Nome greco della dea Venere, che Omero considera figlia di Giove e di Dione. Era la dea della bellezza e dell'amore sensuale. Afrodite è però etimologicamente derivante da Afros, schiuma o spuma, per cui è sempre stata più diffusa la leggenda secondo la quale sarebbe inaspettatamente nata dalla schiuma del mare nei pressi di Cipro (da cui il suo nome Ciprigna), emergendo in tutto lo splendore della sua venustà e già dotata di grazia incomparabile. Era rappresentata col corpo cinto di rose e mirto, la femminilità velata da una misteriosa e maliziosa cintura, su un carro trainato da passeri, colombe e cigni e con il corteggio giocondo del riso, dei giochi, dello zefiro, delle Grazie e degli Amorini. Il suo fascino conquistò subito l'intero Olimpo, suscitando però la gelosia di Giunone e di Minerva, riconosciute di bellezza inferiore dal famoso giudizio di Paride. Venere ricompensava Paride aiutandolo a conquistare le grazie della bella greca Elena, episodio che diede origine alla lunga e sanguinosa guerra di Troia. Le furono eretti templi ovunque, in varie località mediterranee, come ad Olimpia, a Lesbo, a Pafo, a Cipro e ad Amatunta. A Cnido era raffigurata nuda, in una mirabile e famosa statua, opera immortale del grande scultore greco Prassitele. Le donne le offrivano in voto la loro fluente chioma, per impetrare dalla dea il ritorno vittorioso dalla guerra dello sposo, come fece la leggendaria Berenice, in seguito assunta in cielo come costellazione.