Nome assunto da Benedetto Caetani (1235-1303) allorché insediato sul soglio di Pietro il 24.12.1294. Era stato creato cardinale nel 1281 da papa Martino IV, riuscendo a concludere il trattato di Tarascona (1291) fra Carlo II d’Angiò ed Alfonso III d’Aragona, separati da profonda inimicizia dopo i Vespri Siciliani (1282). Quando Celestino V rinunciò al pontificato dopo soli cinque mesi dall’elezione, Bonifacio VIII venne eletto nel conclave riunito a Castelnuovo di Napoli. Per sottrarsi all’influenza degli Angioini, riportò la curia da Napoli a Roma, dove fu solennemente incoronato nel 1295. Per risolvere il problema della Sicilia, Bonifacio VIII tentò di indurre il fratello di Giacomo II, Federico, a rinunciare alla corona siciliana in cambio di una promessa di splendide nozze, con la prospettiva di un’aleatoria successione imperiale. Ma l’opposizione dei siciliani indusse Federico ad incoronarsi a Palermo nel 1296. Giacomo II, spinto da Bonifacio VIII, mosse guerra al fratello, che però respinse gli attacchi. La pace di Caltabellotta (1302) sanzionò la vittoria di Federico e degli Aragonesi contro gli Angioini ed il papa. Carlo di Valois intervenne a Firenze in difesa dei Neri, protetti da Bonifacio VIII, contro i Bianchi, che furono cacciati dalla città (1302). Ma più gravi vicende turbarono il pontificato di Bonifacio VIII: la lotta con Filippo IV il Bello, re di Francia, e l’ostilità degli Spirituali francescani, collegata alla ribellione dei Colonna. Gli Spirituali francescani, fra cui primeggiava Jacopone da Todi, negavano la legittimità del divorzio fra il papa Celestino V e la Chiesa, sposa mistica di Cristo. Tale ondata di risentimento contro Bonifacio VIII era fomentata dai cardinali colonnesi Giacomo e Pietro, che lo accusavano di frode e di simonia. Bonifacio VIII dapprima dichiarò decaduti tali cardinali (1297), e pochi giorni dopo li scomunicava, ordinando la confisca dei loro beni con la bolla Lapis abscissus. Cadute le fortezze colonnesi, rasa al suolo Palestrina, i due Colonna ripararono in Francia, mentre Jacopone da Todi veniva rinchiuso in carcere per cinque anni. I rapporti con la Francia si erano aggravati quando Bonifacio VIII emanò la bolla Clericis laicos (1296), con cui, contravvenendo ai desideri del re, vietava al clero, sotto pena di scomunica, di versare tributi o donazioni ai laici senza previa autorizzazione della Santa Sede. Per rappresaglia Filippo IV vietò l’esportazione di denaro ed oggetti preziosi, tagliando così la via alle contribuzioni che mantenevano la curia romana. Si creava una beve tregua, che Bonifacio VIII tentò di accentuare canonizzando Luigi IX, avo del re (1297). Nel frattempo indiceva il primo giubileo di Anno Santo nel 1300, quasi a sancire l’avvento della pace universale. Ma il conflitto riprese ben presto sulla questione delle immunità e delle decime ecclesiastiche: Bonifacio VIII dichiarava decaduti i privilegi ultimamente concessi al re. E Filippo convocava (1302) un parlamento dei tre stati dove anche i prelati ed i membri del clero biasimavano la politica del papa verso la Francia. Bonifacio VIII rispondeva con la famosa bolla Unam Sanctam (18.11.1302), forse scritta da Egidio Romano, che è la sintesi della dottrina teocratica della Chiesa. Il documento provocò una forte reazione a Parigi: nel congresso del Louvre (1303) furono formulate accuse di eresia, immoralità e superstizione contro il papa, e fu richiesto, anche da parte dell’episcopato, un Concilio universale. Bonifacio VIII respinse tutte le accuse, dettò una serie di disposizioni punitive contro gli appellanti al Concilio, e preparò una bolla di scomunica contro il re, da pubblicarsi l’8 settembre. Ma la vigilia il consigliere di Filippo, Guglielmo Nogaret, insieme a Sciarra Colonna, a capo di una banda armata, invase il castello di Anagni, sede del papa, e lo tenne prigioniero per tre giorni, Bonifacio VIII, ritornato a Roma, vi moriva misteriosamente pochi giorni dopo. Tutte le bolle emesse da B. contro Filippo furono poi annullate dal Concilio di Vienne (1311-12) indetto da Clemente V. La critica storica ha riconosciuto a Bonifacio VIII talento e personalità, pur rilevandone l’incapacità di adeguarsi al rapido evolversi della società medievale.