DolceLuna Team
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| Titolo: 07 DICEMBRE 2015 Lun Dic 07, 2015 4:06 am | |
| PREGHIERA DI NATALETU SEI LA NOSTRA STELLA (Preghiera di Natale e dell'Avvento) Le stelle che brillano e le forze in movimento: tutto sparisce e perde il suo splendore davanti allo splendore della tua luce e alla potenza della tua grandezza. Tu solo sei visibile, tu manifesti l’immagine del Padre onnipotente, e così ci fai conoscere la grandezza del Padre e del Figlio. Come il Padre potente, nelle sfere celesti, così tu, suo Figlio, sei nel nostro universo il primo, il corifeo, e il Signore di ogni potenza; tu sei la seconda grandezza che proviene da quella del Padre, fin dalle origini, tu sei il fondamento di tutta la terra. Tu sei il nostro modello, il nostro ordinatore, tu sei la nostra strada e la porta che guida alla luce. Tu sei l’immagine della giustizia. Tu sei sempre la nostra stella e la nostra luce. Ti rendiamo grazie, lodi e benedizioni. Davanti a te pieghiamo le ginocchia con fiducia. Ti chiediamo tutto ciò che è retto. Concedici di essere fermamente stabili nella fede; di avere salute del corpo per poterti lodare. Così ti canteremo senza posa e in ogni circostanza; e ti loderemo perché da ogni parte tu sei celebrato, tu l’immortale, l’instancabile, l’eterno.
IMMAGINE DI NATALELA VEGLIA DI NATALE VEGLIA DI NATALE DELLA PARROCCHIA DI SAN MICHELE ARCANGELO PRIMO MOMENTO:
Canto: Dove due o tre sono riuniti nel mio nome
Presentazione Lettore: Anche quest’anno vogliamo attendere la mezzanotte, la celebrazione della nascita del Signore, nella preghiera. Ci guideranno in questa veglia che nello spirito assomiglia alla veglia dei pastori di Betlemme, i gruppi della parrocchia che hanno preparato alcuni momenti di riflessione sui diversi modi di attendere e festeggiare il Natale. Una breve registrazione che ora ascolteremo, ci porterà alla memoria varie possibili interpretazioni di questa festa (un tempo pagano e poi cristiana). Ma nella sua irripetibile e inconfondibile traccia, il Natale è la celebrazione della imprevedibilità di Dio nel suo farsi incontro all’uomo. E’ restituzione dell’uomo all’uomo. Più che una circostanza abituale da ricordare, Natale diventa un progetto da realizzare. Progetto che si attua mediante un metodo ben determinato: l’incarnazione. Essa si compie nel riconoscere la propria missione; nell’assumere la propria responsabilità personale e sociale; nel ridefinire il proprio rapporto col e nel creato con e tra gli uomini.
Il Natale della TV (registrazione di spezzoni pubblicitari)
Momento di preghiera Lettore: E’ difficile trovare parole che esprimano il significato del Natale meglio di questo salmo: in esso il salmista manifesta la certezza che nessuno al mondo è vicino all’uomo quanto Dio. Recitandolo, pensiamo alla nostra giornata: non siamo mai soli, in ogni attimo Dio è con noi. Recitiamo il salmo a cori alterni.
Salmo 138 (a cori alterni)
Signore, tu mi scruti e mi conosci; mi siedo e mi alzo e tu lo sai. Da lontano consci i miei progetti: ti accorgi se cammino o se mi fermo, ti è noto ogni mio passo.
Non ho ancora aperto la bocca e già sai quel che voglio dire. Mi sei alle spalle, mi stai di fronte: metti la mano su di! E’ stupenda per me la tua conoscenza; è al di là di ogni mia comprensione.
Come andare lontano da te? Come sfuggire al tua sguardo? Salgo in cielo, tu sei là, scendo nel mondo dei morti e là ti trovo. Prendo le ali dell’aurora o mi poso all’altro estremo del mare, anche là mi guida la tua mano, là mi afferra la tua destra.
Dico alle tenebre: “Fatemi sparire” e alla luce intorno a me: “Diventa notte”. Ma nemmeno le tenebre per te sono oscure e la notte è chiara come il giorno: tenebre ve luce per te sono uguali.
Tu mi hai plasmato il cuore, mi hai tessuto nel seno di mia madre, Ti lodo Signore: mi hai fatto come un prodigio. Lo riconosco: prodigiose sono le tue opere. Il mio corpo per te non aveva segreti, quando tu mi formavi nel di nascosto e mi ricamavi nel seno della terra. Non ero ancora nato e già mi vedevi. Nel mio libro erano scritti i miei giorni, fissati ancor prima di esistere.
Come sono profondi per me i tuoi pensieri! Quanto è grande il loro numero, o Dio! Li conto: sono più della sabbia! Al mio risvegli mi trovo ancora con te.
Gloria al Padre...
Canto: E sono solo un uomo
SECONDO MOMENTO:
Lettore: La scena è questa: un albergatore attende i suoi clienti. Le feste Natalizie quest’anno fanno ben sperare: c’è molta gente in giro, che vuole far vacanza. Sarà un Natale particolarmente redditizio. Ma in nostro albergatore è un uomo curioso. Forse è il suo carattere, o forse la festa del Natale gli mette un’inquietudine, un interesse particolare: vuole sapere, vuole capire. Che cos’è il Natale per la gente che va nel suo albergo? Ognuno, presentandosi all’albergatore, gli rivela forse senza volerlo il suo modo di intendere il Natale. Le quattro scene rappresentano il Natale commerciale, quello di chi a Natale privilegia i pranzi e i cenoni, quello di chi si sente buono solo a Natale e quello dell’indifferente. Alla fine, quando tutte le stanze dell’albergo sono ormai occupate, si presentano in cerca di un posto per dormire due pellegrini molto particolari.
1. Il Natale consumistico (cresimandi)
dialogo albergatore/turista Personaggio: Ciao! Albergatore : Ciao nonno Mario, come va? P: Insomma, non tanto bene! A: E come mai? P: Hanno appena telefonato i miei nipoti, sai ho prenotato una camera per loro, come ogni anno, per passare insieme il Natale. Invece niente, non possono arrivare prima di domani, passerò la Vigilia solo! A: Mi spiace! P: Hanno aperto un negozio di articoli da regalo, dicono che è una cosa incredibile, la gente sembra impazzita, non bada a spese. Oggi per loro è impossibile muoversi dal negozio, avevano una voce così contenta, come mai prima! Hanno detto che questo sì sarà un buon Natale, ricco di soldi! Capito!? Ricco di soldi! Hanno proprio detto così!!! A: Allora, la stanza? P: Ah, per la stanza, si raccomandano che non venga data a nessuno, devi tenerla prenotata per loro, hanno detto che pagheranno una notte in più, quest’anno se lo possono permettere! A domani. A: Buon Natale, nonno, buon Natale, nonno Mario.. lettura del brano del vangelo “Non affannatevi ad accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e ladri scassinano e portano via. Accumulate tesori in cielo, dove tignola e ruggine non consumano e ladri non rubano. Infatti, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 16,19-20)
2. Il Natale del buongustaio (scout)
dialogo tra albergatore/turista Ste: Una camera doppia con turca e con vista sull’oasi! A: Si, ho proprio l’ultima, è bella, spaziosa ed ha pure un frigo bar. B: Ah, bene, ed è fornito? A: Certo, c’è puree il patè di cammello e lo champagne di carrube. Ste: Ah, bene. Portiamo su le valige in stanza, ci diamo una rinfrescata e poi scendiamo subito per cena. B: A proposito, che cosa offrite per cena? A: Tempestina in brodo, lingua di dromedario bollita con contorno di cardi grattugiati e per dessert mele cotte. Ste - B: Orrore! Ste: E questo sarebbe un ristorante a quattro stelle come riportato sulla guida Betlem? B: E sarebbero queste le specialità tipiche e porzioni abbondanti? Ste: Pensavamo di trovare piatti succulenti e originali! P: Beh! Cosa pensavate di trovare in questo periodo di festa? Ma avete visto la gente che c’é? Gli alberghi, le pensioni sono tutte al completo, perfino gli affittacamere. Vedrete che alla fine la gente sarà costretta ad andare a dormire anche nelle stalle. B: Ma questa non è la stagione del Kebab? Si può fare con il Bergul al forno con i datteri di contorno, sarebbe il minimo! A: I datteri sono finiti ieri. Ste: allora che il Tahin con ceci e sopra una spolveratina di Fattoush. A: Spiacente, il Fattoush è morto tre giorni fa. B: Neanche un dolcino con miele e noci? A: Ma insomma, voi pensate solo a deliziare la vostra gola e a riempire la vostra grossa pancia! Ste: Va bene, non otterremo niente se continuiamo a discutere con lui. Ci dia per favore la chiave della nostra stanza, ci rifaremo sul piano bar sperando che sia ben fornito come ci ha detto prima!
lettura del brano del vangelo “C’era un uomo ricco, che portava vesti di porpora e bisso e faceva festa ogni giorno con grandi banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, si sedeva alla sua porta a mendicare, tutto coperto di piaghe, desideroso di sfamarsi con gli avanzi che cadevano dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Poi morì anche il ricco e fu sepolto. Finito negli inferi tra i tormenti, alzando lo sguardo verso l’alto, vide da lontano Abramo e Lazzaro che era con lui” (Lc 16,19-23)
Canto: San Francesco
3. Il Natale di quelli che si sentono buoni solo quel giorno (azione cattolica)
dialogo tra albergatore/turista P: Eccomi qui, anche quest’anno. Come ogni Natale, devo fare gli auguri a tutti i parenti. I regali sono pronti, ci sono proprio tutti. lo zio Bruno, nonna Luisa...si, si, sono tutti sistemati. A: Buonasera, mi dica. P: Buonasera, vorrei la mia camera! E’ sempre la stessa, spero, quella che dà sul piazzale della chiesa, dove c’è il grande albero addobbato e illuminato. E’ uno spettacolo stupendo, tutte quelle luci! Se non fosse per questo e per tutti i parenti...vabbé, lasciamo perdere. A: Ma in fondo è Natale, è bello rivedere i propri cari. P: Si, ma è bestiale! Ogni anno è la stessa storia, baci, abbracci, tutti quanti buoni, belli, allegri e sorridenti. E’ come succede con i clown, che si truccano per entrare in scena ogni sera, per fare il proprio numero. A Natale sembriamo tutti così! Degli attori che iniziano un mese prima a preparare pacchi, pacchetti, nastri e lustrini, tutto per essere pronti, la vigila di Natale, ad entrare in scena, per recitare la propria parte. E poi dal giorno dopo tutto torna come prima: i soliti musi lunghi, non c’è mai tempo per andare a trovare la nonna, per aiutare lo zio..e come al solito ognuno pensa per sé...scusi per lo sfogo. A: Ecco le sue chiavi!
lettura del vangelo “Quando arrivò davanti a lui, Gesù alzò gli occhi e gli disse: ‘Zaccheo, scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua’. Scese subito e lo accolse con gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: ‘E’ andato in casa di un peccatore!’. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: ‘Signore, io do ai poveri la metà dei miei beni e se ho rubato a qualcuno gli restituisco il quadruplo” (Lc 19,5-
4. Il Natale dell’indifferente (catechisti)
dialogo tra albergatore/turista P: Buona sera, sono Marta e ho prenotato una stanza per una settimana. A: Un attimo, per cortesia. A: Dopo tutte queste ore di viaggio devo attendere!? A: Già, perché in questi giorni tutti avete scelto di fare vacanza, e allora un po’ di pazienza che controllo! A: Controllo, controllo per avere un posto decente bisogna prenotare in anticipo di mesi e poi ti dicono di avere pazienza! A: Non le è passato per la mente che siamo a Natale? P: E perché è Natale dovrei essere più paziente? A: Beh, tanta gente in questo periodo cerca di guardarsi attorno, lei no? P: La gente! Sempre gli stessi sguardi! Sempre la stessa fretta! Mi scusi ma da questo punto di vista Natale è tutto l’anno! A: No, solo il 25 dicembre! Ecco le sue chiavi, camera 257!
lettura del brano del vangelo “A chi paragonerò questa generazione? Essa è simile a quei ragazzi che stanno nelle piazze e rivolti ai compagni dicono: ‘Abbiamo suonato per voi e non avete danzato. Abbiamo intonato lamenti e non avete pianto’. E’ venuto Giovanni che non mangiava e beve e avete detto: ‘E’ un indemoniato’. E’ venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve e avete detto: ‘E’ un mangione e un ubriacone, amico dei pubblicani e peccatori!” (Mt 11,16-19)
Canto: Camminerò
5. Maria e Giuseppe (vanno davanti all’albergatore, mentre si legge la seguente presentazione. L’albergatore fa segno di mandarli via, indicando il luogo dov’è il leggio)
Lettore: si presentano all’albergatore due giovani sposi: sono Maria e Giuseppe di Nazaret. Sono venuti a Betlemme per il censimento. Aspettano un bambino. Non c’è posto per loro nell’albergo, già tutto occupato dai vacanzieri di Natale. Ma loro hanno qualcosa da dire a tutti coloro che sono qui, per attendere la nascita del loro figlio, del bambino Gesù:
BUON NATALE A TUTTI! A te, Giovanni, che vivi immobilizzato da anni, dopo quel terribile incidente stradale. A te Franco, che hai fatto spese pazze per rinnovarti l’attrezzatura sciistica e il 25 dicembre lo passi in montagna, dove hai già prenotato l’albergo. A te Giovanni che non vedrai la stella cometa perché non puoi muovere la testa. E allora devo descrivertela io, Giovanni e dirti che essa fa luce anche per te, e assicurati che Gesù è venuto a dare senso alla tua tragedia e che nella notte santa, anzi, ogni notte della tua vita, egli trasloca dalla mangiatoia per venirti accanto e farsi scaldare da te.
Tu Franco, non la vedrai perché non hai tempo per pensare a queste cose, e in testa hai ben altre stelle. E allora, devo provocartene io la nostalgia, e dirti che le lampade dei ritrovi mondani dove consumi le tue notti e i tuoi soldi, non fanno luce sufficiente a dar senso alla tua vita.
Buon Natale, Katia, che il 26 dicembre ti sposerai con Marco e a te Rosaria, che il mese scorso hai firmato la separazione consensuale dopo che Gigi ti ha lasciato per andarsene con un’altra.
A te Katia, basta l’invito a vedere nel presepe la celebrazione nuziale di Dio che prende in sposa l’umanità. A te Rosaria, invece, che per la prima volta le feste le passerai sola in casa, e che non hai voglia neppure di andare a pranzo con i tuoi, vorrei far capire che non è molto diverso il rifiuto subito da Gesù nella notte santa. E buon Natale anche a Gigi, perché scorgendo nel bambino del presepe il mistero della fedeltà di Dio, torni presto a casa.
Buon Natale a te, Corrado, che vivi nella casa di riposo e la sera ti lasci cullare dalle nenie pastorali, e te ne vai sulle ali della fantasia ai tempi di quando eri bambino e la tua anima brulica di ricordi più di quanto i presepi non brulichino di pecorelle, e pensi che questo sarà forse il tuo ultimo Natale.
E buon Natale anche a te, Antonietta, che hai vent’anni e tutti dicono che non sei più quella di una volta, e l’altro giorno mi hai confidato che forse quest’anno non ti confesserei neppure. Buon Natale, Antonietta. Pregherò perché tu possa trovare cinque minuti per piangere da sola davanti alla culla, e in quel pianto possa sperimentare le stesse emozioni di quando la semplice carta stagnola del presepe ti faceva trasalire di felicità.
Buon Natale a te Francesca, che quest’anno hai riscoperto la tua fede e capito che Dio ti vuole bene: sarà un Natale nuovo per te, pieno della sua presenza. Che tu possa aiutare altri a compiere il tuo cammino!
Buon Natale Gianni, che stai in ospedale, e oggi che i medici se ne sono andati tu non vedi l’ora che arrivi il momento delle visite per poter parlare con qualcuno.
E buon Natale a te, Piero, che stai in carcere, e nessuno verrà a trovarti dopo che ne hai combinate di tutti i colori.
Buon Natale, Maria, che hai cinque anni, ed hai atteso questo Natale con impazienza, e sei contenta della tua famiglia, di mamma e papà, del tuo fratellino. Con loro vivrai questo Natale, e sarà per te un giorno meraviglioso.
E buon Natale anche a te, Mario, che questo Natale lo passerai come l’anno scorso, cercando un po’ di caldo nelle fogne della tua città, assieme ad altri fanciulli come te, che non hanno mai conosciuto l’innocenza dell’infanzia, ma solo la fame e l’abbandono.
Buon Natale a te, Lucia, che quest’anno senti più vicino il mistero del Natale, perché ti è nato uno splendido bambino, e a te Marta, che quest’anno hai perduto tua figlia poco più che ventenne.
Buon Natale, Mohamed, che da un anno fai il “vu cumprà”, e cerchi di venderci merce di cui non abbiamo bisogno perché già compriamo quella bella nei negozi dove costa, per far tirare avanti la tua famiglia al di là del mare.
E buon Natale a te, Simone, che ormai hai perduto il conto dei giorni: per te Natale sarà un giorno come gli altri, ti vedrà in corsa contro il tempo per comprare la tua dose di eroina necessaria per non andare in astinenza.
Buona Natale Marina, che trascorrerai la Santa notte all’ospedale, tra gli ammalati, per portare loro un po’ di conforto: siamo sicuri che sarà uno dei natali più belli per te.
Buon Natale a tutti, proprio tutti: a chi è felice e a chi soffre, a chi è nell’abbondanza e al povero, al credente e al non credente. A tutti, questa sera vogliamo stringere la mano, perché ciascuno avverta che di quel bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia, una volta che l’ha conosciuto, non può fare a meno. (liberamente tratto da uno scritto di don Tonino Bello con aggiunte)
Lettore (fuori campo): “Al principio c’era colui che è ‘la Parola’. Egli era con Dio. Egli era Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non è stato creato nulla. Egli era la vita, e la vita era la luce per gli uomini. Quella luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,1-5)
Canto: E’ Natale
NEL GIARDINO DEGLI ANGELIARRIVA GESU’ BAMBINOMa come fa Gesù Bambino a sapere che io voglio proprio quell’automobilina rossa, proprio quella lì? – chiedeva Mario alla sorellina. I due bambini erano già da un’ora col naso appiccicato alla vetrina. Eh, caro mio… si vede che Gesù Bambino conosce questo negozio! – rispose Fiorella con un risolino. Mi prendi in giro? – chiese sospettoso Mario. Io?!? – quasi si offese Fiorella, ma aveva gli occhi che le ridevano. Piuttosto, andiamo a casa a scrivere la nostra letterina. Natale è vicino! La scriviamo in rima? – propose Fiorella che era molto brava a fare le poesie. Dai, ci sto! – esclamò Mario. Ed ecco la letterina di Natale che ne venne fuori: "Caro Gesù Bambino, Fiorella e il fratellino ti pregan di portar nel venire quell’automobilina rossa e quella bambolina visti nella vetrina sempre, naturalmente, che tu possa!"
Bellissima! – fece Mario. – la diamo a papà che la imbuca. Già, sarà meglio che sia papà ad imbucarla – fece Fiorella col suo solito risolino. Perché? Cosa c’entra papà? – si stupì Mario. Niente, niente… lui è alto, e alla buca delle lettere ci arriva meglio, no? E Mario consegnò la lettera al papà, che promise solennemente di imbucarla il giorno stesso. Quella notte Mario fece un sogno. Vide due angioletti postini che aprivano la buca delle letterine e prendevano, fra le altre, anche la sua. Poi vide Gesù Bambino, su in cielo, che si affannava a leggere tutte le lettere. Aveva una scrivania, Gesù Bambino, che assomigliava un poco a quella del papà, con lo stesso telefono, e la stessa penna. Vorrei… vorrei…vorrei… - diceva fra sé Gesù Bambino scorrendo le lettere. – Qui tutti vogliono, tutti chiedono, tutti promettono d’essere buoni, ma sarà meglio controllare la posizione di qualcuno di questi bambini. Prendiamone uno a caso. Per esempio… questo Mario! – A Mario venne un tuffo al cuore, perché il Mario che diceva il Bambino Gesù era proprio lui! Nel sogno, Mario vide Gesù Bambino andare nella sala degli archivi. Tu, angiolino burocratico, tirami fuori la scheda di questo Mario – disse Gesù. L’angiolino scartabellò, aprì schedari, consultò registri, e finalmente tirò fuori un foglio. Ahi ahi ahi! – fece leggendo. Cinquanta bugie, orecchie lavate una volta alla settimana, gelosissimo dei suoi giocattoli, disobbediente … un vero disastro! E vuole anche una automobilina rossa? La vedremo! – disse severo il piccolo Gesù. A questo punto del sogno Mario vide se stesso, e il suo angelo custode che gli parlava: Caro Mario, la situazione è grave. Gesù lassù non è molto contento. Fra tutti i bambini che aveva da controllare, gli sei capitato proprio tu… e la tua scheda è proprio brutta. Vedi di fare qualche buona azione, e in fretta, altrimenti, addio automobilina e addio altri regali! Mario si lamentava nel sonno: - Certo … farò .. provvederò… Nei giorni seguenti Mario divenne un altro. La sorellina lo osservava stupita. Non una bugia. Non un dispetto. Mario si lavava anche due volte al giorno le orecchie. Andava a letto senza fare storie, studiava le lezioni in anticipo ed era ben pettinato. Anche il papà e la mamma erano stupiti di quel cambiamento. Non sarà malato?- mormoravano fra loro. Un giorno che nevicava, zitto zitto, Mario fece un pacco coi suoi giocattoli preferiti e andò a regalarli ad un suo amico povero. E il bello era che a Mario cominciò a piacere questo suo nuovo modo di essere buono. Aveva cominciato spinto dal sogno, e dal desiderio di ricevere i regali da Gesù bambino, ma ora non ci pensava quasi più. Giocava, andava a scuola, era sempre allegro, e si sentiva in pace con tutti. Domani è Natale – gli disse il papà attirandolo sulle sue ginocchia. – A quest’ora gli angiolini stanno riempiendo i loro sacchi con i doni chiesti da tutti i bambini. Hai visto? – disse Fiorella il giorno dopo, una volta aperti i pacchi in bell’ordine sotto l’albero. Gesù Bambino è andato a comprare l’automobilina e la bambola proprio al negozio qui sotto! – e intanto guardava con occhi furbi il papà e la mamma. Gesù Bambino sa quello che fa, lo so bene io! – rispose distrattamente Mario, e continuò a giocare con l’automobilina nuova, mentre tutti lo guardavano senza capire.
GLI ANIMALI DI NATALE – FANTASIA | |
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