello di Apamea. Tali monaci erano dediti alla recita ininterrotta di preghiere alternati all’intonazione di canti sacri, operazione che veniva condotta a gruppi alternati. Purtroppo molti di loro aderirono al Nestorianesimo, per cui furono scomunicati da papa Giovanni II (532-535). Gli Acemeti nelle loro pratiche di fede si ispiravano ai Salmi, che tra l’altro recitano "Canterò al Signore per tutta la vita, celebrerò il mio Dio finché vivrò" (104, 33) e "Lodate il Signore, proclamate il Suo nome, annunziate ai popoli le sue gesta" (105, 1).