Termine derivato dal greco agaph, amore, significante convito liturgico, di norma sul modello ed in memoria dell'ultima cena di Gesù, in uso fra i primi cristiani dei primi quattro secoli per manifestare la carità fraterna ed il soccorso ai poveri. La celebrazione eucaristica, prima congiunta all'Agape poi separata, ha dato luogo a controversie fra storici e teologi. Alcuni (Zahn, Arnold) vedono l'origine dell'Agape nell'evo apostolico, connessa all'eucarestia. Altri (Renan, Harnack) affermano che l'Agape fu la forma primitiva del rito eucaristico. Per altri ancora (Batiffol, Goosens) l'Agape fu introdotta nel II secolo e non ha nesso alcuno con l'eucarestia. Quest'ultima tesi è avvalorata da Ignazio di Antiochia (II secolo d.C.) che parla di agaph come di assemblea simile alla ecclesia, ma con accentuazione di maggiore intimità. San Giustino (II secolo d.C.), descrivendo la sinassi eucaristica (I Apologia), non parla di pasto comune. Nel testo di San Paolo (Corinzi, 11, 20-34) appare la condanna di un abuso introdotto nella comunità attraverso un convito che precedeva l'eucarestia. In seguito (350) l'Agape assume l'aspetto funerario di suffragio ai defunti. I concili di Ippona (383) e di Cartagine (397) vietano "ciò che si chiama Agape nelle basiliche ... e d'imbandirvi mense". Lo stesso divieto è ripetuto dai concili di Orleans (533) e di Trullano (692). In Massoneria il termine è impiegato per indicare una riunione conviviale tra Fratelli Massoni. L'Agape può essere Bianca oppure Rituale. Quella Bianca si riferisce a convivi informali, organizzati in talune occasioni particolari ed aperte alla partecipazione delle donne e dei profani. Di norma tali occasioni coincidono con il solstizio d’Estate (San Giovanni Battista), festa della Riconoscenza ed in prossimità del solstizio d'Inverno (San Giovanni Evangelista), festa della Speranza. Presso le Obbedienze nordiche tali feste sono definite rispettivamente Festa delle Rose e Festa della Luce. Quest'ultima conclude una suggestiva celebrazione condotta in Tempio, con la partecipazione delle famiglie e dei profani, seguendo un apposito rituale di origine celtica dedicato al ritorno del predominio della Luce sulle Tenebre. Le Agape Rituali sono organizzate più raramente e prevedono la partecipazione dei soli Fratelli della Loggia. Ai Dignitari vi vengono assegnati posti ben definiti ed un apposito Rituale viene osservato dai commensali sia nella consumazione delle poche e e semplici portate previste, sia nell'esecuzione di sette brindisi, effettuati dal Maestro Venerabile o da un Fratello da lui appositamente delegato.