La festa del Natale cade nel solstizio d'inverno e fu istituita verso il 350 d.C. dalla Chiesa di Occidente per soppiantare una precedente festa pagana, dedicata al dio Sole.Prima che Babbo Natale facesse il suo ingresso e diventasse il "protagonista" della festa di Natale, il Natale presentava tutti i caratteri e le manifestazioni dei giorni che segnano l'inizio di un ciclo annuale. Periodo preparatorio è la “novena di Natale”, che in Sicilia veniva allietata dai ciaramiddari (suonatori di cennamella). Fanno ora concorrenza le orchestrine che, dopo il Magnificat e le litanie, suonano anch'esse la tradizionale Ninaredda.Originario carattere purificatorio ha il cenone della vigilia di Natale, tutto di “magro”, a cominciare dal capitone che, a Roma si vende per tradizione al portico d'Ottavia; ma ha soprattutto significato di affratellamento e di amicizia.Nella più antica tradizione popolare, il centro della festa è però costituito dal ceppo. Nell'accensione del ceppo, che rimane sul focolare fino a Capodanno, si fondano due elementi propiziatori: il valore vitale del fuoco, immagine del sole, e il simbolico consumarsi del tronco, del vecchio anno con tutto ciò che di male vi si era accumulato.
Anticamente a Genova, il ceppo natalizio veniva offerto al Doge dalle genti della montagna in una pittoresca cerimonia pubblica chiamata col bellissimo nome di “Con fuoco” : il Doge versava sul tronco vino e confetti, e lo accendeva tra la gioia dei presenti.
In Puglia si crede che l'accensione del ceppo simboleggi la distruzione del peccato originale. Alcuni spiegano l'aspersione col vino, col ricordo del sangue di Cristo; a Falena, in Abruzzo, si mettono ad ardere altre 13 piccole legna “in memoria di Cristo e degli apostoli”. A Isernia, il capo di casa benedice il ceppo con l'acqua santa, mentre i familiari gridano “Viva Gesù”.Nella notte di Natale si crede avvengano incantesimi, e che solo in essa si possano trasmettere segreti e scongiuri per guarire gravi malattie. Si crede anche che, chi nasce in quella notte, diventi lupo mannaro, perché essa era riservata, per l'eternità, alla nascita di Gesù, e chi osa violarla viene così punito.Tra i prodigi lieti, quello che l'acqua attinta alle fontane a mezzanotte e in perfetto silenzio (“acqua muta” ) reca benessere e ricchezza.
Presepe e albero di Natale
Già qualche secolo avanti il Mille, la Chiesa evocava davanti agli occhi dei fedeli la scena della nascita di Cristo in forme drammatiche, prima elementari, poi più complesse, e la rappresentazione della Natività si è tramandata attraverso otto secoli fino a noi, conservatasi specialmente in Puglia, ma non ignorata nemmeno nell'Italia settentrionale. Oggi è noto il presepe vivente di Rivisondoli (Abruzzo). Certamente, però, l'esempio dato da San Francesco col presepe di Greccio (1223) ha preparato e avviato la diffusione del presepe con forme sempre più grandiose e artistiche fino ai presepi napoletani affollati di figurine in ricostruzioni ambientali. Ma in questi ultimi decenni va prendendo sempre più voga anche in Italia l'albero di Natale, figlio della riforma luterana, destinato a sostituire l'uso di far regali ai bambini per S. Nicola. Accanto al presepe o all'albero, occorre mettere i sermoni che i ragazzi recitano in chiesa o nelle case: celebre è, sotto questo riguardo, a Roma la chiesa dell'Ara Coeli, ove nel periodo natalizio, bimbi e fanciulle si alternano senza sosta nella recitazione. Tra i giochi tipici ricordiamo anche la tombola, di uso frequente in questi giorni non meno che per Capodanno, e il significato originario dei principali cibi e dolci tradizionali: già fin dal tempo dei romani si offriva miele “affinchè l'anno fosse dolce come il dono”. Nel panettone, oltre alla pasta dolce, si trova l'uva passa, augurio di ricchezza.
Le feste collegate al Natale sono il Capodanno e l'Epifania.