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Dove la magia è amore universale, umiltà e ascolto...la magia svelata, per il benessere dell'anima.E' come se in un attimo sbocciasse la vita, laddove prima c'erano solo silenzio ed immobilità.
 
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 10 DICEMBRE 2015

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MessaggioTitolo: 10 DICEMBRE 2015   10 DICEMBRE 2015 EmptyGio Dic 10, 2015 5:16 am

PREGHIERA DI NATALE


TI PREGO MARIA


Ti prego, Maria, per tutti i ragazzi
che stasera hanno voglia di piangere
perché non hanno affetto,
perché non hanno nessuno
che dia loro la buona notte
e li inviti a dormire tranquilli.
Ti prego, Maria, per tutti gli orfani,
per tutti i ragazzi abbandonati dai genitori,
per quelli che, per qualsiasi motivo,
vivono lontani dalla famiglia.
Ti prego, Maria, per i ragazzi
che oggi sono stati malati.
Per quelli che sono stati sfruttati.
Per quelli che, invece di giocare e studiare
sono costretti a lavorare.
Ti prego, Maria, per i ragazzi disabili
e per coloro ai quali anche oggi
il giorno è sembrato lungo e noioso.
Ti prego, Maria.
Amen.


IMMAGINE DI NATALE



10 DICEMBRE 2015 Natale10



LA VEGLIA DI NATALE


VEGLIA DI NATALE DI VITTORIO VENETO (TV)


Primo momento -L’INVOCAZIONE DELL’UOMO IN ATTESA

La veglia inizia al buio (giusto qualche luce per un minimo di visibilità). Gradualmente si accendono poi le luci nel corso della celebrazione. Le candele dell’altare rimangono spente fino all’acclamazione dopo la lettura della Kalenda.

MONIZIONE INTRODUTTIVA
G  -  Per  un’antichissima  tradizione,  i  cristiani  celebrano  il  Natale  del  Signore Gesù  nel  cuore  della  notte,  ricordando  il  silenzio  che  tutto  avvolse  quando discese la Parola divina, e la luce che brillò dinanzi ai pastori che vegliavano sul loro gregge.
Anche  noi  siamo  riuniti  oggi,  nel  cuore  della  notte,  per  rinnovare  e  rivivere l’evento dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, nato a Betlemme: egli è la luce che brilla nelle tenebre delle nostre difficoltà, delle nostre sofferenze, dei nostri peccati; egli è la Parola fatta carne che può orientare la nostra vita offrendole un senso e una pienezza di gioia; egli è il Pane disceso dal cielo che ci nutre e ci dà in dono l’amore di Dio Padre.
Ci  prepariamo,  allora,  a  celebrare  e  accogliere  questo  dono  nell’Eucaristia,
alimentando la nostra fede e riscaldando la nostra attesa.

CANTO INIZIALE
Canti proposti:
Sospira il nostro cuore; Vieni o Signor; Vieni Signore.

SALUTO
P - Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
A - Amen.
P - Grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il principe dei re della terra.
A - E con il tuo spirito.


Dopo alcune parole di introduzione il sacerdote che presiede, prosegue:
P - La bontà del Cielo si apre ancora e continuamente sulla nostra vita e sulla nostra storia. Invochiamo insieme il Signore, [cantando:]
Rit.  Vieni, Signore Gesù! Vieni presto tra noi.
1L - O Sapienza, uscita dalla bocca dell’Altissimo, tu che riempi tutto l’universo e tutto disponi con forza e dolcezza, vieni a insegnarci la via della salvezza.
2L  -  O  Signore,  Pastore  del  popolo  di  Israele,  tu  che  sei  apparso  a  Mosè  nel roveto  ardente  e  sul  Sinai  hai  dato  la  Legge,  vieni  a  riscattarci  con  braccio potente.
Rit.  Vieni, Signore Gesù! Vieni presto tra noi.

1L - O Radice di Iesse, innalzato come segno per i popoli, davanti a te ammutoliscono  i  re  della  terra:  tu,  che  sarai  invocato  dalle  genti,  vieni  a salvarci, non tardare.
2L - O Chiave di Davide, scettro della stirpe di’Israele, tu che apri e nessuno può chiudere, tu che chiudi e nessuno può aprire, vieni a liberare i prigionieri dalla morte.
Rit.  Vieni, Signore Gesù! Vieni presto tra noi.

1L - O Astro nascente, splendore di luce eterna, tu che sei il sole di giustizia, vieni ad illuminare chi giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.
2L  - O Re  delle  genti, atteso  da tutti i  popoli, tu che sei  la pietra angolare e riunisci in uno i due popoli, vieni a salvare l’uomo che hai plasmato dalla terra.
Rit.  Vieni, Signore Gesù! Vieni presto tra noi.

1L  -  O  Emmanuele,  Dio-con-noi,  Parola  eterna,  tu  che  sei  la  speranza  e  la salvezza delle genti, vieni presto, Signore, nostro Dio.
Rit.  Vieni, Signore Gesù! Vieni presto tra noi.

ORAZIONE
P - O Padre, la storia dell’umanità e la nostra stessa vita ti invocano! Il peso dei nostri limiti ci schiaccia, il desiderio di te nell’attesa si accresce: manda il tuo Figlio  a risollevarci. Donaci  la tua salvezza,  vieni  a  visitarci  dall’alto  e  poni  la tenda della tua dimora in mezzo a noi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con te e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli.
A - Amen.

INTERMEZZO MUSICALE

Durante il brano musicale si comincia ad accendere qualche luce in chiesa

Secondo momento - DIO RISPONDE ALL’INVOCAZIONE: LA PROMESSA DEL MESSIA

G - Il Signore Dio non rimane indifferente alle invocazioni che salgono a lui dall’umanità: per amore ci ha creati; a motivo dello stesso amore egli si prende cura di noi. Per questo, fin dall’origine del mondo, Dio ha promesso, a chi ha creduto  in  lui,  la  venuta  del  Messia  salvatore.  Sono  queste  le  promesse  che Gesù ha portato a compimento con la sua nascita.

CANTO
Canti proposti:
Guardiamo a Betlemme; Innalzate nei cieli; Sai dov’è; Tu quando verrai.

Mentre  si  accendono  le  candele  della  corona  di  Avvento,  gradualmente  si accende   in   chiesa   anche   qualche   luce   (non   troppe   però:   la   chiesa   deve rimanere ancora semi-buia).

1 Lettura -  Dal libro della Genesi
In quei  giorni, Giacobbe  chiamò  i  suoi  figli e  disse: “Radunatevi, perché  io  vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri. Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre!  Non sarà tolto  lo  scettro  da Giuda, né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli.
Viene accesa la prima candela della corona dell’Avvento, mentre si canta:
Il Signore è la luce che vince la notte: Gloria, gloria cantiamo al Signore! Gloria, gloria cantiamo al Signore!

2 Lettura - Dal libro del profeta Isaìa
In   quel   giorno,   un   germoglio   spunterà   dal   tronco   di   Iesse,   un   virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni  per  sentito  dire;  ma  giudicherà  con  giustizia  i  miseri  e  prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.

Viene accesa la seconda candela della corona dell’Avvento, mentre si canta:

Il Signore è la luce che vince la notte: Gloria, gloria cantiamo al Signore! Gloria, gloria cantiamo al Signore!

3 Lettura - Dal libro del profeta Michèa
Così dice il Signore: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi  di  Giuda,  da  te  mi  uscirà  colui  che  deve  essere  il  dominatore  di Israele;  le  sue  origini  sono  dall’antichità,  dai  giorni  più  remoti.  Perciò  Dio  li metterà  in  potere  altrui  fino  a  quando  colei  che  deve  partorire  partorirà;  e  il
resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele. Egli starà là e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio”.

Viene accesa la terza candela della corona dell’Avvento, mentre si canta:
Il Signore è la luce che vince la notte: Gloria, gloria cantiamo al Signore! Gloria, gloria cantiamo al Signore!

4 Lettura - Dal libro del profeta Sofonìa
Gioisci, figlia di Sìon; esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!  Il  Signore  ha  revocato  la  tua  condanna,  ha  disperso  il  tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te. Tu non vedrai più la sventura.

Viene accesa la quarta candela della corona dell’Avvento, mentre si canta:
Il Signore è la luce che vince la notte: Gloria, gloria cantiamo al Signore! Gloria, gloria cantiamo al Signore!

Dopo qualche istante di silenzio, si può inserire un INTERMEZZO MUSICALE

PREGHIERA CON I SALMI

G - Abbiamo acceso le candele della corona di Avvento, abbiamo acceso la luce della speranza nel nostro cuore. Diamo voce ai nostri sentimenti con le parole
del   Salmo  27.  Una  voce   solista  proclamerà  il  testo;  insieme   ripetiamo   il ritornello.

Rit.       Questa notte non è più notte davanti a te:
il buio come luce risplende.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Rit.       Questa notte non è più notte davanti a te:
il buio come luce risplende.

Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore
e spera nel Signore.

Rit.       Questa notte non è più notte davanti a te:
il buio come luce risplende.


Mentre si prega il Salmo, gradualmente si accendono alcune luci. Alla fine del Salmo, la chiesa dovrebbe risultare abbastanza illuminata, anche se non pienamente.

ORAZIONE

P - Preghiamo.
Signore Dio le nostre lucerne sono accese per lodarti e pregarti in questa notte santa: previenici sempre e dovunque con la tua luce celeste affinché contempliamo con sguardo puro il mistero dell’incarnazione di cui ci hai voluto partecipi. Per Cristo, nostro Signore.
A - Amen.

Terzo momento - IL COMPIMENTO DELLE PROMESSE: - DIO ABITA IN MEZZO A NOI


INNO (O CANTO MEDITATIVO) - O luce gloriosa

L - E se Gesù questa notte non nascesse? È proprio un’ipotesi così improbabile? Siamo  così  abituati  a  mettere  il  Natale  nei  nostri  programmi  e  nei  nostri calendari  che  neppure  ci  sfiora  un’ipotesi  del  genere.  Eppure  il  rischio  di  un Natale senza Gesù che  nasce è più presente di quanto non si creda. Infatti il Natale per molti è già passato. È finito con gli ultimi acquisti e gli ultimi regali nell’ultimo negozio che ha abbassato le saracinesche. Rimane la Messa di mezzanotte. Ma è poco più che una formalità. La solita storia di duemila anni fa, carica sempre di suggestione e di poesia, e il solito invito ad essere un po’ più  buoni  e  più  attenti  ai  bisogni  dei  poveri.  Nessuno  probabilmente,  o  ben pochi, si aspettano che Gesù nasca di nuovo. Quanti dei presenti si aspettano una cosa del genere?
E  se  Gesù  non  nasce,  tutto  rimane  come  prima.  Se  Gesù  non  nasce,  questa notte è come tutte le altre notti, e domani sarà solo un giorno in più per tutti.
Il rischio che Gesù non nasca c’è davvero! Ed è nel cuore di ciascuno.

INTERMEZZO MUSICALE - Durante il brano strumentale (se si esegue) si accende qualche luce in più, ma non ancora le luci dell’altare e le candele.


PROCLAMAZIONE DELLA KALENDA

P – Fratelli e sorelle carissimi, nonostante ogni nostra distrazione, il Signore rimane  fedele  alle  sue  promesse.  Egli  viene  a  visitarci,  ad  abitare  la  nostra terra, per rimanere con noi. E in noi, suoi discepoli e amici, nasce allora la gratitudine e la gioia di una fede umile e sincera.
G - La promessa del Messia atteso si compie. Dio manda nel mondo il suo Figlio fatto  uomo.  Ascoltiamo  in  silenzio  e  nella  preghiera  interiore  l’annuncio  del Natale del Signore Gesù.
L - Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo la partenza da Ur dei Caldei di Abramo, nostro padre nella fede; tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele; nella sessantacinquesima settimana, secondo la profezia di Daniele; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto; quando in tutto il mondo regnava la pace,Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: è il Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.

CANTO DI ACCLAMAZIONE – Te Deum

Durante il canto di acclamazione, vengono accese tutte le luci della chiesa, comprese le candele dell’altare. Sempre  durante  il  canto  di  acclamazione,  dopo  l’accensione  delle candele   dell’altare,   se   lo   si   ritiene,   si   può   compiere   il   RITO DELL’OFFERTA DELL’INCENSO.
Il sacerdote che presiede la Veglia infonde l’incenso in un braciere appositamente preparato (oppure, se  manca il  braciere, si può  incensare l’altare e la croce con il turibolo, come solitamente si fa nella celebrazione della Messa)

ORAZIONE CONCLUSIVA

P  -  O  Padre,  che  ogni  anno  ci  fai  vivere  nella  gioia  questa  vigilia  del  Natale, concedi  che  possiamo  guardare  senza  timore,  quando  verrà  come  giudice,  il Cristo tuo Figlio, che accogliamo in festa come nostro redentore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
A - Amen.

P - Il Signore sia con voi.
A - E con il tuo spirito.
P - Benediciamo il Signore!
A - Rendiamo grazie a Dio.

Si attende, a questo punto,
l’ormai imminente inizio della celebrazione della S. Messa della notte di Natale.
La Veglia può opportunamente concludersi con uno o più canti.

CANTO FINALE - Venite fedeli


NEL GIARDINO DEGLI ANGELI



10 DICEMBRE 2015 2110


IN CERCA DELLA MAMMA

Su in alto, sul dorso d'un superbo monte, si vedono dei gruppi di casupole, e su, più in alto, una chiesa.
Di là si gode d'un magnifico panorama, specialmente nelle ore del levare e del tramontare del sole.
Abitava una di quelle casette una buona signora con l'unica sua bambina, un amorino di bimba che cresceva buona come la sua mamma. Oh! sì quant'era buona la sua mammina!
I poveri di lassù la chiamavano il loro buon angelo; ed era lei infatti che sempre accorreva là
ove qualche dolore era da lenire; qualche infelice da soccorrere. Ma un giorno, un brutto giorni, i poveri non ricevettero più la solita visita: la povera signora era molto ammalata... E pochi giorni dopo l'accompagnavano piangendo all' ultima dimora: il cimitero....Qual dolore provò la bimba nel vedersi portar via la sua adorata mammina!
- Nonna, nonna, dove portano la mammina?... - gridava disperatamente.
La nonna invano cercava di consolarla con buone parole, con baci, con carezze; i suoi begli occhioni neri eran sempre inumiditi dalle lagrime, il suo faccino da angioletto diventava di giorno in giorno più pallido e magro,ed i bei riccioloni che le cadevano sulle spalle ben provavano la mancanza della mani della mamma. I bambini dimenticano presto, i loro dolori durano poco, e la nonna sperava che così fosse anche per Mercede (così si chiamava la bimba).Ma fu delusa nelle sue speranze. Mercede, che non sapeva che fosse morire, non cessava di chiamare la mamma e spesso domandava alla nonna dove fosse andata, dove l'avessero portata.... e la povera piccina piangeva, essa voleva andare a raggiungerla.
- La raggiungerai quando, anche tu, andrai in cielo ed allora non la lascerai mai più, - aveva risposto, una volta, quasi sbadatamente la nonna, additandole il cielo.
Questa risposta fece pensare molto Mercede, e diede luogo a lunghi ragionamenti.
- Dunque bisogna andare in cielo per trovare la mamma. E' lontano il cielo ?
E Mercede contemplava l'immensa volta azzurra che la circondava e cercava dove avrebbe potuto passare per giungervi. E alla sera fissava sempre una bella stella, più brillante delle altre,
perchè pensava che la mamma sua fosse là dentro, e che raggiungendo quella stella avrebbe pure raggiunta la mamma. Ma camminava quella bella stella e Mercede aveva osservato che ad un certo punto toccava la cinta del monte ..... Quella fu una meravigliosa scoperta che le fece palpitare forte forte il cuore dalla gioia:avrebbe potuto raggiungere la mamma, avrebbe potuto star sempre con lei.
In che modo? Mercede aveva già preparato il suo piano. Ed una sera in cui l'assenza della mamma pesava, maggiormente su di lei, lo mise ad effetto....Uscì pian pianino dalla casa senza che la nonna se ne accorgesse e s'avviò per la stradiccíola che conduceva alla cima del monte. L'ora era tarda, l'aria frizzante, il sentiero brutto e deserto, ma la bambina s'affrettava a salire; e non sentiva il freddo che le intirizziva le membra, solo pensava  alla stella che doveva sorgere e venire presto a toccare la cima del monte....Allora, se vi si trovasse già, avrebbe ritrovata la mamma per non perderla mai più. Il cielo si faceva scuro, qualche fiocco di neve vagava per l' aria e il freddo aumentava; ma Mercede saliva imperterrita, sempre fissando la cima del monte. Là era la sua salvezza, là voleva arrivare. Ad un tratto s'accorse che le tenebre l'avvolgevano e che la neve cadeva fitta fitta; ed allora fu colta da un'immensa paura, volle gridare, ma non potè, la sua voce non si faceva sentire che come un rauco suono,
e le lacrime le inondavano il bel visino; tentò di camminare ancora, ma le gambe più non la ressero
e cadde a terra svenuta dalla paura, dal freddo e dalla fatica. La neve copri il corpicino di Mercede,
che si svegliò davvero in braccio alla sua mamma. Dopo qualche giorno, il corpo di Mercede
fu trovato da due montanari che scendevano al paesello. Intanto vi lascio immaginare il dolore e le angosce sofferte dalla povera nonna per la perdita della bambina....La nonna la fece seppellire accanto alla sua mamma, e vi fece porre una lapide che portava scolpita una bimba in atto di salire un'erta montagna e con questo scritto: "Mercede andata in cerca della mamma"

GLI ANIMALI DI NATALE – TRADIZIONE



10 DICEMBRE 2015 Dromed10



IL DROMEDARIO


I Re Magi arrivarono sui dromedari (non sui cammelli, come erroneamente si crede. L’errore è indotto dal fatto che il dromedario è detto anche “cammello arabo”) Il dromedario è rappresentato con una sola gobba. Riesce a sopportare ogni tipo di fatica (spedizioni desertiche soprattutto), è ordinariamente paziente e come il cammello simboleggia l'orgoglio.
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10 DICEMBRE 2015
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